La Lega Nazionale Dilettanti, nei giorni scorsi, ha avanzato l’ipotesi di promuovere in Serie C le prime classificate dei nove gironi e di retrocedere in Eccellenza le ultime 4 squadre di ogni raggruppamento. Un’ipotesi, una proposta che, almeno per quanto riguarda le retrocessioni non rende felici le squadre interessate. Tra queste, e sono 36, figura ovviamente anche il Milano City del DG Andrea Scandola che, dopo l’intervento ai nostri microfoni di qualche settimana fa, si è concesso nuovamente a Metropolitan Magazine, sottolineando tutto il suo dispiacere, nonché quello della società meneghina, per questa proposta della LND che potrebbe essere approvata nel prossimo Consiglio della FIGC.
Milano City, DG Scandola: “Non pensiamo all’Eccellenza, vogliamo giocare in Serie D anche l’anno prossimo”
Senza girarci troppo intorno abbiamo subito chiesto al DG. Scandola cosa ne pensa della proposta della Lega Nazionale Dilettanti di mandare in Eccellenza le ultime 4 squadre di ogni raggruppamento. Una proposta che purtroppo coinvolge anche il “suo” Milano City, terzultimo nel girone B di Serie D. Il DG dei granata ci ha quindi risposto così:
È un bel problema. Non ci aspettavamo una decisione del genere, soprattutto perché per più di due mesi si era prospettato tutt’altro scenario e ora invece ci ritroviamo retrocessi così all’improvviso. È un duro colpo soprattutto considerando la situazione. Ora siamo in contatto anche con altre società per capire come muoverci e nei prossimi giorni vedremo come agire. Resta da dire che questa proposta è stata fatta, ma non è stata ancora ufficializzata, quindi aspettiamo di capire cosa vorrà fare, chi di dovere, con la nuova riforma. Una riforma che comunque, secondo me, andava fatta prima. Se non altro avremmo capito prima cosa sarebbe potuto succedere in termini di retrocessioni e tutto il resto. Si è deciso di far retrocedere 36 squadre senza un confronto e dopo 4 giorni si parla già di riforma. Chiariamoci, una riforma ci vuole perché il calcio dilettantistico e non ne ha bisogno, ma forse bisognava prima parlarne invece di lanciare una bomba simile per poi magari sentirsi dire, tra qualche giorno, che queste 36 retrocessioni non sono reali e magari, ancora, che la metà di queste verranno ripescate.
Nel caso di retrocessione confermata sareste quindi pronti a fare ricorso?
Ovviamente sì. Noi vogliamo giocare in Serie D anche l’anno prossimo e faremo di tutto affinché ciò avvenga. L’unica cosa che non vogliamo, e nella quale speriamo, è che i ripescaggi non vengano comunicati il 20 agosto perché programmare a caso non ci piace. Vogliamo chiarezza. Io personalmente ero molto arrabbiato, ve lo posso dire tranquillamente, ma ora sono più dispiaciuto che arrabbiato. Non c’è stato alcun tipo di confronto con nessuno. Ci hanno sempre detto “sentiremo tutte le società”, eppure noi non abbiamo mai ricevuto alcuna telefonata. Probabilmente hanno chiamato solo le società, a loro detta, più importanti. Quindi, e questa è la cosa che mi rattrista di più, non tutte abbiamo lo stesso valore: c’è chi conta di più e chi conta di meno.
Continuando quindi su questo discorso il DG del Milano City ha poi aggiunto:
L’ultima partita è stata disputata il 16 febbraio con squadre come la nostra che erano state costrette a tornare sul mercato per provare a sistemare un po’ le cose. Ecco, in questo, senso, noi abbiamo preso Otelè e Jallow che però sarebbero stati disponibili solo dal 1° febbraio. Sono stati due investimenti che hanno pesato moltissimo visto che dopo 10 giorni già non si giocava più. Ci sono società che la giornata prima della stop erano salve e ora invece sono retrocesse. Il Coronavirus ci ha danneggiato e non poco, questo è sicuro e volendo attribuire colpe anche alle società che magari hanno commesso qualche errore durante i rispettivi percorsi, resta da dire che questo è comunque uno scenario complicato per tutti.
Però nel caso venisse confermato il tutto sareste comunque pronti a ripartire dall’Eccellenza?
