Altra fermata per l’inarrestabile treno di Metrò. Giovedì 15 febbraio la locomotiva di Metropolitan Magazine Italia è arrivata nel locale romano Condominio Marconi, dando vita ad un nuovo evento all’insegna della cultura e dell’ottima musica.
Anche questa serata è stata caratterizzata dalla presenza di molti ospiti, provenienti da mondi diversi ed uniti per l’occasione sotto il marchio di Metrò.
Basilio Petruzza ha aperto la serata, presentando il suo ultimo romanzo e concedendoci un piccolo scorcio sulla vita e le passioni di un giovane scrittore; Carlo Valente e Sergio Andrei hanno inondato il locale della loro musica, rapendo l’attenzione dei presenti già dalle prime note; Nunzia Mita, nota a tutti come La Ragazza Del Chewin Gum, ha presentato per noi l’intero evento, regalandoci la sua contagiosa allegria ed onorandoci con una delle sue famose sculture, creata al momento per Metropolitan Magazine; Renzo Maggiore ci ha fornito una breve anteprima del suo nuovo libro, “Saper Essere”, ed anche questa volta i Dickson Experimental Sound ci hanno accompagnato fino alla fine, con il loro travolgente DJ set.
Il primo protagonista dell’evento Metrò è stato quindi Basilio Petruzza, un giovane scrittore che ha all’attivo tre romanzi: “Frantumi” (2012), “La neve all’alba” (2015) e “Io basto a me stesso” (2016).
Nato a Zurigo nel 1991, di origini siciliane ma romano d’adozione, Basilio possiede un blog chiamato “#tutteleparolecheposso” in cui racconta e condivide la totalità del suo variegato mondo artistico. Perché variegato? È presto detto: l’artista è anche autore della canzone “Io basto a me stesso” (omonima del romanzo) proposta a Sanremo Lab nel tentativo di rientrare nella selezione dei giovani per la sessantatreesima edizione del Festival della musica italiana. Tuttavia, molti testi non hanno ancora visto la luce del sole: Basilio, infatti, attende la giusta occasione per rivelare i suoi inediti al pubblico.
Nella bellissima cornice del Condominio Marconi, ha presentato al pubblico il libro “La neve all’alba”, secondo scritto della sua giovane carriera. La trama del romanzo tratta la delicata tematica della pedofilia: Mauro, dopo la morte del padre, è vittima di abusi sessuali.
Lo scritto ci porta attraverso il percorso di crescita di questo bambino che, come tutti, diventerà uomo superando dolori ed interrogativi. La speranza. Sarà proprio questo sentimento ad aiutare Mauro nel suo cammino.
I ragazzi di Metrò hanno rivolto, a margine della presentazione del testo, delle domande al giovane artista. Ecco il video dell’intervista.
https://www.facebook.com/metropolitanmagazineitalia/videos/766405916881957/
Tematiche forti, raccontante con enorme sicurezza e naturalezza. “La neve all’alba” è la voce della speranza per chi, molto spesso, non trova le giuste motivazioni per ribellarsi ad un destino crudele e segnante. Un auspicio di una vita migliore al netto di dolori passati.
Altro ospite di questa serata ricca di cultura, il serafico Renzo Maggiore che raggiunge i nostri microfoni per parlarci del suo ultimo libro in uscita: Saper Essere.
Renzo è un formatore e un coach olistico, un poeta e anche un cantautore, in questo suo ventitreesimo titolo pubblicato ha racchiuso la filosofia e gli insegnamenti collezionati nel corso della sua ventennale carriera.
Chiediamo delucidazioni sul volume che ha in mano e Renzo ci rivela che “Saper Essere” è una guida, un percorso di auto-analisi utile a comprendere i processi emozionali e relazionali allo scopo di migliorarsi e crescere con se stessi e con gli altri. “La vera riforma sociale sta nel ripartire dalle emozioni delle singole persone” afferma l’autore, invitandoci il 23 Febbraio alle 18:00 al Roma Scout Center alla presentazione ufficiale del libro, occasione per partecipare a un breve workshop gratuito appunto sul Saper Essere.
Un altro gradito ospite dell’evento Metrò organizzato dai ragazzi di Metropolitan Magazine Italia è stato Carlo Valente, cantautore romano che si è esibito al Condominio Marconi sfoderando il suo talento travolgente. A tal proposito l’artista si definisce cantautore nella vita e uomo sul palco.
