Il Comune di Trento ha deciso di rinunciare ai consueti mercatini di Natale 2020: la 27esima edizione, quindi, non si terrà per quest’anno. Il rischio contagio da Covid-19 è troppo elevato e per tale motivo il consueto appuntamento non avrà luogo nella città simbolo del periodo natalizio. Al momento rimangono invece confermati i mercatini di Bolzano e Merano che si svolgeranno, comunque, con ingressi contingentati e orari scaglionati.
Trento, mercatini di Natale 2020 annullati
Il nuovo Dpcm del premier Conte prevede la sospensione delle sagre e delle fiere a livello locale, ma non riferisce nulla in merito agli eventi del periodo natalizio che vengono organizzati ogni anno in Trentino Alto Adige. In particolare, però, il Comune di Trento ha annullato i consueti mercatini di Natale edizione 2020 a causa del rischio di contagio troppo elevato. Come ha confermato il sindaco Franco Ianeselli, l’edizione che doveva prendere il via dal 21 novembre non partirà per quest’anno.
“Abbiamo anche detto che teniamo al Natale di comunità – ha detto il primo cittadino -, quindi potremmo pensare ad altre forme, ma che non ci possano essere i mercatini come è stato negli anni scorsi mi pare ovvio. Al momento ci sembra improbabile che si possano tenere”. In merito, invece, al nuovo Dpcm, il sindaco di Trento ha già emanato un’ordinanza che vieta il consumo di bevande all’esterno dei locali dopo le ore 22. “C’è già un’ordinanza – ha riferito – sul divieto di consumare bevande in una zona della città e verrà sicuramente estesa. Domani dovremo decidere se estenderla solo alla zona a traffico limitato oppure sull’intero territorio comunale“.
La proposta di Confesercenti
Maurizio Innocenti, presidente di ANVA (associazione nazionale commercio su aree pubbliche) Confesercenti è contrario alle norme introdotte dal nuovo Dpcm che – a suo dire – andrebbero a colpire il commercio ambulante in modo irreversibile. Ha già annunciato iniziative di protesta per le prossime settimane.
“Si tratta di eventi che si svolgono, in gran parte, all’aperto – ha detto Innocenti – nel pieno rispetto delle regole e che rappresentano, in una fase delicata come questa, un momento di socialità importante ed ordinato per le comunità e l’economia locale. Si poteva ragionare sull’anticipo degli orari di chiusura, sia per le fiere del food che del non food, così come non ci sembra corretto scaricare sui sindaci le responsabilità di chiusure di piazze e vie in cui si verificano assembramenti”.