Marlene Dietrich, la pioniera dell’Andro-chic

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Di Redazione Metropolitan

Marlene Dietrich, nata il 27 dicembre 1901, è nota per essere una delle attrici più iconiche della prima metà del novecento. La fama che contraddistingue la sua figura è pressoché immortale, grazie al suo fascino. Inizialmente prova ad entrare nel mondo dello spettacolo come cabarettista a Berlino. Il successo arriva dopo aver attirato l’attenzione del regista Josef Von Sternberg. Il personaggio della Dietrich nasce come rivale di Greta Garbo, star della compagnia di produzione rivale della Paramount.

Marlene Dietrich-photo credits: Pinterest
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La sensualità di Marlene Dietrich era provocante e graffiante. Una femminilità che metteva in difficoltà qualsiasi uomo o donna lei incontrasse. Tutti i ruoli ricoperti da lei di fatti ricalcano lo stereotipo della femme fatale, donna trasgressiva contraddistinta da un’ammaliante e torbida bellezza. Un personalità sopra le righe, misteriosa e spigolosa, tutt’ora considerata come la principale rappresentante del divismo.

Marlene Dietrich e il suo look trasgressivo

La leggendaria diva è ricordata per il suo charme disinibito e trasgressivo. Una fatale dominatrice di cui chiunque poteva invaghirsi. I suoi personaggi sono i primi ad esplicitare scene di baci omosessuali, sotto un ottica di infatuazione spirituale tra due donne. Questi tratti sono sottolineati dalle scelte stilistiche androgine della star.

La Dietrich incarna il glamour della Hollywood anni ’50. La diva viene ricordata per i lunghi abiti da cocktail tempestati di lustrini e le opulente pellicce di visone. Parlando dei costumi di scena la vamp opta principalmente per tessuti raffinati come la seta, impreziositi da dettagli in piume e vistosi gioielli. Anche i guanti diventano protagonisti indiscussi, rigorosamente lunghi fino al gomito e in raso.

Marlene Dietrich-photo credits: Pinterest
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Fra le sue indimenticabili interpretazioni la più iconica rimane nella pellicola Marocco, in cui indossa un completo da uomo in totale disinvoltura. L’ambiguità di genere che la contraddistinse divenne il suo marchio di fabbrica. Sapeva bilanciare dettagli mascolini come smoking, cravatte e cappelli con accessori femminili come stole di volpe e giri di perle. L’audacia della Dietrich fu una delle prime a rompere con i rigidi canoni estetici imposti al gentil sesso, imponendosi come icona di stile e di emancipazione femminile dell’epoca.

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