Ultimamente è molto chiacchierata la possibilità di vedere John McEnroe nello staff di Jannik Sinner. Da entrambe le parti ci sono state delle aperture e pensandoci bene non sarebbe affatto una prospettiva malvagia.

McEnroe per ottenere risultati anche sull’erba

Dopo la vittoria in scioltezza contro Sousa, Sinner in conferenza stampa si era lasciato andare a una dichiarazione ben piazzata destinata inevitabilmente (e volutamente?) a generare un certo brusio: «Il mio team per il momento è composto dal coach Riccardo Piatti, dal preparatore Dalibor Sirola e dal fisioterapista Claudio Zimaglia. Ma ci sarà una nuova persona che non voglio svelare». Da allora infatti è scattato il toto-coach e diversi nomi sono saltati fuori. Quello forse più insistente è stato quello di John McEnroe, che non ha certamente mancato di rispondere alle voci insistenti. Mac si è detto disponibile a lavorare con il gioiello di San Candido, dichiarando: «Ho detto a Riccardo Piatti che se vuole il mio aiuto per formare questo splendido giocatore italiano per aiutarlo a crescere, sarei ben felice».

Parole importanti che rendono ancora più credibile la prospettiva di vedere il campione americano al fianco di Sinner, anche perché McEnroe ha lavorato in passato con Piatti. I due avevano formato insieme a Carlos Moya un triumvirato al fine di aiutare Milos Raonic a compiere, nel 2016, il salto di qualità sull’erba. McEnroe entrò a far parte della squadra del canadese a fine maggio, in tempo per l’inizio della stagione sul verde, per poi allontanarsi ad agosto, una volta terminato il torneo di Wimbledon. I risultati arrivarono, eccome. Raonic arrivò in finale sia al Queen’s che ai Championships (dove in semifinale batté nientemeno che Sua Maestà Roger Federer), ma in entrambe le occasioni venne sconfitto dal miglior Andy Murray di sempre.

Raonic, che visse quell’anno la sua migliore stagione, ampliò notevolmente la gamma dei suoi colpi, accompagnando alla devastante combo servizio-dritto un sapiente gioco tattile nei pressi della rete. Un’evoluzione che potrebbe avvenire anche per Sinner in seguito a un’eventuale collaborazione tra McEnroe e Sinner. Non si sta dicendo che l’altoatesino arriverà dritto in finale di Wimbledon, ma sicuramente l’ex bad boy statunitense potrebbe dargli una mano nell’allargare certi orizzonti che già rispetto allo scorso anno si stanno facendo più nitidi. I progressi fatti da Sinner al servizio, sotto rete e in generale nel suo gioco d’attacco sono inconfutabili, ma l’impressione è che si stia guardando solo alla punta dell’iceberg. Le potenzialità di un giocatore come Sinner sono enormi, così come sono evidenti alcuni limiti, come proprio il gioco sull’erba. La mano artigiana di McEnroe non potrebbe che fargli bene per limare in parte alcuni angoli ancora troppo spigolosi.

ENRICO RUGGERI

Photo Credit: via Twitter, @_TennisCoaching

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