Per la rubrica “Cronache del mistero ” oggi ripercorreremo gli eventi che hanno fatto di questo, un orrendo caso ancora irrisolto, il massacro di Keddie chiamato “Keddie Murders“. Tutto avvenne a Keddie nella contea di Plumas nella Sierra Nevada californiana. Keddie è una piccola località rurale un tempo meta di villeggiatura, ma poi passata di moda. Glenna Susan Sharp di 36 anni dopo la separazione dal marito James Sharp trovò una soluzione comoda e a buon mercato. Si trasferì nell’ormai malandato resort Keddie e affittò un bungalow. Sistematasi nella cabina 28, Susan portò con se i suoi 5 figli ; John di 16 anni, Sheila di 14, Tina di 12, Rick di 10 e Greg di 5 anni.

Col tempo la vita di Susan e dei suoi figli trascorse in modo tranquillo. I ragazzi infatti ripresero ad andare a scuola e a frequentare amici, alcuni dei quali residenti nello stesso resort. Quella tranquillità però era destinata a cambiare in modo atroce e per sempre. 12 aprile 1981, ore 7 del mattino. Sheila, dopo aver trascorso la notte in un bungalow vicino, nel quale risiedeva la famiglia Seabolt tornò alla Cabina 28, dove viveva insieme alla madre e ai suoi fratelli. Aperta la porta lo spettacolo che si presentò davanti agli occhi della ragazzina fu terrificante. Sul pavimento del soggiorno totalmente messo a soqquadro giacevano inermi tre corpi e c’era sangue ovunque, persino sulle pareti.

Immagine interno della Cabina 28 a Keddie  photo credit: thecrimemag.com
Immagine interno della Cabina 28 a Keddie photo credit: thecrimemag.com

Il massacro di Keddie nella cabina 28

Scioccata e in preda al panico Sheila tornò nella cabina dei Seabolt a chiedere aiuto. James Seabolt si precipitò alla cabina degli Sharp. L’uomo con sorpresa si accorse che i ragazzi Rick, Greg e Justin Smartt ,amichetto dei due fratelli che si era fermato a dormire in casa dei Sharp, erano vivi ed incolumi. Fatti uscire i ragazzini dalla finestra della camera e messi in salvo James Seabolt avvisò le autorità. Arrivata la polizia cominciarono le indagini. A poca distanza dalla porta d’ingresso gli agenti trovarono il corpo di John, il figlio di Susan di 16 anni, steso in una pozza di sangue. Accanto a lui c’era invece Dana Hall Wingate, un’amica di John. Poco più avanti, ai piedi del divano c’era il corpo di Susan, nuda dalla vita in giù ed imbavagliata con una bandana. 

Tutti e tre i corpi presentavano numerose ferite da coltello e sia John che Susan avevano la gola tagliata, mentre Dana riportava segni di strangolamento, molto probabilmente esercitato a mani nude. I corpi dei ragazzi erano entrambi legati da un nastro e un filo metallico avvolgeva le loro caviglie unendoli. Inoltre sulla testa di tutti e tre erano evidenti le gravi lesioni provocate da un corpo contundente, presumibilmente un martello, rinvenuto sulla scena del delitto insieme ad un coltello con la lama piegata. All’appello in questa tragica scena però mancava Tina, la figlia dodicenne di Susan. Quindi parallelamente presero il via le indagini del pluriomicidio e quelle per la scomparsa di Tina. Gli interrogatori per il massacro di Keddie non fornirono informazioni utili alle indagini. Così vennero ascoltati anche i tre bambini sopravvissuti.

Immagine identikit  del caso Keddie  photo credit: inane.pro
Immagine identikit del caso Keddie photo credit: inane.pro

Un sogno rivela i probabili colpevoli

Interrogato Justin disse di aver visto nel sogno due uomini entrare in casa Sharp e di averli visti litigare animatamente con Susan. Dichiarò inoltre di aver visto Tina a un certo punto intromettersi tra i due uomini e la madre, per poi essere portata via di peso da uno dei due e da quel momento di non averla più vista. Justin fu anche in grado di fornire una dettagliata descrizione dei due uomini. Entrambi indossavano degli occhiali, uno aveva i capelli lunghi, l’altro capelli corti e baffi. Grazie a queste descrizioni la polizia creò l’identikit dei due uomini che riconobbero come Martin Smartt, patrigno di Justin e un amico di lui, John Boubede.

Martin Smartt viveva con Marilyn e il figlio di lei, il piccolo Justin, nel resort Keddie e precisamente nella cabina 26, a pochi passa da dove risiedeva la famiglia degli Sharp, mentre emerse che Boubede era arrivato a Keddie soltanto pochi giorni prima di quell’atroce delitto. Su entrambi gli uomini seppur fortemente sospettati non emersero prove sufficienti all’incriminazione. Il 22 Aprile 1984, tre anni dopo gli omicidi, a Camp Eighteen, distante circa 160 km da Keddie, vennero ritrovati i resti di Tina Sharp. Tra il 1988 e il 2000 entrambi i sospettati morirono. Nel 2004 la cabina 28 venne demolita e il caso del massacro di Keddie sembrava destinato per sempre a non trovare una soluzione. Nel 2018 Mike Gamberg un investigatore privato riaccese le speranze grazie ai risultati di alcune analisi e dichiarò che l’assassino degli Sharp era ancora in vita. Le indagini continuano ancora, ma ad oggi il caso resta irrisolto.

di Loretta Meloni

Facebook

Instagram

Twitter