Meo Sacchetti prova a trarre qualche spunto per il futuro del movimento. Tanti i temi affrontati nell’intervista rilasciata a La Prealpina. In primis la possibile continuazione della stagione. Il ct della nazionale trova alquanto prematuro parlare di ripresa. Mette al primo posto la sicurezza. Cosa che, nel caso di un ritorno in campo, non potrebbe essere garantita. Le sue parole:

Oggi comanda la sanità in funzione della sicurezza e della salute di tutti: è corretto pensare alla ripresa, quando ci sarà concesso, solo a condizione di garantire tutti. Sto parlando di giocatori ma anche di allenatori, accompagnatori, arbitri e tutti coloro che sono attori protagonisti di una partita: la facciamo una cosa semplice, ma se dovessimo scoprire che chiunque tra questi dovesse infettarsi, come potremmo continuare l’attività?”.

Meo Sacchetti
Meo Sacchetti, nel suo palmares da coach 1 scudetto, 3 Coppe Italia, 1 Supercoppa (Ciamillo)

Meo Sacchetti, soluzioni diverse per il futuro

Sacchetti trova modo anche di riflettere sulla prossima stagione. In questi giorni si è parlato molto di una riduzione delle squadre partecipanti al campionato. Il coach, però, pensa anche alle società che soffriranno di più dal punto di vista economico. Tra le quali la sua Vanoli Cremona:

Sarà importante il prossimo anno per capire prima di tutto come usciremo dall’emergenza Coronavirus: c’è chi vuole una Serie A ridotta a 16 o 14 squadre e chi pensa di salire a quota 20, serve un’indicazione chiara e netta per arrivare a una conclusione al di là delle condizioni delle singole società. Per club con mezzi non elevati come possono essere la mia Cremona o Varese bisognerà andare alla scoperta di soluzioni diverse per ottimizzare le risorse, servirà fare ricorso alla creatività”.

Meo Sacchetti, ct azzurro dal 2017 (Ciamillo)

Per quanto riguarda, invece, il discorso budget e stipendi, Sacchetti crede si debba ripartire da altro. Le risorse saranno poche. Tocca munirsi di idee:

“Giocatori e allenatori guadagneranno di meno perché i budget saranno più bassi, ma cercheremo di trovare altri stimoli. Lo sport non sarà più come prima ma si deve sfruttare la disgrazia della pandemia per aggiustare qualcosa: con meno soldi serviranno più idee e capacità di vincere le scommesse cercando elementi che abbiano voglia di cimentarsi ad alto livello”

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