Varsavia – L”Italia chiede ancora una volta l’apertura dei porti per affrontare le nuove ondate di migranti. Frontex si impegna a rivedere l’operazione Triton. Gli Stati Membri dovranno impegnarsi a rafforzarla.

Questo il comunicato di Fabrice Leggeri, riguardo il nuovo fronte della crisi dei migranti. Alla riunione la delegazione italiana è stata guidata da Giovanni Pinto, direttore della polizia di frontiera. A Varsavia è stato dunque concordato che “sarà stabilito senza ritardi un gruppo di lavoro per identificare ulteriormente ed elaborare cosa deve essere rivisto nel concetto operativo di Triton alla luce delle decisioni già raggiunte a livello politico”.

Nell’incontro tenutosi a Varsavia, richiesto dall’Italia, si domandava di “rafforzare l’operazione Triton”. Tutti i partecipanti hanno infatti dovuto riconoscere la pressione straordinaria a cui è sottoposta l’Italia. Viene inoltre dichiarato che il Bel Paese “ha indicato che in caso di flussi massicci di migranti vorrebbe poterli sbarcare nei porti di altri Paesi”. Il gruppo di lavoro proposto, quindi,dovrà ” mettere a punto un nuovo piano operativo.” Solo in seguito avverrà un’ulteriore consultazione degli stati membri.

Frontex è inoltre “pronta ad espandere il suo sostegno all’Italia nei rimpatri” dei migranti che non hanno diritto alla protezione internazionale . Si impegna infine a collaborare nel definire un codice di condotta per le ONG che l’Italia sta già mettendo a punto.

L’Italia sembra soddisfatta, come suggerisce il Viminale, di una vittoria forse solo apparente. La polemica italiana è tuttavia sostenuta anche all’estero. Il ministro greco per le migrazioni Ioannis Mouzalas, definisce le richieste di Roma appropriate. Dichiara infatti: “un problema europeo ed internazionale non può avere una soluzione nazionale”. Non si fanno attendere, tuttavia, le accuse a livello internazionale. La Repubblica Ceca rimprovera l’Italia per non aver permesso i colloqui di sicurezza con dieci possibili candidati alla relocation.

Come funziona Triton e perché necessita di miglioramenti?

Triton è l’operazione di controllo delle frontiere della Ue condotta da Frontex. Essa deve controllare i flussi migratori nel Mediterraneo. Ha sostituito l’operazione Mare Nostrum nel novembre 2014, considerata ai tempi troppo costosa. Triton si basa oggi su contributi volontari degli Stati membri. Attualmente contribuiscono all’operazione solo 15 stati su 27. Sorge spontaneo chiedersi dove siano gli altri 12 e con quale autorità si sottraggano a una loro responsabilità morale prima che politica.

Naturalmente, essendo il contributo praticamente volontario, la somma di denaro spesa rimane irrisoria di fronte a quella spesa da Mare Nostrum, il cui finanziamento era interamente italiano. Tuttavia l’efficienza dell’operazione è stata inevitabilmente compromessa. Triton è nata come operazione di difesa, e nonostante il suo raggio d’azione si sia allargato nel 2015, tale essa rimane. Mentre Mare Nostrum si dava come obiettivo di salvare un migrante ancora prima che traversasse il Mediterraneo, Triton si limita ad aiutare i “pochi” (in relazione a coloro che partono) che arrivano. Più economico certo, ma a che prezzo? 

Il confronto tra Mare Nostrum e Triton

«Il piano operativo di Triton, concordato e sottoscritto con le autorità italiane, prevede che l’Italia sia il Paese ospitante» , si giustificano i responsabili. Ma come si giustificano, allora, le autorità italiane che hanno sottoscritto tale accordo palesemente ingiusto?

L’Italia ha quindi rivendicato la necessità di aprire tutti i porti europei come ospitanti, non solo quelli dei paesi del Sud. Questa sua richiesta è più che legittima e il fatto che sia stata ascoltata è già un passo avanti. Ciò che stiamo subendo è un’ingiustizia, nei confronti nostri e di chi lascia la sua casa per una vita migliore. Ci si augura che il gruppo di lavoro avrà l’onestà intellettuale di riconoscere la follia in Triton e il potere di modificarne il funzionamento.