Marnie è un thriller psicologico uscito nel 1964 e diretto dal re del brivido, Alfred Hitchcock (1899 – 1980). E’ tratto dal omonimo romanzo dello scrittore britannico Winston Graham, pubblicato nel 1961.
La trama
La pellicola ha come protagonista Marnie Edgar (Tippi Hedren), una donna che si fa assumere dalle aziende come segretaria per poi derubarle e fuggire nel nulla. Un giorno si reca a Philadelphia (Pennsylvania) dove viene assunta dal giovane industriale Mark Rutland (Sean Connery). L’uomo presto si invaghisce della sua nuova impiegata. Tenta, quindi, di instaurare un rapporto con la donna che però risulta sempre abbastanza fredda. Complici di ciò sono anche i traumi irrisolti del passato che si manifestano attraverso forti fobie e blocchi.
Intanto, Marnie è riuscita a scoprire la combinazione della cassaforte aziendale. Mette in atto, quindi, il colpo e scompare. Mark si accorge del furto e intuisce cosa è successo. Infatti, aveva già incontrato la giovane in precedenza, quando lavorava per la casa editrice di un suo partner d’affari. Anche in quel caso l’azienda era stata derubata e lei era sparita.
Mark, ancora infatuato, decide di coprire il fatto rimettendo di propria tasca il denaro mancante nella cassaforte. Si mette, poi, alla ricerca della ladra. Una volta trovata, le fa una proposta: se lo sposerà, lui non denuncerà il fatto. Marnie allora accetta, pur non ricambiando i suoi sentimenti. Inoltre, la aiuterà a sistemare le cose anche con le altre aziende che ha derubato.
Comunque, da subito il matrimonio rivela i blocchi psicologici della donna. Non riesce a sopportare che il marito la tocchi. Inoltre, ha incubi in cui rivive traumatici eventi del passato. Mark l’aiuterà, dunque, a superare anche tutto ciò.
Marnie: un film sul superamento del trauma psicologico
Marnie è una personaggio complesso e travagliato. Prima di tutto, è affetta da cleptomania, ossia di un persistente impulso che la induce a rubare. Inoltre, ha vari blocchi psicologici. Prima di tutto, non riesce lasciarsi toccare dagli uomini. Inoltre, ha vere e proprie reazioni di terrore isterico quando vede qualcosa che presenta, accostati, i colori bianco e rosso o quando vi è un temporale.
Tutto questo ha radici profonde, che vanno cercate nella tormentata infanzia della donna. Innanzitutto, da bambina Marnie era costretta spesso a stare al freddo, fuori dal letto, poiché sua madre era una prostituta e doveva ricevere i suoi clienti. In una di queste notti era stata anche spaventata da una tempesta ed aveva ucciso uno dei clienti, dopo che l’uomo aveva aggredito la madre.
Tutti questi problemi vengono risolti con l’aiuto di Mark. E’, infatti, l’uomo a capire che l’unico modo per superare il trauma è ricordare questi avvenimenti. Grazie all’incontro con la madre e Mark che le costringe a rivangare quel tormentato periodo, la protagonista riesce ad ottenere nuovamente una chiara visione di quei fatti. Grazie a ciò, finalmente riesce ad andare avanti con la sua vita.
Marnie è, dunque, una pellicola che indaga su come funzionano traumi e blocchi psicologici. Lo fa raccontando la parabola di una persona affetta da questi problemi. Mostra, infatti, i disagi e le difficoltà che ne derivano e il processo di conoscenza di sè stessi e del proprio passato che porta alla guarigione. Esplora, infine, anche il complesso meccanismo psicologico che sta al di sotto di tutto ciò.
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Giorgia Silvestri