Minibot: continua lo scontro nel governo

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Di Redazione Metropolitan

Rilanciata dalla Lega dopo il successo elettorale delle europee, la proposta dei minibot si riconferma come un argomento estremamente divisivo, sia nel paese che all’interno della compagine di governo.

Accodandosi allo stesso giudizio espresso recentemente dal presidente della BCE, Giovanni Tria ha escluso che i minibot possano essere una soluzione utilizzabile dall’esecutivo, aggiungendo inoltre come sia stato lo stesso ministero dell’Economia a dare parere negativo sulla questione.

Per quanto invece riguarda l’imminente confronto con la Commissione, decisivo per stabilire l’avvio di una procedura di infrazione, il ministro si è dichiarato tranquillo.

La tesi che intende presentare ai tavoli europei vuole dimostrare che il costo delle misure intraprese, come ad esempio Quota 100 o reddito di cittadinanza, è inferiore alle stime e rientra perfettamente nei limiti imposti dalla Commissione.

I due vicepremier hanno però reagito con una certa veemenza alla sua chiusura sulla questione.

Di Maio ha replicato che il paese ha un urgente bisogno di soluzioni, attaccando duramente il ministero sul fatto che “qui stanno sempre tutti zitti, fermi, immobili, poi appena qualcuno propone qualcosa si svegliano e dicono ‘ah, no, non si può fare'”.

Più diplomatica la linea scelta invece da Matteo Salvini.

Per il vicepremier i minibot sono una proposta che può essere messa in discussione, a patto però che si trovi comunque una soluzione che permetta in tempi brevi di pagare i debiti dello stato verso famiglie e imprese.

Sul tema è inoltre nuovamente intervenuto il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia.

A margine di un convegno dedicato ai giovani imprenditori Boccia ha ribadito il parere negativo degli industriali su uno strumento che nella loro prospettiva, non farà altro che accrescere il debito pubblico nel medio termine.

La proposta dei mini bot si riconferma dunque critica per l’esecutivo, in grado di far riemergere pienamente le conflittualità politiche con il Mef.

Ad essere messo in discussione è nuovamente Tria. Schierandosi platealmente a fianco del suo ministero, il ministro sembra infatti aver tracciato una linea politica chiara e definita con i due vicepremier.