Guardate, ve lo ripeto come detto prima: noi vogliamo fare la Serie D. Il Milano City vuole giocare in Serie D. Ad oggi non ci pensiamo neanche ad un piano per l’Eccellenza. Vogliamo giocare in Serie D e faremo di tutto perché ciò avvenga. Se poi tra 10 giorni verranno a dirci che non si può, allora decideremo insieme la strada da seguire. L’obiettivo è fare bene in Serie D, non fare l’Eccellenza. Abbiamo lavorato tanto in questi mesi, sarebbe davvero un peccato perdere tutto. Comprendo le squadre che vogliono andare in Serie C, in fondo la promozione se la sono guadagnata, non c’è alcun dubbio. Però c’è anche da dire che noi ad inizio anno paghiamo 20.000€ per iscriverci ad un campionato che conta 38 giornate, non 27. Quindi anche se ci ridessero metà dei soldi, io non sarei comunque contento. Non avrebbe senso.
Scandola: “siamo una società seria, non dovrebbero punirci”
Ampliando leggermente il discorso economico, il DG dei granata ha quindi continuato a sottolinearci quello che potrebbe essere lo scenario futuro del calcio dilettantistico.
Tante squadre non si iscriveranno alla prossima Serie D, così come tante società non si iscriveranno ai prossimi campionati d’Eccellenza. Tanti club pensano già alle fusioni perché le difficoltà economiche sono e saranno tante. Squadre attualmente seconde in Eccellenza che avrebbero la possibilità di salire in Serie D mi hanno già riferito che non si iscriveranno a meno che non venga garantita l’iscrizione gratis.
Spostando poi il discorso sul suo Milano City, Scandola ci ha anche detto:
La nostra società fino a fine febbraio ha continuato a pagare i rimborsi ai propri giocatori e fino a venerdì (venerdì 22 maggio ndr) abbiamo pagato l’appartamento ad un nostro giocatore che, data la situazione, non può ancora muoversi da Milano. Quindi quello che penso io è che le persone serie come noi non dovrebbero lasciarle scappare. Noi siamo persone serie che vogliono fare calcio e vogliono farlo bene, ma se poi ci trattano così allora mi viene facile pensare come questa non sia stata altro che un’infida pugnalata alle spalle. I ragazzi mi chiamano tutti i giorni e tutti sono molto dispiaciuti. Ciò che mi fa rabbia è come, chi di dovere, abbia pensato solamente a come far retrocedere 36 squadre e non a come far vivere dei ragazzi che non percepiscono lo stipendio da febbraio. In 3 mesi si è pensato solo a questo e non a come sostenere dei ragazzi che hanno famiglie a carico. Per me tutto questo è vergognoso. Bisognava pensare prima agli esseri umani, ancor prima che calciatori, e poi a tutto il resto. Ma evidentemente ognuno pensa a se stesso e il buon cuore non ce l’ha più nessuno. Inutile nascondersi dietro un dito dicendo che siamo tutti uguali, che siamo tutti sullo stesso piano, se poi ci sono squadre che contano di più e altre che contano di meno. Basti pensare alla Serie C dove 53 squadre su 60 erano contrarie alla ripresa eppure il campionato riprenderà. Che senso ha votare se poi sono altri a decidere? Capisco che ci sono società importanti e dalla storia centenaria come Palermo, Foggia e Bari che vogliono tornare nelle categorie a loro più consone, è giustissimo. Però anche noi società più piccole e con una storia meno lunga investiamo soldi e passione. Dovremmo essere tutti sullo stesso piano perché un calciatore di Serie D mantiene una famiglia e paga un affitto come lo fa magari uno di Serie C, però i due, guarda caso, non hanno le stesse possibilità e questo è sbagliato, è ingiusto. C’è rammarico perché non c’è chiarezza e onestà da parte di chi di dovere. Meriteremmo più rispetto e tutele da parte di un organo che noi stessi contribuiamo a finanziare. Questa pandemia ha creato problemi a tutti, non solo ad alcuni, quindi meriteremmo tutti lo stesso trattamento. Nutro un grande rispetto per il coraggio che il presidente ha avuto nel prendere questa decisione, ritengo però che questa poteva essere presa molto prima e non il 20 maggio. Sapevamo tutti che il campionato non sarebbe potuto andare avanti. Ora lavoreremo insieme ad altre società per cercare di far fronte a questa situazione e cercheremo di far comprendere, a chi ora ci sta condannando, quali sono i veri problemi a cui bisognerebbe badare.