Meryl Streep da Oscar: un’impossibile Top Five

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Di Redazione Metropolitan

Non c’è niente che non sia stato già scritto sull’eleganza, la classe e il talento di Meryl Streep. Donna e attrice straordinaria, interprete di oltre cinquanta film. Nel corso della sua lunga carriera, iniziata nel 1977, ha letteralmente conquistato il mondo del cinema e soprattutto Hollywood. L’Academy le ha infatti riconosciuto ben ventuno candidature tra Miglior Attrice Protagonista e Non Protagonista. Ventuno nomination (di cui tre vinte) per ventuno film memorabili. Tra queste abbiamo provato a stilare una mini classifica, pur sapendo di non poter accontentare tutti. Ecco la Top Five di Metropolitan Magazine.

Il cacciatore

Meryl Streep e Robert De Niro in una scena di Il cacciatore (1978) - Photo credit : web
Meryl Streep e Robert De Niro in una scena di Il cacciatore (1978) – Photo credit : web

In ordine cronologico più che di importanza, iniziamo con Il cacciatore (1978) di Michael Cimino. Secondo lungometraggio in assoluto per Meryl Streep e prima candidatura all’Oscar per la Miglior attrice non protagonista. Streep recita accanto a mostri sacri del calibro di Robert De Niro, Christopher Walken e John Cazale senza perdere un colpo. Il ruolo della sua Linda è piccolo e marginale, lontano dall’epicentro della trama in Vietnam. Ciononostante l’interpretazione rimane impressa nel cuore e nella memoria del pubblico, tanto da sembrare un personaggio molto più presente di quanto sia in realtà.

Kramer contro Kramer

Dustin Hoffman e Meryl Streep in una scena di Kramer contro Kramer (1979) - photo credit: web
Dustin Hoffman e Meryl Streep in una scena di Kramer contro Kramer (1979) – photo credit: web

Appena un anno dopo il debutto nell’Olimpo hollywoodiano, Meryl Streep riceve la seconda nomination e il primo Oscar per la Migliore attrice non protagonista (1980). Il film naturalmente è Kramer contro Kramer (1979) di Robert Benton. Essendo un dramma giocato interamente sul conflitto personale ed emotivo di una coppia, poteva essere interpretato solo da grandi attori, come Streep e Hoffman. Semplicemente magnifici, entrambi sono riusciti a restituire il dolore, l’egoismo e la tensione del divorzio, inteso come ultima misura di un grande amore mal riposto.  

La scelta di Sophie

Meryl Streep in La scelta di Sophie (1982) - Photo credit: IMDB.com
Meryl Streep in La scelta di Sophie (1982) – Photo credit: IMDB.com

Nel 1983 arriva il primo grande Oscar per la Miglio Attrice Protagonista, grazie a La scelta di Sophie (1982), di Alan J. Pakula. Considerato uno dei capolavori del recente cinema statunitense, è sicuramente il ruolo drammatico per eccellenza nella filmografia di Meryl Streep. La parola che forse più di tutte descrive quest’interpretazione è straziante. E non è solo la tragicità della trama a determinarlo, ma appunto l’intensa e profonda immedesimazione della Streep nel mondo lacerato di una “sopravvissuta”. Quel che resta di Sophie, infatti, è una donna sopravvissuta ad Auschwitz e una madre sopravvissuta ai figli. Un’anima, spezzata dalle scelte compiute e dai traumi vissuti, che fugge inutilmente dal passato.

The Iron Lady

The Iron Lady (2011) - Photo credit: IMBD.com
Meryl Streep in The Iron Lady (2011) – Photo credit: IMBD.com

La terza statuetta, ancora una volta per la migliore protagonista, arriva nel 2012 con The Iron Lady (2011) di Phyllida Lloyd. Meryl Streep naturalmente interpreta Margaret Thatcher, la Lady di ferro del governo britannico, forse uno dei personaggi storici più controversi della storia contemporanea. La grande difficoltà del ruolo stava proprio nel portare il pubblico dalla parte dello squalo. Ciò che rimane del film, al di là della reale visione politica della Thatcher, infatti, è la forza, la determinazione di questa donna in un mondo di uomini. Il potere del personaggio permette inoltre di far emergere tutta la dignità e la fierezza della figura della Streep.

Il diavolo veste Prada

Il diavolo veste Prada (2006) - Photo credit: IMDB.com
Meryl Streep in Il diavolo veste Prada (2006) – Photo credit: IMDB.com

Non si può che terminare con la favolosa Miranda Priestly. Il diavolo che veste Prada è proprio lei, indiscussa protagonista del film, tanto da ricevere l’omonima candidatura all’Oscar nel 2007. Questo personaggio così potente oscura totalmente Anne Hathaway. Quasi la divora, regalando al pubblico una delle figure più riconoscibili, affascinanti e divertenti del cinema contemporaneo. Non si tratta di un semplice ruolo “leggero”, anzi i ruoli comici per gli attori drammatici possono rappresentare una vera sfida. Con Il diavolo veste Prada (2006), Meryl Streep dimostra una versatilità disarmante, la perfezione in ogni ruolo, confermata dalla più recente candidatura (2017) per Florence.

Una riduzione sofferta

È impossibile soffermarsi su tutti i film che meriterebbero una menzione. Il volto, la voce e la gestualità di Meryl Streep sono ormai impressi a fuoco nei ricordi di intere generazioni di spettatori.  Il suo nome sarà sempre legato ad alcune fra le più belle e tormentate storie d’amore mai raccontate (La mia Africa, I ponti di Madison County, …). O continuerà nel tempo a essere associato a modelli femminili forti e autorevoli, come la Kay Graham in The Post. Quel che è certo è che Meryl Streep rimane la regina del cinema contemporaneo, la donna dei record hollywoodiani. E noi non aspettiamo che un’altra incredibile interpretazione.

Articolo di Valeria Verbaro

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