Mariam Moustafa e la morte violenta nell’indifferenza di medici e autorità

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Di Redazione Metropolitan

Omicidio a sfondo razziale, bullismo, scambio di persona: sono queste le piste sulle quali la polizia britannica sta lavorando per ricostruire la morte della ragazza italo-egiziana Mariam Moustafa, che come tanti italiani ha cercato riscatto in Inghilterra…come alcuni, però, ha trovato la morte.

Non ce l’ha fatta Mariam Moustafa, la ragazza diciottenne italo-egiziana che il 20 Febbraio scorso era stata selvaggiamente pestata da un gruppo di coetanee per poi finire in coma. Mariam è morta il 14 Marzo senza mai essersi ripresa dal quel vigliacco attacco subito a Nottingham, forse a scopo razzista.

Mariam Moustafa, che fino a quattro anni fa viveva in Italia, a Ostia, si era trasferita con tutta la famiglia a Nottingham, per motivi di lavoro del padre, dove studiava ingegneria.
Nella cittadina britannica, Mariam era già stata vittima di una precedente aggressione nell’Agosto scorso, quando lo stesso gruppo di ragazze aveva aggredito lei e la sorella, rompendole una gamba.

L’aggressione, il coma, la morte

Questa volta, però, Mariam è stata presa di mira da sola, senza possibilità di difesa. La baby-gang tutta al femminile, formata da ragazze sui 16-17 anni, ha prima iniziato a colpire Mariam mentre aspettava l’autobus, per poi continuare sopra il mezzo. La povera vittima, in difesa della quale è poi intervenuto l’autista dell’autobus, ha successivamente perso i sensi.
Portata al pronto soccorso, è stata dimessa poche ore dopo, senza alcun controllo accurato o diagnosi preoccupante. Passata la notte, Mariam è peggiorata, tanto da tornare in ospedale e finire in coma a causa di lesioni celebrali non diagnosticate nel controllo e causate dal violento pestaggio.

Finita in coma, Mariam Moustafa non si è mai ripresa, sino a morire a causa di complicanze cardiache, forse correlate a problemi al cuore per i quali la ragazza era anche stata operata da piccola.

Davanti a tutto questo, la violenza delle ragazze, se così è possibile chiamarle, non si è mai fermata, anzi. Alcune di loro avrebbero continuato a denigrare sui social la povera Mariam, pur sapendo delle sue condizioni. Durante il coma, inoltre, le stesse hanno lanciato uova contro l’abitazione dove Mariam viveva.

Perchè Mariam è stata uccisa?

Non si conosce con certezza il motivo di tanta cattiveria e nessuna pista è esclusa, come spiegano gli inquirenti inglesi che hanno aperto un fascicolo. Probabile, però, è il movente razzista, per il quale propenderebbe l’appellativo “Black Rose” con il quale una delle ragazze avrebbe chiamato Mariam prima di picchiarla, alludendo chiaramente al colore della pelle. 
Non si esclude, però, nemmeno il più “semplice” bullismo, anche se i giornali inglesi parlano in questi giorni di “scambio di persona”. Secondo questa tesi, Mariam sarebbe stata confusa con un’altra ragazza che su Instagram si fa chiamare proprio “Black Rose” e che avrebbe più volte insultato il gruppo di ragazze.

Diversi elementi, però, tra cui la precedente aggressione, il lancio delle uova e la reiterata azione denigratoria anche durante il coma fanno pensare che la vittima designata fosse proprio Mariam Moustafa, presa di mira in quanto di origine egiziana e con la pelle più scura.

Mia figlia non è stata vittima di bullismo ma di razzismo. Alcune ragazze inglesi l’hanno insultata e picchiata a morte e tutti ci hanno abbandonati, dalla polizia e l’ospedale di Nottingham all’ambasciata italiana – ha detto il padre della vittima, Hatim Dawod Moustafa, durante un’intervista del Secolo XIX -. Mariam era una studentessa modello, era appena stata ammessa alla facoltà di ingegneria e nonostante fosse romana erano evidenti le sue origini egiziane. La chiamavano “rosa nera” e l’hanno picchiata“.

Le indagini: in campo le autorità inglesi, italiane ed egiziane

Sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti, anche di quelli romani che hanno aperto un fascicolo per omicidio, pure l’operato negligente dei medici che, se avessero diagnosticato subito lo stato di salute della ragazza probabilmente la avrebbero salvata.

Sull’accaduto sono intervenute anche le autorità egiziane le quali hanno rivendicato giustizia, tanto da aprire all’ipotesi di una delegazione da mandare nel Regno Unito per coordinare le indagini. La popolazione egiziana, a differenza di quanto successo per Giulio Regeni, sta dimostrando forte interesse per il fatto, tanto da lanciare su Twitter l’hashtag “i diritti di Mariam non andranno persi”.

Profondamente dispiaciuto per la morte della egiziana Mariam Moustafa in Gran Bretagna – ha affermato in risposta il capo del Foreign Office su Twitter -. Le mie condoglianze ai suoi cari. Ho assicurato al ministro degli Esteri egiziano Shoukry che la polizia di Nottingham sta indagando sul caso“.

Di Lorenzo Maria Lucarelli