Intervista a Michela Giraud: “Mi ispiro alla realtà”

Michela Giraud
L’attrice e stand up comedian Michela Giraud in uno scatto per la copertina digitale di Metropolitan Magazine Italia- photo credits: a cura di Giusy Chiumenti

Michela Giraud è un attrice e cabarettista italiana di origini romane. Due lauree nell’ambito storico artistico e un diploma d’attrice al Teatro azione. Una specializzazione in Teatro e arti drammatiche/teatrali, sancisce definitivamente il talento artistico di questa giovane donna. Michela è semplicemente vera e parla a tutti della sua quotidianità, regalando al pubblico risate spontanee e mai scontate. Ecco l’intervista a Michela Giraud.

Intervista a Michela Giraud

La sua carriera è decollata ufficialmente quando nel 2015 è entrata a far parte del cast del programma televisivo “Colorado”. Da quel momento ha vissuto una crescita progressiva, che le ha permesso di fare esperienze uniche, per ultima la scrittura di “TEA”! Il libro è stato scritto insieme a Daniela Delle Foglie, Laura Grimaldi e Serena Tateo. Insieme hanno presentato il romanzo nella serata di sabato 18 ottobre 2020. Tea, nasce dalla collaborazione di penne autentiche, originali e soprattutto non scontate.

La redazione di Metropolitan Magazine, ha intervistato Michela Giraud in occasione della presentazione del libro “Tea. Storia (quasi) vera della prima messia” presso lo spazio polifunzionale del MONK di Roma.

1.Michela Giraud, citando il tuo libro “Tea. Storia (quasi) vera della prima messia”, che cosa succederebbe nel mondo se all’improvviso arrivasse la prima messia donna?

Mi farebbe molto ridere se Tea iniziasse a scardinare l’esistente facendo il contrario. Ad esempio mi farebbe molto ridere se la prima messia diventasse una concorrente del Grande fratello e tutti i concorrenti iniziassero a parlare di semiotica oppure di biologia. Insomma immaginate Denis Dosio che parla di canto oppure Tommaso Zorzi che si destreggia sul significante e significato. Chissà se l’auditel schizzerebbe, o scenderebbe. La messia dovrebbe arrivare per sovvertire e sconvolgere tutto quello che esiste. In fondo nel libro Tea sconvolge le vite delle protagoniste.

2.Tea è interessante, è cresciuta tra Leonardo Da Vinci e Di Caprio, tra Margherita Hack ed Amy Winehouse. Perchè “le donne devono tornare ad essere donne, ovvero devono smetterla di sentirsi pari all’uomo”. Puoi spiegarci quest’affermazione?

E’ una provocazione, siamo quattro ragazze abbastanza indipendenti e vogliamo sovvertire qualsiasi pregiudizio che qualsiasi lettore potrebbe avere, ad esempio che “Tea” sia un libro “mangia uomini”. E’ proprio il pensiero iniziale, la nostra messia, per fare il gioco del padre, secondo una sua interpretazione, è una messia maschilista, Tea all’inizio sarà così, ma è un personaggio che si evolve.

Michela Giraud
Michela Giraud-photo credits: Giusy Chiumenti

3.Hai scritto che “la più grande delle battaglie delle donne di Roma Nord” è “quella contro il tempo”, la tua battaglia qual’è?

La mia battaglia? la libertà di essere quello che si è. Diciamo che la mia non è una battaglia, piuttosto è cercare di trovare veramente una maggiore espressione di libertà per i giovani. Ho sempre cercato di comunicare me stessa, senza filtri, censure o non come gli altri mi volessero vedere, non me ne sono mai preoccupata. Ho sempre cercato di essere com’ero nel bene e nel male. Trovo che molte persone siano interessanti quando appaiono in tutte le loro debolezze, quando si lasciano andare, quando mostrano delle meschinità. Tutti cerchiamo di apparire al meglio ma siamo anche delle persone meschine e trovo che ciò che ci renda molto più interessanti.

4.Perchè nel nostro paese è ancora difficile accostare la figura femminile a quella della Stand up comedy? tutta colpa delle “fregne mosce“? (citando “Gli effetti del cattolicesimo“)

Dipende di quale Italia parliamo, non esiste più un pubblico univoco, prima c’era la Rai, Mediaset e per pochi eletti, Telemontecarlo. Ora credo che esistano tante piccole bolle. Sono cosciente che il mio personaggio e il mio modo di fare stand up non interessi determinate persone. Ho tuttavia una fascia ampia di persone che vanno dai 15 ai 50 anni, che apprezzano quello che sono e che faccio. Uscendo da questa bolla l’Italia è un paese in cui c’è ancora una forte predominanza maschile riguardo alle principali funzioni.
Ci si aspetta ancora che l’uomo sia il capo e molto meno che una ragazza si esponga. Il rischio secondo molti? Che una donna non trovi marito o compagno, una banalità retrograda di cui io non mi curo. Grazie al cielo l’Italia è un paese trasversale, non me ne preoccupo molto, non sarei dove sono.

