Nello scenario solenne della Blue Hall del palazzo municipale di Stoccolma, nella serata dell’11 Giugno, Max Mara presenta la sua collezione Resort 24, proprio lì dove ogni anno viene allestito il banchetto per la consegna del premio Nobel. È questa la terza tappa di un tour Europeo, che porta il brand italiano a spostarsi sempre più a nord, dopo Ischia e Lisbona, lasciandosi contaminare dalla cultura del luogo ospitante, che si intesse nell’identità del gruppo Maramotti, storico sostenitore delle arti e della multiculturalità. E a rappresentare questa unione tra paesi, culture e costumi diversi è proprio Selma Lagerlöf, prima donna vincitrice del premio Nobel in Letteratura nel 1909, alla quale lo show rende omaggio.

Max Mara rende omaggio alla storia svedese

Una cornice d’eccezione per una serata che segna un nuovo traguardo per l’espansione di MaxMara, il brand reggiano che giunge a Stoccolma ‘’in bianco’’. Un dresscode preciso che si allinea alle tinte del paesaggio dell’isola Fjäderholmarna dove avviene la cena di benvenuto, ma anche un velato suggerimento alle nuance dominanti della collezione, svelata il giorno seguente. Come una dea danzante dei miti vichinghi, la femminilità di MaxMara si ringiovanisce in una veste ‘’progressista’’, spiega il direttore creativo Ian Griffith, aggiungendo:

‘’la Svezia è sempre in anticipo. Dalla regina Cristina di Svezia a Eleonora Duse, da Henrik Ibsen a Selma Lagerlöf, la Svezia ha anticipato i tempi sui temi del femminismo e progressismo, mostrando una nuova società al femminile. Una terra autentica come chi la abita e chi ancor prima l’ha vissuta’’.

Donne di una volta e donne del presente alle quali Griffith regala il dono della storia, che, nel tempo dello show, scorre davanti agli occhi del pubblico, tra i quali appaiono celebrity e fashion personalities come Demi Moore e Lily Collins, moderne interpreti della femminilità MaxMara ed eredi dei valori della Lagerlöf.

Salma lagerlöf: una donna moderna

Selma Lagerlöf racchiude tutti i temi di cui MaxMara si fa portatrice da anni, e la sua storia è quanto più moderna si possa immaginare . Nata in Svezia nel 1958, cresce in una famiglia agiata che le impartisce idee radicali puritane derivanti dalla società di quel periodo. Propende da subito per la scrittura divenendo autrice di scritti nei quali sostiene il progresso sociale e l’emancipazione femminile parlando di ruolo della donna e di sessualità. Tra i suoi riferimenti vi sono Ibsen e Muchen, che fanno di lei l’erede di una battaglia all’apertura dell’identità di genere, per la quale si batterà in pagine e pagine di opere. In quelle stesse opere omaggia apertamente la cultura scandinava, nella quale ritrovava i suoi codici morali. Quella che Henrik Ibsen definì una ‘’new woman’’ facendo riferimento ad un testo nel quale descriveva una donna che rifugiava dagli obblighi borghesi per costruirsi una vita indipendente.

La collezione: maniche gigot e ricami floreali

Una storia avvincente che rivive dietro lunghi abiti bianchi con ricami floreali alternati a colletti austeri di top in maglia che richiamano il costume sociale femminile degli anni della Lagerlöf, così come veniva descritto nella narrativa svedese dei primi del 1900. A questi simboli storici si aggiungono quelli contemporanei della maglieria del brand, che, spogliata di strutture, diventa leggerissima sopra pantaloni ampi e maglioni scuri con maniche gigot, dai quali a volte escono spalle e braccia. AI cappotti in tinte neutre, protagonisti ancora una volta di MaxMara, si aggiungono micro cinte con punte di pelliccia, e spacchi posteriori che ne favoriscono l’apertura, come per le lunghe mantelle tricot ricamate che si aprono al movimento delle modelle. Le applicazioni nella linearità dei look fanno la differenza: nappine nere e bianche che si aggiungono al taglio sartoriale di giacche e gonne, un chiaro richiamo alla divisa della guardia svedese, apparsa a chiusura della sfilata.

Il midsommer

Lo show che si costruisce sui simboli della Svezia e Selma Legerlöf, omaggia anche usanze e tradizioni del paese nordico, come il Midsommer: la festa dell’estate che ogni anno raccoglie le provincie svedesi tra giardini e parchi di diverse città. Un festival estivo tradizionale che include più appuntamenti in uno, tra i quali vi è il Septem Flores, dal quale prende il nome la collezione ed il mito della raccolta dei sette fiori. Una storia antica locale narra che chi trova tutti i 7 fiori dovrà riposare con loro sotto il cuscino per sognare il proprio amore futoro. E sono queste sette rarità, apparse ricamate sulle gonne di abiti e trench, a guidare il pubblico in uno spazio che coniuga look evanescenti all’austerità novecentesca della location.

Luca Cioffi

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