La formazione rossoblu vuole riconfermarsi anche questa stagione regina della serie A, ma ad aprile volerà in Francia per provare l’assalto alla Coppa Campioni.

“Non c’è nulla di nobile nell’essere superiore a un altro uomo. La vera nobiltà sta nell’essere superiore alla persona che eravamo fino a ieri.”

Il raggiungimento di un obiettivo, la vittoria di una gara o di un trofeo possono essere frutto di impegno ed un pizzico di fortuna, ma il ripetersi no. Per l’occhio dell’osservatore le vittorie, sopratutto se raggiunte con apparente semplicità, potrebbero sembrare cosa scontata e quasi abituarsi ad esse, ma dietro a questo ci sono uomini che lavorano duramente e con dedizione per rendere tutto ciò possibile. In Italia da ormai sette stagioni ci siamo abituati ad una squadra che sembra non avere rivali, il Milano Quanta. La formazione meneghina ha inanellato una serie impressionate di vittorie sia nel campionato che nelle varie coppe nazionali, grazie ad una struttura societaria di primo livello che potrebbe fare invidia a sport più blasonati. Ad ogni inizio di stagione sembrano trovare nuovi stimoli e nuova linfa che li spingono non a vincere contro le altre formazioni presenti nel panorama italiano, bensì contro se stessi, un po’ come ci suggerisce la citazione del proverbio indù di apertura.

Tessari insieme al Presidente del Coni Malagò e il Presidente Quintavalle (sinistra)

Una delle figure che sta rendendo grande la società rossoblu è di certo l’Amministratore Delegato del Quanta Club, nonché direttore sportivo, Riki Tessari. Negli anni ha ricoperto in modo determinante figure come giocare e allenatore, fino a prendere in mano la squadra da fuori guidandola verso un percorso che la vede ai vertici dell’hockey italiano e con un sogno che esce fuori confine, quello della Coppa Campioni che si giocherà ad aprile a Rethel (Francia). Proprio lui ci spiega cosa c’è dietro a questi successi e cosa ci si aspetta dal futuro.

Un’altra stagione nella quale il Milano sembra lanciato verso la vittoria. È proprio così impossibile in Italia trovare qualcuno che possa insidiarvi veramente?

“Abbiamo iniziato la stagione nel migliore dei modi portando a casa due obiettivi, ma dire che siamo lanciati verso la vittoria credo sia quanto meno prematuro. Nel nostro campionato ci sono almeno un paio di squadre che possono metterci in difficoltà, ma come sempre il nostro destino è nelle nostre mani.”

Tessari nel 2013 con la maglia del Milano Quanta Foto ©Carola F. Semino

Di certo dietro le vostre vittorie c’è una programmazione, un’impianto e grandi atleti, ma quale pensi che sia la concreta differenza che rende Milano, rispetto alle altre, una macchina quasi perfetta?

“La programmazione è sicuramente alla base dei risultati. Tutti ciò che facciamo, a partire dalla definizione del roster alla fine di ogni stagione per quella successiva, ogni singolo allenamento e partita, sono programmati per tempo e studiati nei minimi particolari.
Anche la struttura ha la sua importanza, il fatto di essere proprietari della pista ci permette di avere a nostra disposizione tutte le ore necessarie per allenarci al meglio.
Ma la vera differenza la fanno come sempre le persone, e non mi riferisco solo ai giocatori. Lo staff che lavora attorno alla squadra è molto importante, dirigenti, attrezzisti, medici, fisioterapisti, addetti alla comunicazione e staff tecnico sono fondamentali per permettere ai giocatori di dovere pensare solo a giocare e farlo al meglio. Poi ci sono appunto loro, i giocatori, ragazzi straordinari che oltre ad avere qualità tecniche di primissimo livello si stanno anche dimostrando molto professionali e seri in tutto ciò che viene chiesto loro di fare. Ecco, credo che se c’è un segreto, se di segreto si può parlare, è proprio la combinazione di tutti questi elementi che ci sta dando grandi soddisfazioni in questi anni.”

In Italia godete di una certa tranquillità, ma in Europa le cose si fanno più difficili. A breve partirete per la Coppa Campioni. Quali sono le vostre aspettative? Credi che la squadra sia pronta per competere con le altre grandi europee e perché no, provare a vincere?

“Come detto prima. Non sono d’accordo che in Italia godiamo di una certa tranquillità, e soprattutto guai se qualcuno di noi lo pensasse, sarebbe l’inizio della fine.
A inizio stagione ci siamo dati come obiettivo per l’Europa quello di piazzarci tra le prime quattro. Credo fermamente che questo obiettivo sia alla nostra portata, ma come sempre sarà il campo a dire quanto valiamo. Di certo c’è che andiamo lì carichi, con la voglia di fare bene e con un anno in più di esperienza in valigia oltre ad avere qualche giocatore di livello internazionale in più rispetto allo scorso anno.
Insomma, sognare non costa nulla…”