La nave mare Jonio della ONG Mediterranea ha soccorso un gommone con 98 migranti. A bordo numerosi minori e donne incinte. Il salvataggio è avvenuto a largo della Libia.

Il salvataggio al largo della Libia

Questa mattina la Mare Jonio ha soccorso un gommone in avaria con a bordo 98 migranti, di cui molti bambini sotto i 10 anni.

Da quanto si apprende, i migranti avrebbero dichiarato che il gommone era in acqua da tre giorni e che aveva cominciato a sgonfiarsi la scorsa notte dopo un impatto con un’onda che avrebbe anche fatto cadere diversi migranti in acqua; al momento risultano disperse almeno 6 persone.

Il salvataggio è avvenuto a circa 70 miglia a Nord di Misurata, in Libia.

A seguito dell’avvistamento con apparecchiature radar, la nave dell’ONG ha prestato soccorso e trasbordato i migranti a bordo della nave. L’operazione è durata circa due ore e si è conclusa alle 8.35 di questa mattina.

I migranti a bordo

Sul gommone erano a bordo persone provenienti dai paesi africani di Costa D’avorio, Camerun, Gambia, Nigeria e Mali; di queste 26 sono donne, di cui 8 incinte, e 22 bambini sotto i dieci anni. Sono 6 i minori non accompagnati, ma i numeri sono ancora provvisori.

I migranti sono stati prontamente visitati dal medico di bordo, la dottoressa Donatella Albini, che ha registrato casi di ipotermia e condizioni psicofisiche precarie, in particolar modo tra i bambini.

Molti di loro presentano evidenti segni di tortura, nonché ustioni sul corpo dovute al contatto con la benzina trasportata sul gommone.

I migranti salvati dalla mare Jonio – Credit: Mediterranea saves humans / La Repubblica

Le dichiarazioni dei membri della ONG Mediterranea saving humans

“Alla nostra richiesta di istruzioni, il Centro di coordinamento del soccorso marittimo italiano ha risposto come sempre di riferirci alle autorità libiche. Abbiamo replicato che sarebbe impossibile per noi riferirci alle forze di un paese in guerra civile dove si consumano tutti i giorni torture e trattamenti inumani e degradanti, rispetto alla sorte delle persone soccorse, ora a bordo di una nave battente bandiera italiana, e la cui sicurezza è incolumità ricade sotto la nostra responsabilità. […] Abbiamo reiterato pertanto all’Italia la richiesta di istruzioni compatibili col diritto internazionale del mare e dei diritti umani”.

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