Ogni Mondiale è ricco di storie da raccontare e ogni volta si va alla ricerca di una sorpresa. Perché le storie di Davide contro Golia sono naturalmente apprezzate da tutti, o almeno vi è una tendenza nel farlo. Anche quest’anno la rassegna iridata non ha avuto questa mancanza e la scena se l’è giustamente presa il Marocco. Una squadra di prime volte, una Nazionale capace di stupire, anche se poi vedendo i nomi e la qualità questi risultati stupiscono poco.
Marocco, la squadra delle prime volte
Se si ripensa al cammino delle Nazionali africane ai mondiali e si va alla ricerca dei famosi record, il nome del Marocco spunta diverse volte. Partiamo dalla storia più recente, quella di ieri, che ha visto la compagine magrebina imporsi sul Portogallo per 1-0. La notizia potrebbe essere di per sé che gli uomini di Regragui hanno prima eliminato la Spagna e poi i rossoverdi di Ronaldo e Pepe. Sì, anche quello, ma in realtà arrivare in semifinale per il Marocco è stata una conquista storica. Mai nessuna nazionale africana vi era riuscita prima.
Tornando indietro però non è la prima volta che il Marocco riesca a riscrivere la storia calcistica dell’Africa. A Messico ’70 i Leoni dell’Atlante ottennero per la prima volta un punto nei gironi, fatto che non si era mai verificato prima. Il Messico portò bene anche nel 1986 perché divennero la prima squadra africana a qualificarsi alla fase ad eliminazione diretta di un mondiale, chiudendo in testa un girone composto da Inghilterra, Polonia e Portogallo.
I protagonisti assoluti: da Bonou a En-Nesyri
La compattezza del gruppo rende davvero difficile trovare un unico protagonista assoluto all’interno della squadra. Di fatto tutti stanno disputando un grandissimo mondiale, ma se fosse necessario eleggerne uno per reparto forse sarebbero questi:
Yassine Bounou
Forse una delle più belle sorprese di tutto il mondiale. Bounou ormai è finito sulla bocca di tutti per i suoi interventi miracolosi e per la sicurezza con cui riesce a gestire tutto il reparto difensivo. Storica, a prescindere da come si concluderà il cammino della Nazionale, la prestazione contro la Spagna. Due calci di rigore parati e Marocco approdato poi ai quarti di finale. Poi se contro Croazia, Belgio, Spagna e Portogallo non subisci neanche un gol forse non è un caso essere approdati in semifinale.
Romaine Saiss
“O capitano mio capitano” si recita nella poesia di Paul Whitman. In effetti chi ha dimostrato di essere un capitano vero, capace di guidare la squadra nonostante tutto, questo è sicuramente Romaine Saiss. Capace di annullare, in compartecipazione con i compagni, quelli che potenzialmente potevano essere i migliori attacchi. Prima della sfida contro il Portogallo aveva già qualche guaio fisico che poi si è aggravato e lo ha costretto ad uscire in barella. Resta però la sua incredibile autorevolezza.
Azzedine Ounahi
Ha impressionato Luis Enrique e sicuramente finirà nel taccuino di molte squadre europee. La coppia Ounahi–Amrabat sta dominando, ma è in particolare il classe 2000 ad aver lasciato tutti a bocca aperta. Dal punto di vista tecnico sta mostrando una maturità impressionante. Alcuni lo hanno già individuato come la migliore rivelazione del mondiale. Di sicuro ora nessuno chiederà più chi sia e l’Angers potrebbe fare fatica a trattenerlo.
Youssef En-Nesyri
Infine, non può mancare l’uomo decisivo ovvero colui che di fatto è anche il capocannoniere della squadra. Youssef En-Nesyri ha messo a segno due reti pesantissime e quella di ieri se la ricorderà a lungo. Fa tutto quello che il suo ruolo richiede: sa far salire la squadra, guidare il pressing quando serve e non ha timore degli scontri. Anche l’altra poi era stata una rete decisiva, quella del momentaneo 2-0 sul Canada, nella gara poi vinta per 2-1.
Maria Laura Scifo
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