Sul tavolo del Consiglio Europeo tenutosi ieri vi erano i due temi più scottanti per il futuro dell’Unione Stessa: l’immigrazione e la Brexit.
Al termine dei lavori, è stato il presidente del Consiglio Europeo Tusk a dire che sia necessario fare di più in supporto dell’Italia e della Grecia, in prima linea nella gestione dei flussi migratori (destinati ad aumentare ulteriormente, date le buone condizioni meteo).
«Sul tema migratorio – ha poi aggiunto Tusk – credo che l’Italia possa essere soddisfatta dalle conclusioni raggiunte, anche se sappiamo bene che i problemi con cui ci dobbiamo confrontare non si risolvono con le conclusioni di un documento del Consiglio europeo». Tuttavia, i leader europei hanno stabilito che nelle prossime settimane saranno concordate delle misure di aiuto per l’Italia. Di fatto, quindi, non sembra essere cambiato nulla, anche se il premier Gentiloni ha espresso soddisfazione per le parole di Tusk.
Fumata nera invece per le proposte britanniche riguardo la Brexit. La premier May aveva infatti avanzato l’idea di concedere la residenza (con pieni diritti) ai cittadini europei residenti nel Regno Unito da almeno cinque anni. Proposta respinta al mittente dal Presidente della Commissione Juncker, che l’ha bollata come “insufficiente”.
Ma la May insiste: la sua è stata una proposta “giusta e seria”, ma chiede anche certezze per il milione di cittadini britannici che vive nel continente europeo. Ha poi aggiunto che con la Brexit il Regno Unito abbandonerà l’Unione Europea, ma non l’Europa, ribadendo inoltre che la Gran Bretagna voglia una partnership “profonda e speciale” con Bruxelles.
Si coglie, in quest’ultima espressione della May, tutto il timore per quella che rischia di presentarsi come una hard Brexit, per la quale i sudditi di Sua Maestà si troveranno a pagare un conto veramente salato alla fine. Ma un minimo spiraglio viene da Donald Tusk: «La mia impressione è che la proposta della May va al di sotto delle nostre aspettative e rischia di peggiorare la situazione per i cittadini, ma la valuteremo una volta che avremo tutti i dettagli».
La May ora, senza ancora una maggioranza parlamentare salda e con Bruxelles che tiene il coltello dalla parte del manico, non potrà far altro che cedere. Lentamente, ma inesorabilmente.
Lorenzo Spizzirri