L’italia pressa l’Europa sull’argomento migranti nel nostro paese che negli ultimi anni sta mettendo a dura prova l’intero sistema di accoglienza.

Infatti il premier Gentiloni, durante l’incontro con i leaeder europei a Berlino, riunitisi in vista del prossimo G20, ha affermato : “Abbiamo internazionalizzato le operazioni di salvataggio ma l’accoglienza resta di un Paese solo. Questo mette il nostro Paese sotto pressione ma noi abbiamo un aspetto umanitario, di rispetto delle leggi e lo confermeremo. Non violiamo le regole o vogliamo rinunciare a un atteggiamento umanitario: siamo sotto pressione e chiediamo il contributo concreto degli europei”.

A proposito di ciò, serve infatti per l’Italia un aiuto concreto che non permetta al  paese di rimanere in ginocchio di fronte ad un’emergenza ormai conclamata. In risposta a tale appello il presidente della commissione  Ue Jean- Claude Juncker ha sottolineato la necessità e la volontà di non lasciare soli paesi come l’italia e la Grecia a fronteggiare questa crisi.

Ma siamo davvero solidali?

Ultimamente non si fa altro che parlare  di migranti, facendo sì che questa sia una parola ormai troppo usata e abusata. Ma chi sono i migranti? Ogni giorno vediamo alla tv scene di sbarchi e sembra quasi che tutto sia normale. Puntiamo il dito ad un’Italia che tra mille problemi si “preoccupa” di salvare e dare accoglienza a stranieri di cui non ci importa di sapere nulla.

Chi sono? Cosa fanno? Come si sentono?

Domande inutili per i più sapientoni che credono di sapere tutto o peggio, che pensano non sia necessario sapere. “So già ciò che basta”; “vengono qui a chiedere che cosa? Siamo già un paese in crisi non possiamo aiutarli”; “sono solo un costo per l’italia”.  Queste ed altre le frasi più comuni, i pensieri più diffusi tra la popolazione italiana che si vanta di essere la più solidale e generosa dell’UE. Ovviamente generalizzare sarebbe irrealistico e ingiusto nei confronti di chi, solidale lo è davvero. Ma tutti gli altri? Davvero si può essere così ingiusti verso un proprio “fratello”?  Si pensa mai che al loro posto potresti esserci tu o un tuo familiare? Non ti intenerisce il cuore nel vedere o solo nel pensare alla paura negli occhi di un bambino che ha visto la morte in tenera età?

I più “sapienti” di certo non pensano a queste immagini reali quando parlano di questi argomenti comodamente seduti ad un bar o alla fermata del tram. Già, si sa, c’è sempre un motivo per il quale ci si comporta in un modo e la verità in questo caso è che l’essere umano non può capire, non può immedesimarsi se non vive determinate situazioni. Peccato però che gli uomini non siano come le bestie e che abbiano un cervello oltre che un cuore da poter utilizzare con parsimonia e tatto quando in ballo ci sono argomenti che trattano di persone. Riflessioni forse un po’ scontate molti penseranno, ma che a quanto pare non sono condivise spesso dalla massa che crede di sapere quando in realtà dovrebbe solo tacere.

Rosanna Maurici