Donald Trump torna a dare battaglia sulla protezione dei confini con il Messico, perennemente “bucati” dall’immigrazione clandestina, rispolverando uno dei punti chiave del suo programma già da prima dell’insediamento nel ruolo di presidente.
Dopo un’iniziale abbassamento dei dati riguardanti l’immigrazione clandestina attraverso i confini con il Messico, il flusso migratorio verso gli Stati Uniti è tornato nuovamente alle sue dimensioni preoccupanti.
“Abbiamo recentemente visto i numeri degli attraversamenti illegali del confine risalire ai livelli precedenti dopo il minino degli ultimi 40 anni registrato in aprile dell’anno scorso” – ha comunicato il Segretario per la Sicurezza Interna, Kirstjen Nielsen.
Nell’attesa della costruzione, se mai giungerà a termine, del maxi muro voluto da Donald Trump, lo stesso ha proposto una misura tampone. Il presidente degli Stati Uniti ha ordinato al dipartimento per la Difesa e a quello per la Sicurezza di pianificare, insieme ai governatori locali, il collocamento lungo i confini sud con il Messico della Guardia Nazionale.
“La sicurezza delle frontiere riguarda la sicurezza interna che è a sua volta è sicurezza nazionale. La minaccia è reale, è il momento di agire. I trafficanti sanno che queste persone non possono, per legge, essere facilmente rimandante nei loro Paesi. Non permetteremo che i precedenti livelli d’immigrazione diventino la norma” – ha affermato il Segretario per la Sicurezza Interna, Kirstjen Nielsen.
La misura ordinata da Donald Trump di dispiegare forze della Guardia Nazionale ai confini sud con il Messico, dovrà ora essere formalizzata con la firma, si dice anche oggi, dell’ordine stesso. Tuttavia, il governatore dell’Arizona, Doug Ducey, e quello del Texas, Greg Abbott, tra gli stati ai confini con il Messico, hanno già accolto con favore l’iniziativa.
“L’odierna azione dell’amministrazione Trump rafforza l’impegno del Texas per la sicurezza della nostra frontiera e per la difesa dello Stato di diritto, e per questo esprimo il mio ringraziamento e il mio appoggio – ha sottolineato Doug Ducey -. Washington ha ignorato questo problema per troppo tempo […] c’è bisogno di aiuto“.