Massimo Agovino non è più l’allenatore del Giugliano. L’ufficialità è arrivata ieri. Il tecnico, quindi, torna su piazza e l’ottima esperienza con i gialloblu ha attirato diverse voci di mercato: sembra, infatti, che Cavese e Casertana siano sulle tracce del tecnico. Abbiamo chiesto al diretto interessato i motivi dell’addio alla compagine campana ed il possibile futuro lavorativo. Ecco cosa ci ha detto.
Agovino: “Avrei voluto essere il Ferguson del Giugliano…”
Passato e futuro: Massimo Agovino ha fatto chiarezza sulla sua ultima esperienza al Giugliano parlando anche del possibile ritorno alla Cavese. Ecco le sue parole:
Come è finita con il Giugliano? Cosa non ha funzionato?
“Noi ci siamo tanto amati, questo ve lo posso garantire. È stato amore a prima vista e ho vissuto qui un anno e mezzo fantastico. Abbiamo vinto un campionato dove tutti ci davano per morti e quest’anno, contro tutti i pronostici, abbiamo fatto una grande stagione finendo terzi in classifica. Il rapporto è stato meraviglioso: forse qualche piccola difficoltà con la dirigenza c’è stata, come in tutti i grandi amori, qualche litigio c’è. Abbiamo pensato che era meglio rimanere amici piuttosto che scontrarci un giorno. È mancato quel pizzico di feeling ed abbiamo deciso che era meglio terminare il rapporto, con grande rammarico. Il Giugliano mi ha dato tanto, è stato un rapporto molto profondo…”
Negli ultimi giorni si parla insistentemente di un suo approdo alla Cavese…
“Da ieri sera mi tempestano di messaggi di bentornato, ma se devo essere onesto non è arrivata nessuna chiamata dalla Cavese. Tutti lo danno per scontato ma adesso non c’è nulla. Anzi, stamattina un giornalista di Caserta dandomi come primo della lista per la panchina della Casertana: mi fa piacere però non mi ha ancora chiamato nessuno. Se ritornerei alla Cavese? Da loro ho iniziato la prima volta nel 2000 fancendo il tattico in Serie C e non c’è stata una volta che sono tornato senza volerci bene. Abbiamo feeling: a Cava partirei, inizialmente, con il favore dei tifosi. Mi farebbe piacere, sarebbe un onore. Esattamente come per Caserta: una grandissima realtà, una delle primissime squadre per blasone nel meridione. Dopo tanta gavetta, avere una possibilità per me sarebbe il massimo…”
Ha parlato dei tifosi della Cavese: ha un messaggio per quelli del Giugliano?
“Quello che io ho vissuto per intensità, emozioni ed amicizia qui a Giugliano rimarranno nel mio cuore: sono sensazioni marchiate a fuoco nel mio cuore. Non mi ricordo in un anno e mezzo, e magari qualche partita l’avrò sbagliata, una parola fuori posto oppure un momento di tensione con i tifosi. Mi hanno fatto sentire come Guardiola. Non nego che oggi sto elaborando un lutto: avevo detto sei, sette mesi fa che mi sarebbe piaciuto fare il Ferguson del Giugliano Calcio. Purtroppo così non è stato ma li porterò sempre nel cuore questo ricordo indelebile. Ho allenato tante squadre: nella mia stanza c’è la sciarpa del Giugliano. E quella rimarrà lì: questi colori li ho amati profondamente…”
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