A meno di dieci giorni dal termine del mercato è possibile cominciare a fare un primo bilancio sul lavoro delle due romane. Sia la Lazio che la Roma, rispettivamente con i ds Tare e Monchi, hanno cambiato molto la rosa in questa sessione estiva del mercato. Per quanto riguarda le uscite la Capitale, in breve tempo, ha perso giocatori del calibro di De Vrij, di Nainggolan e di Alisson. Al contempo però nella Città Eterna sono arrivati giocatori tutt’altro che mediocri: su una sponda del Tevere sono approdati Correa e Badelj, sull’altra Cristante e Pastore. Tutti giocatori di estrema qualità che accrescono potenzialmente le rose a disposizione di Inzaghi e Di Francesco. Una domanda però è più che legittima: la Lazio e la Roma si sono rinforzate al momento?
I biancocelesti, dopo aver perduto De Vrij a parametro zero, lo hanno prontamente rimpiazzato con Acerbi. L’ex Sassuolo non è tecnicamente ai livelli dell’olandese accasatosi con l’Inter, ma per l’allenatore laziale è una garanzia sia per esperienza che per tenuta fisica (nelle ultime due stagioni ha saltato una sola partita di campionato). Felipe Anderson, messo fuori ruolo e spesso lasciato in panchina da Inzaghi, ha preferito cambiare aria e volare oltremanica. Al suo posto la società biancoceleste, con un doppio colpo che ha fatto arrivare a Roma anche un’importante centrocampista come Badelj, ha acquistato dal Siviglia Correa. Inoltre, per rinforzare la rosa laziale, il ds Tare ad inizio mercato aveva già concluso due importanti affari: l’esterno sinistro Durmisi ed il centrocampista ex Salisburgo Berisha. La Lazio risulta così notevolmente rinforzata per quanto riguarda la zona centrale del campo, che appare ora tra i migliori della Serie A con Milinkovic come punta di diamante. Per migliorare il reparto difensivo, la decima retroguardia dello scorso campionato, mister Inzaghi potrà poi contare non solo su Acerbi ma anche sul giovane Luiz Felipe e sul “nuovo acquisto” Caceres (lo scorso anno arrivato solo nella sessione di gennaio) autore di un ottimo mondiale in Russia. In attacco Correa, che prende il posto di Felipe Anderson, sarà un’alternativa di livello a Luis Alberto: la vera incognita resta però il sostituto di Immobile, a cui la società biancoceleste non è riuscita a trovare un vice adeguato non essendo riuscita a piazzare Caicedo. L’altro problema, a cui la società non ha saputo trovare rimedio, è il portiere: il giovane Strakosha, che nello scorso campionato aveva dimostrato più volte di non essere ancora pronto per fare il titolare di una squadra ambiziosa ad alti livelli, ha avuto anche una lunga problematica fisica durante la preparazione che gli ha fatto saltare praticamente tutte le amichevoli precampionato. A dieci giorni da Lazio-Napoli i tifosi biancocelesti sono così costretti a sperare in Silvio Proto, l’estremo difensore 35enne belga ex Olympiakos.
I tifosi giallorossi, dopo aver atteso invano Malcom, sperano in un colpo ad effetto di Monchi. Il ds ex Siviglia ha cambiato molto e la rosa a disposizione di Di Francesco è piena di incognite: Olsen, il portiere prelevato dal Copenaghen, sarà in grado di sostituire degnamente Alisson? O il suo posto sarà presto preso dall’esperto Mirante acquistato almeno inizialmente come vice? Cristante, dopo l’ottima stagione di Bergamo, si ripeterà a Roma? O i tifosi giallorossi rimpiangeranno Nainggolan? Ed ancora: il diciannovenne Kluivert si ambienterà? Under si confermerà? Pastore riuscirà a rilanciarsi, dopo alcune stagioni non positive, in un ruolo in cui non ha neppure mai giocato? Tantissime, decisamente troppe, sono le domande sulla nuova Roma che, più che di una rivoluzione, aveva bisogno di alcune operazioni mirate e sicure per rinforzare una rosa che lo scorso anno era risultata tra le migliori quattro d’Europa. Ora, invece, non ci sono certezze. Solo incognite.
Articolo di Luca Fiorelli.