Oggi, ci focalizziamo su uno dei migliori interpreti nel ruolo di playmaker che il panorama cestistico europeo abbia mai potuto ammirare: Milos Teodosic. Una carriera memorabile, tra Serbia, Eurolega, l’apparizione in Nba e l’esperienza attuale a Bologna.

Milos Teodosic, un campione silenzioso

A volte un silenzio rimbomba più di un rumore. A volte una reazione più taciturna e calma di quanto ci possiamo aspettare fa più scalpore di un’esagerazione. E’ il caso di Milos Teodosic e dell’etichetta che si è ritrovato addosso per diversi anni in Europa. Non vedrete mai il fenomeno serbo correre su un cartellone pubblicitario dopo una tripla come fece il suo attuale allenatore, tanto per fare un esempio. Vedrete lo stesso sguardo dalla prima partita amichevole di preparazione, alla finale di Eurolega. Uno sguardo glaciale, impassibile e che spesso è stato interpretato come segno di superficialità e menefreghismo. E, allora, diventa facile giudicare, sentenziare. Soprattutto se sei la stella di quel Cska Mosca. Quella squadra che ha perso una finale di Eurolega dopo essere stata sopra di 25 lunghezze, una semifinale con una banalissima palla persa a pochi secondi dal termine, un’altra semifinale a causa di un marziano greco di nome Vassilis Spanoulis. E’ facile criticare, dimenticandosi di tutte le magie ammirate prima o delle difese degli avversari.
Milos Teodosic, però, è immarcabile anche per i suoi fantasmi, che col tempo sono spariti nel nulla, soprattutto dopo la vittoria nella finale del 2016. Oggi, se possibile, la leadership e la mentalità vincente del serbo sono indiscutibili. E a Bologna lo sanno bene…

Milos Teodosic, l’arrivo a Bologna nel segno della Serbia

“Djordjevic mi ha coinvolto nel progetto, Danilovic mi ha convinto ad accettare questa nuova sfida. Voglio riportare Bologna al top in Europa“.
Si è presentato così Milos Teodosic alla Virtus, nel segno dei Sasha e della Serbia. Insieme, infatti, al compagno di mille battaglie in nazionale, Stefan Markovic, ha preso in mano la squadra allenata da Sasha Djordjevic.
Milos arrivava da due anni in Nba con più ombre che luci, tra infortuni, panchina e uno stile di gioco che non permetteva al serbo di esprimersi al meglio.
Tuttavia, il panorama americano ha dimostrato di aver capito e rispettato il talento del nativo di Valjevo, come si evince da questa dichiarazione di un Deandre Jordan, ai tempi dei Clippers.

amo giocare con Milos. Quando parla almeno metà delle volte non capisco ciò che dice, ma giocare con lui è incredibile. I suoi passaggi… E’ uno dei migliori playmaker con cui io abbia mai giocato

Milos arriva nella città per eccellenza del basket italiano con aspettative altissime e una grande pressione, ma ci mette pochissimo a smentirle. La sua superiorità è evidente e tutto il suo talento emerge sin da subito, non solo nella LBA, ma anche in territorio europeo.

Milos Teodosic e sullo sfondo Sasha Djordjevic
(photo credits: CIAMILLO)

Milos Teodosic e la sua prima stagione virtussina

La stagione in Emilia Romagna non era partita benissimo per la leggenda serba. Una fascite plantare ritarda il suo debutto. L’esordio arriva a metà ottobre contro i campioni in carica della Reyer Venezia e diciamo che poteva andare anche peggio. Primo pallone toccato: tripla. Dopo 9 minuti Milos ha 17 punti a referto. Chiuderà con 22 in 21 minuti, conditi da 7 assist.
La regular season della LBA è dominata dalla Virtus, che arriva alla pausa forzata per l’emergenza coronavirus prima e con discreto distacco da Sassari seconda. E’ la Virtus di Teodosic e Markovic che ogni domenica spiegano basket alle difese italiane. Milos ha più di 15 punti di media e più di 6 assist e quello che si denota dalle sue prestazioni è che non sembra ancora andare al massimo delle sue potenzialità.
Anche in Eurocup, le V nere hanno alzato la voce. Milos Teodosic è tutt’ora il miglior realizzatore della competizione con 18 punti circa ed è stato eletto MVP della prima fase, guidando la sua squadra fino ai playoff.

Ora la Virtus può sognare

Insomma, un primo anno niente male per un 33enne fermato spesso negli ultimi anni dagli infortuni. Insieme a Markovic e compagni ha ribaltato le gerarchie del campionato italiano e accelerato il processo di crescita della Virtus. Quei fantasmi non ci sono più e gli anni di carriera rimasti iniziano a essere sempre meno, segno che si vuole fare qualcosa di grande ì, si deve fare adesso. Milos è sempre stato un campione silenzioso, poche parole e tanti fatti. O meglio, tanti assist, tante magie, perchè Milos Teodosic è un’artista del basket, qualcosa di più di un playmaker. E’ il momento in cui il basket va oltre le tattiche del gioco e diventa musica, sinfonia, arte.

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