Il sipario del Metropolitan Opera rimarrà abbassato almeno per un altro anno. Lo annuncia lo stesso teatro newyorkese che inizialmente prevedeva di riprendere la stagione 2020-21 con il gala di Capodanno. La pandemia resta una minaccia e i costi di gestione di una struttura da 3.800 posti non consentono di riaprire con una capacità ridotta. Per il Met è la peggiore crisi in 137 anni di storia. 

Secondo il New York Times, la decisione rischia di innescare una reazione a catena per la vita artistica e culturale della Grande Mela, a partire dalle mille luci di Broadway, i cui teatri sono chiusi dallo scorso marzo. Lo stesso vale per le sale sinfoniche, i locali rock, i cabaret, gli spazi di danza e altre istituzioni di arti dal vivo alle prese con la pandemia e sull’opportunità o meno di riaprire con capacità ridotta. Il rinvio del Met, la più grande organizzazione nazionale di arti dello spettacolo, potrebbe rivelarsi pertanto un pericoloso campanello d’allarme.

Metropolitan Opera chiuso ancora per un anno

L’epidemia ha tenuto chiuso il teatro dell’opera da metà marzo, privandolo di oltre 150 milioni di dollari di entrate e lasciando a casa circa mille dipendenti a tempo pieno, tra cui l’orchestra e il coro la cui fama è nota a livello mondiale, temporaneamente licenziati senza paga da aprile. Ora, con il virus ancora troppo pericoloso per consentire una riapertura a Capodanno, come sperato, Peter Gelb, il direttore generale del Met, sta progettando di adattarsi a un mondo trasformato dalla pandemia, anche cercando di frenare gli alti costi di gestione e manodopera dell’azienda.

«Il futuro del Met dipende dal fatto che è artisticamente più potente che mai, se non di più», ha detto Gelb. «Le esperienze artistiche devono essere migliori che mai per attirare il pubblico. Occorre tuttavia lavorare sui costi».

Il direttore ha voluto al contempo rassicurare finanziatori e clienti appassionati sui solidi piani del Met annunciato al contempo una formazione ambiziosa per il 2021-22. Lo sforzo più complicato sarà fatto però fuori dal palco: Gelb ha infatti chiesto  ai sindacati della compagnia di accettare concessioni per il taglio dei costi che, secondo lui, saranno necessari nel mondo post-pandemico e che altre importanti organizzazioni artistiche e degli spettacoli hanno iniziato ad attuare.