Ieri sera, dopo un lungo negoziato, la premier Theresa May e la leader del DUP hanno firmato l’accordo di governo.
Ora sembra che, finalmente, la May possa tirare un sospiro di sollievo. La maggioranza a Westminster è realtà grazie all’accordo raggiunto con il partito Unionista nordirlandese, che porterà i dieci deputati necessari a governare.
Il DUP, a quanto si apprende dall’Ansa, fornirà un appoggio esterno al governo di minoranza Tory. Quanto possa essere saldo un governo di questo tipo è facilmente intuibile.
L’accordo firmato dalla May prevede un ricco pacchetto di aiuti economici per la regione dell’Ulster, del valore di circa 1.7 miliardi di euro. Risorse che saranno investite per migliorare le infrastrutture e la sanità, secondo quanto affermato da Arlene Foster, leader del DUP e prima ministra dell’Irlanda del Nord.
Ma che partito è il DUP, a cui Theresa May si è affidata pur di mantenere la premiership? Il DUP è stato fondato nel 1971, e durante la guerra civile in Irlanda ha combattuto al fianco degli inglesi. Inoltre, esso ha storici legami con gruppi paramilitari e di estrema destra, come dimostra il fatto che tra le sue fila militino membri del gruppo terroristico Ulster Resistance.
Inoltre, il DUP si batte strenuamente per ostacolare il diritto all’aborto per le donne, i matrimoni tra persone dello stesso sesso e nega con forza che i cambiamenti climatici degli ultimi decenni siano causati dall’attività umana.
Tanto premesso, il DUP persegue politiche molto simili a quelle dei Tories, ed è anch’esso favorevole alla brexit, sia pur in una versione attenuata che permetta di mantenere una sorta di area di libero scambio con l’Irlanda (vitale per l’economia dell’Ulster).
La prima prova per verificare la riuscita dell’accordo sarà il voto di approvazione del Queen’s Speech, che contiene anche i punti programmatici del nuovo governo May.
Ma è chiaro che, data la sua posizione di forza e il periodo di dure trattative con Bruxelles alle porte, il DUP cercherà in ogni modo di imporre limitazioni alle conquiste e ai diritti civili britannici. Sarebbe da sciocchi non vedere questa possibilità alquanto concreta e non dirla chiaramente.
Lo sentite anche voi questo profumino di oscurantismo di ritorno, vero?
Lorenzo Spizzirri