Sembra che le indagini dei Carabinieri di Desio e Nova Milanese siano già quasi giunte al termine: Mattia Del Zotto, fermato ieri dalle autorità per l’omicidio e il tentato omicidio di diversi parenti attraverso la somministrazione di tallio, ha confessato.
“L’ho fatto per punire soggetti impuri e non voglio collaborare”, ha subito risposto Mattia Del Zotto ai Carabinieri che lo hanno fermato poi sottoposto a custodia cautelare. “Non saprete mai perché l’ho fatto. Non ho bisogno di altre persone che parlino al posto mio. Scegliete dall’elenco del telefono la persona che più vi aggrada“.
Gli inquirenti, che avevano ipotizzato un probabile coinvolgimento del ragazzo nella morte e avvelenamento di alcuni parenti a partire da Ottobre, sono risaliti a lui tracciando il suo telefono e la sua posta elettronica. Dai tabulati telefonici e la casella email sono state ricostruite le tappe del folle piano, a partire dall’acquisto del tallio.
Già a Giugno, Mattia Del Zotto aveva cominciato ad interessarsi per l’acquisto di un veleno da utilizzare per sterminare la sua famiglia. Dopo aver cercato di procurarsi dell’arsenico, senza riuscirci, il ragazzo ha acquistato da un’azienda padovana, senza alcuna tracciabilità e in contanti, il tallio.
Passata l’estate, Mattia Del Zotto ha iniziato il suo folle piano. Pare che abbia avvelenato diversi alimenti e non solo le erbe rinvenute ed utilizzate per fare una tisana artigianale.
Il giovane avrebbe ucciso, come freddamente sostenuto davanti alle autorità, “per punire i soggetti impuri“.
Da una vita normale ad un comportamento maniacale sino all’isolamento
Mattia Del Zotto aveva già dato segnali di “squilibrio” nei tempi precedenti, come ha confermato la madre agli inquirenti.
Sembra, infatti, che il ragazzo, ormai da due anni, si fosse isolato dal mondo, rinchiudendosi in camera e passando tutto il giorno davanti al computer. Aveva perso gli amici. Aveva smesso di praticare la palestra che tanto amava. Addirittura aveva smesso di guidare e di utilizzare il denaro.
Il comportamento maniacale che il 27enne aveva sposato era il frutto, secondo quanto ha racconto la madre, e riportato anche da il “Corriere della Sera”, di una devianza mistica. Del Zotto, infatti, aveva dichiarato ai familiari di aver abbandonato il cattolicesimo e di essersi avvicinato ad un’altra religione. Potrebbe trattarsi di una setta che lo ha manipolato in un momento di difficoltà.
«La mia deduzione è che si tratti di una specie di setta… questo stile di vita è ispirato da un gruppo chiamato “Concilio Vaticano II” – ha raccontato la madre. Una volta mi ha fatto vedere un video di papa Francesco che guardava una coppia ballare il tango e ha criticato l’atteggiamento del Pontefice. Eppure sono anni che non entra in una chiesa, ai funerali dei nonni e della zia Patrizia non è neppure venuto…»
Il ragazzo ha invece sostenuto di aver intrapreso la religione ebraica.
Mattia Del Zotto non aveva accettato alcun aiuto, nemmeno gli psicologi. Il ragazzo viveva in una dimensione ormai estraniata, coltivando “rapporti” esclusivamente online, ma mai fino ad ora si era mostrato aggressivo o pericoloso.
Forse si tratta un “Hikikomori”
Dai tratti fino ad ora acquisiti sulla figura di Mattia Del Zotto c’è già chi parla di “Hikikomori”. Si tratta di fenomeno preoccupante, nato in Giappone e diffuso anche in Italia, che vede soprattutto gli adolescenti rinchiudersi in casa, rifiutando la società per vivere dell’essenziale all’interno delle mura domestiche.
«I contorni della vicenda non sono ancora chiari, ma sì: Mattia potrebbe essere un hikikomori — sostiene Marco Crepaldi, fondatore di Hikikomori Italia, ai microfoni di MonzaToday —. Ovviamente mancano ancora alcuni elementi per poterlo affermare con certezza».
Mattia Del Zotto si trova ora il stato di custodia cautelare. Egli è ritenuto pericoloso in quando in grado di reiterare o aggravare le conseguenze del reato. L’accusa è di triplice omicidio e tentato omicidio. In ospedale, ancora ricoverati, si trovano i nonni materni, la badante, il marito della zia deceduta e un’altra zia, ormai da settimane sottoposti a difficili cure di disintossicazione dal tallio.
Di Lorenzo Maria Lucarelli