Michela Giraud
La stand up comedian in alcuni scatti fotografici-photo credits: Giusy Chiumenti

5.Michela ma cosa o chi, ti ispira nel tuo lavoro quotidiano? hai dei riti segreti che vuoi svelarci ?

Sono una persona di stomaco, ci sono cose che trovo un po’ diverse dal mio modo di pensare e quando mi lasciano perplessa, per me sono tutte grandi ispirazioni. Anche le fregne mosce, essendo cresciuta in quell’ambiente sono illuminanti. Il mio vissuto è importante nel lavoro che faccio quotidianamente.

6.Ci sono delle donne che ti hanno ispirato in questo lavoro?

Prima rispondevo sempre con l’ansia di dire si, a lungo andare mi sono ispirata molto a me stessa.
In occasione di un particolare omaggio, ho scoperto approfondendola, la figura straordinaria di Franca Valeri. Franca ha scritto un libro “Le donne“, una serie di lettere tra cui quella al cognato, un elenco in cui non sopporta i nipoti durante il natale ed afferma “pensa che io e te trent’anni fa siamo stati a letto insieme e non se ne è accorto nessuno; la vita ha delle verità che a volte è insopportabile.

E’ difficile che io mi soffermi su qualcosa che mi sconvolga, invece Franca mi ha sconvolta. L’ho scoperta in modo approfondito solo recentemente pur conoscendola, durante il ritiro per il Premio della Satira 2020.
E’ una donna elegante, altera con uno spiccato senso del cinismo. Franca parla di fasi della borghesia che si cristallizzano nella loro povertà d’animo. Mi ricorda la commedia romana, Mario Monicelli e Alberto Sordi. Anche l’ultimo spettacolo di Anna Marchesini è stato un esperienza che non dimenticherò mai, come la conoscenza con Paola Cortellesi, Virginia Raffaele, Serena Dandini con cui ho fatto “La tv delle ragazze” e poi Sabrina Guzzanti. Ho avuto il piacere di conoscere molte attrici ma Franca Valeri mi ha forgiato.

Michela Giraud
Michela Giraud durante lo shooting fotografico presso lo spazio polifunzionale Monk di Roma-photocredits: Giusy Chiumenti

7.Sappiamo che sei tra le poche tifose giallorosse in una famiglia bianco celeste, come sei finita a tifare la squadra della capitale in un gruppo di meme Facebook come Schick?

Sono fidanzata con un ragazzo che lavora per TeleRadioStereo 92.7, è stato proprio lui a consigliarmi la pagina. La Roma vive dei tempi medi da quinto posto, da “aurea mediocritas!” Non rimaneva che riderci su con dei meme che mi divertono molto. Così sono finita su questa pagina. La selezione è molto forte, specie sulle ragazze per via delle battute spesso hardcore.

8.Quando hai detto “voglio salire sul palco”?

Subito dopo la laurea ho deciso di intraprendere seriamente questo percorso. Nonostante la mia insegnante mi dicesse che non avrei potuto recitare. Sono andata avanti per la mia strada perchè non si puntava sul comico.E’ un errore che le scuole di teatro in passato facevano, cioè far passare l’attore comico come attore di serie b. Io sentivo che mi serviva quell’impostazione, ma volevo anche fare dell’altro, qualcosa che fosse mio e così grazie a Saverio Raimondo e Stefano Vigilante ho lavorato sodo, arrivando a Colorado, ora eccoci qui.

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Michela Giraud posa presso lo spazio polifunzionale di Roma, Monk, con il suo libro, (ora in tutte le librerie) “Tea. Storia (quasi) vera della prima messia” -photo credits: Giusy Chiumenti

9.Sei stata tra le protagoniste di “Colorado“, programma televisivo che ti ha dato l’accesso al grande pubblico. Hai un aneddoto da raccontarci che ricordi rispetto a quel periodo?

Ne ho molti ma non scorderò mai la prima volta che sono salita sul palco. C’era Valeria Graci che cercava di spingermi a buttarmi sul palco dicendomi “dai su che ti aspetta tutta la vita così!”. Colorado era un programma completo e molto organizzato, un kit dell’attore mestierante che va sempre in viaggio. Mi colpì tantissimo.