Autore romantico, eclettico ed irriverente, capace di fondere il suo mondo introspettivo ed intimo condendolo con l’inconfondibile accento della sua terra natia che rivive in ogni suo componimento artistico.
Carlo Valente nasce a Rieti nel 1990 e fin dalla tenera età si avvicina all’universo musicale innamorandosi della fisarmonica che studierà fino al compimento dei diciassette anni. Compone i suoi primi brani su un piccolo pianoforte, ispirandosi ai grandi cantautori italiani. Il 12 ottobre 2013 partecipa con le sue canzoni alla manifestazione “Costituzione: la Via Maestra” organizzata dalla FIOM e svoltasi a Piazza del Popolo in Roma.
Nel 2014, invece, esce il suo primo EP dal titolo “COLLEzioni” che verrà seguito da un piccolo tour, e nel 2015 partecipa all’evento “Noi non ci Sanremo” organizzato da Luigi “Grechi” De Gregori e Francesco Pugliese all’Asino che Vola, esibendosi sul palco assieme a Francesco De Gregori.
Vincitore della prima edizione del premio “Duel-cantautori a confronto” svoltosi a Torino nel 2015, Valente è stato finalista, piazzandosi al primo posto, per il “Miglior Testo” al “Premio Bindi” 2015 con il brano “Tra l’altro”, dedicato a Federico Aldrovandi. Inoltre, è arrivato all’ultimo atto della manifestazione “Premio De Andrè, Bertoli” e al festival “Botteghe D’Autore 2015”.
Nel marzo 2017, infine, è uscito il suo primo album dal titolo “Tra L’Altro…”
Nell’intervista, il cantautore parla della recentissima fiction, targata Rai, incentrata sulla vita di Fabrizio De Andrè e della vittoria del premio “Voci per la libertà Amnesty International” con la canzone “Crociera Maraviglia”.
A sorprenderci, poi, è Sergio Andrei, giovanissimo cantautore che nasconde in un’apparente timidezza un intenso grido di passione e determinazione.
Difficile da categorizzare, Sergio è un cantastorie, un poeta che intona il pathos della ribellione e della malinconia.
Con un cappello che ricorda l’intramontabile De Andrè, il ragazzo ci racconta proprio il suo amore per quel genere di cantautorato, che oggi si sfuma nella narrativa del vuoto: “Tra tutti, il mio più grande punto di riferimento è De Andrè, è una forma di amore. Dopo di lui si è perso il vero modo di fare arte, che è quello di descrivere la profondità. Oggi, invece, quasi ci si vanta del racconta il nulla. Questo vale per tutto, dall’arte alla politica”.
La delicatezza di Sergio, in realtà, è solo il bel viso di un’anima ribelle. Ognuno sceglie l’arma per la protesta, quella di Andrei è la poesia e la musica. Un talento sofisticato che richiede un ascolto attento e profondo.
E’ proprio dalla scrittura che nasce la sua passione per la musica e, infatti, ci racconta: “Ho iniziato ad approcciarmi alla musica da un punto di vista testuale, raccontare storie: ho iniziato a scrivere poesie. Ho scelto, poi, la musica perché credo sia uno dei miglior modo per esprimere e raccontare. “
E come tutti i poeti ribelli soffre per le definizioni, anche per quelle che oggi si plasmano sulle mode del momento. Per questo, Sergio, rimane sospeso tra le categorie, tra l’indie e la troupe: “l’uno dal cantautorato e l’altro dal rap, sono oggi considerate più mode che generi, risentono dei cambiamenti sociali.”
E, dopo le parole, Sergio Andrei è esploso con la sua esibizione, e forse lì è uscita fuori la sua vera natura. Una performance viva, accompagnata dai suoi commenti. Una canzone che, non solo emoziona, ma fa riflettere: una funzione sociale. E la sua ribellione alla vanità del nulla.
Qui di seguito il video dell’intervista ai cantanti.
https://www.facebook.com/metropolitanmagazineitalia/videos/766428833546332/
Con il sound unico ed inconfondibile dei Dickson Experimental Sound si è conclusa la serata, ed il treno di Metrò lascia il Condominio arricchito di un nuovo vagone, carico di emozioni nuove, ineguagliabili e sorprendenti.
Appuntamento quindi alla prossima fermata, che si terrà ancora una volta nello splendido Condominio Marconi il 1 marzo.
Non esitate, Jump on the Metrò.
Report di Andrea Mari , Rossella Papa, Marco Aquilanti ed Antea Ruggero
Photo: Giusy Chiumenti