Milano Non Esiste, Ermal Meta dipinge i mille volti delle grandi città

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Di Redazione Metropolitan

Milano non esiste è la fotografia di un istante. Un pensiero che ha attraversato la mia mente in un lampo. Ho cercato di catturarlo rapidamente. Un cacciatore di fulmini. Mi sono chiesto cosa sia reale e cosa no, cosa importi e cosa no. Forse niente, ma forse tutto. Non ho trovato una risposta definitiva e la fortuna credo che sia questa: non trovare risposte definitive e continuare illuminando gli angoli più bui. Il futuro è una casa a luci spente. Illuminiamo a poco a poco quel che sarà e che è già il nostro cammino. È proprio questa la magia. Non vedere per credere. Da mezzanotte Milano non esiste è vostra. Un abbraccio. Ermal

Con queste bellissime parole, il nostro cantautore dalla penna d’oro descrive il significato del suo nuovo singolo. Il pezzo è uscito oggi 26 novembre 2021. Un piccolo regalo di Natale in anticipo. Il brano evoca le immagini di una città vuota, di sera, si tratta di Milano nel suo caso, ma ognuno la interiorizza con la città che preferisce. Le strade sono vuote, c’è qualcuno che passeggia nel cuore della notte, magari pioviggina anche, e c’è un’atmosfera un po’ malinconica, dove riecheggia un grande senso di nostalgia e solitudine, che si appagano quando per un attimo facciamo sparire la città e diamo spazio solo alle cose che contano e che ci fanno stare bene veramente.

Milano Non Esiste, Ermal Canta la solitudine delle grandi città

Il brano è nato di notte davanti ad una pizza, queste sono le dichiarazioni dell’autore che racconta in che modo è stato colpito da questo fulmine di pensieri: “Una sera dovevo vedere un mio amico, il co-compositore di questa canzone Giordano. Lui mi ha chiesto di passare in studio da lui ed è andata a finire che abbiamo ordinato una pizza alle undici meno un quarto e son tornato a casa alle 3 e mezza. Parlavamo di quanto, a volte, ci troviamo a lavorare in un certo modo: la musica ha una tale forza e una bellezza attrattiva che ti ‘risucchia’ e ti ‘tira via‘; non ti pesa, ma c’è tanto altro da fare fuori e affetti a cui dedicare tempo e attenzioni.

Quella sera l’abbiamo dedicata alla musica, però siamo partiti dal concetto: ‘Cos’è Milano? Milano non esiste. Siamo io, te, la tua fidanzata, i nostri amici’. Ci siamo detti: ‘Sarebbe quasi da farci una canzone’. Alle mie spalle c’era il pianoforte e allora ho cominciato a suonarla in maniera super semplice. Lui è andato subito a suonare la batteria e creare il beat. Così, l’abbiamo finita. È una fotografia dei pensieri che hai in quel momento. Se li vai a valutare una settimana dopo, 10 giorni dopo o un anno dopo, non è la stessa cosa: i pensieri, la tua chimica e il tuo modo di relazionarti cambiano.

A me stesso, ascoltando canzoni del mio passato, capita di dire: ‘Questa frase oggi non l’avrei detta o l’avrei detta diversamente’. Ma è come tentare di cambiare una foto: tu oggi sei necessariamente diverso da una foto di ieri. Quindi, secondo me, le canzoni devono uscire nel momento in cui vengono scritte. Ovviamente, ce ne sono altre che riescono a passare tutti i tempi, perché diventano immortali: penso ad ‘Almeno tu nell’universo’, rimasta nel cassetto per 10 anni ma senza tempo e resa immortale dalla voce da Mia Martini.

Quando le fotografie evocate da una canzone valgono più di mille parole

Milano Non Esiste musicalmente è una canzone bellissima, semplice, ma delicata. Inevitabilmente ci si lega alla sua melodia, che prepotentemente risuona sempre nella mente di chi la ascolta. Diventa impossibile mandarla via, ma la musica, soprattutto quando è bella è cosi, entra dentro prepotentemente e non la puoi fermare, puoi solo arrenderti e lasciarti trasportare. Il brano è una piccola carezza da farsi quando piove, o si è in giro per la città di sera, dove nel silenzio delle strade vuote, l’unico suono che rimbomba è la melodia di questa canzone, e le uniche cose che si hanno davanti sono le immagini nitide che appaiono nella mente dell’ascoltatore, mentre è assorto e rapito dal sound malinconico e delicato di questa canzone.

Oltre quelle parti di testo un po’ troppo come dire semplici rispetto al modo in cui scrive di solito Ermal Meta, si scorge una fotografia splendida. Si piomba in una città vuota, è notte e qualcuno passeggia in solitudine. C’è il forte desiderio di far sparire tutto per dare spazio alle cose importanti, e che magari ci mancano. Milano Non Esiste è una canzone nella quale si può trovare qualcosa di molto bello e profondo in quello che in realtà non è stato scritto. Milano non esiste ti parla come ti parlano due occhi grandi e profondi, due pozzi neri come quelli di Ermal, che dicono tutto senza necessariamente materializzare i pensieri in parole, basta soltanto guardarli e leggerli. È quel brano a cui ti leghi inevitabilmente, è un dialogo che il cantautore ha con se stesso, con il suo IO più profondo, molto in stile freudiano. La melodia ti rapisce e quando ti fai trasportare da essa e fai tua la canzone, torni in pace con te stesso/a.

Milano Non Esiste è quella canzone che scrivi un po’ anche tu

Una città, non è la città stessa. Siamo noi, sono le persone che la abitano a darle un volto. Sono le cose che facciamo, i nostri affetti. Sono i ruoli ed il senso che diamo a tutto ciò che ci circonda a creare una città. Senza le persone che danno un senso alle cose, una città sarebbe solo un ammasso di strade senza nome, case vuote, edifici e muri, che forse non sarebbero nemmeno più tali, ma resterebbero mattoni posti l’ uno sopra l’altro senza una destinazione. Il brano esplora proprio questo concetto, ed è bellissimo quello che evoca, soprattutto è meraviglioso quello che il cantautore riesce a trasmetterci e a farci vedere oltre le parole, che in questo brano sono addirittura superflue.

Molto probabilmente era una canzone così immensa, che nemmeno egli stesso ha trovato le frasi giuste per descrivere tutto quello che sentiva dentro. E poi il pezzo lo immagini talmente bene, che alla fine le parole che ci vuoi mettere te le crei tu. Le parole vengono da sole, attraverso le fotografie che la sua melodia evoca davanti ai tuoi occhi. È un pezzo che assomiglia a quei libri con il finale aperto, quando lo ascolti lo scrivi un po’ anche tu insieme a Ermal, che ha il dono di rendere le cose semplici bellissime. Indimenticabile è anche Un Milione Di Cose Da Dirti, una semplicissima canzone per l’appunto, una poesia delicata, una carezza mentre ti stai addormentando.

Ilaria Cipolletta