10.La rifaresti come esperienza?

No, come presentatrice si, mi ha insegnato tante cose come ad avere a che fare con gli autori, gli editori, i tempi delle pubblicità, mi ha insegnato a prendere la camera, lo auguro a chi come me vuole fare questo lavoro. Colorado è stato duro, ad oggi l’esperienza più impegnativa.

Michela Giraud
L’attrice Michela Giraud -photo credits: Giusy Chiumenti

11.Hai fatto anche parte del cast del ritorno de “La tv delle ragazze“, come hai affrontato un ambiente lavorativo di donne? c’è stata più sinergia o una sottile implicita rivalità?

Nessuna rivalità perchè parliamo di professioniste del settore e di carriere incredibili. Lella Costa, Angela Finocchiaro, Sabrina Guzzanti, Cinzia Leone con cui ho riso davvero tanto, Carla Signoris e le sue risate. Tutte erano meravigliose e per me tutte erano tante “Diego Armando Maradona“. La Tv delle ragazze è stata un esperienza stupenda.

Michela Giraud
Michela Giraud per Metropolitan Magazine Italia-photo credits: Giusy Chiumenti

12.In passato la danza classica e la storia dell’arte e alla fine invece finisci per fare la comica. C’è un nesso tra tutte le tue esperienze?

Ho ballato molto, ma in età adolescenziale ero molto insicura. Io e la danza eravamo come due rette parallele all’epoca. La danza è stata una pagina molto dura. Ad oggi la riprenderei subito, sento che il mio corpo pian piano si è iniziato a ribellare. Per ora mi dedico allo yoga ma vorrei assolutamente riprenderla.

13.L’esperienza di scrivere un libro. Era nella lista dei tuoi desideri?

Scrivere un libro mi ha dato molto e mi ha riportato al periodo in cui ero studentessa all’università. Avevo tralasciato questo aspetto della mia personalità ma credo che se nasci studente, lo stare seduto e il nutrirsi di quello che si studia, mentre fuori c’è il mondo, sia un percorso unico e che regala una pace inestimabile.

Mi era mancato perchè il lavoro porta via suo malgrado questi aspetti. Ho pareggiato gli anni di studio con quelli di carriera, sai quando ti sposi e poi ti lasci e poi ti rimetti insieme? sono un po’ casinara, ma quando mi siedo e scrivo, penso, mi fermo, rifletto e credo che esca la parte migliore di me. Quello che io scrivo, è la cosa migliore che io possa essere. Affido alle parole tutti i miei sentimenti, affidandole soprattutto al tempo. Scrivere? lo rifarò, la scrittura ti eleva, ti rende un fachiro. Non è stato estraniante o avulso, è bello.

Michela Giraud
Michela Giraud durante lo shooting fotografico-photo credits: Giusy Chiumenti

14.A Roma tu, Liliana Fiorelli, Angelica Massera. Un gran bel fermento nella capitale per la comicità al femminile. Qual’è oggi il ruolo della donna nel settore comico? Ci sono forse dei limiti nell’immaginario per cui una donna molto bella fa fatica ad essere vista anche molto simpatica?

Non so di che parli, non esistono ruoli diversi per me. Non ci sto, voglio superare questa realtà avvilente. Al di là del fatto che sia una bella ragazza, ho scritto tre monologhi e mi piacerebbe ricevere più domande a riguardo che in merito al ruolo della donna. La donna non ha ruoli e mi dispiace per chi ancora la pensa in questo modo!

15.Qual’è il tuo monologo preferito?

Ho un monologo che rappresenta l’amore della mia vita, è molto forte. Si chiama “La sincerità”. Non è un monologo online, non amo mettere i miei monologhi sul web perchè mi rappresentano in modo intimo. La dimensione del live è un accordo non scritto tra spettatore ed autore. Fortunatamente è stato condiviso da Comedy Central News.
Ha spopolato tra le adolescenti, anche su Tik Tok. Attualmente lo rifarei ma dal vivo perchè ritengo che sia importante lasciare qualcosa allo spettatore e non sempre il web è in grado di farlo. Si rischia di perdere il significato del momento, del flusso, dell’istante in cui si comunica quello che si voleva dire alle persone.

16.Stai già lavorando su futuri monologhi?

si, sto pensando ad un monologo sulla taglia 46 perchè ho notato molta omertà nel parlare di taglie sopra la 42 e delle volte in questo paradosso è peggio essere una taglia 46 piuttosto che essere un evasore fiscale. Per il resto potrebbe essere tutto, mi lascerò andare alle ispirazioni, come sempre.

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Silvia Pompi