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Ottobre 9, 2024, mercoledì

Minneapolis: arrestata la poliziotta che ha ucciso Daunte Wright, un ventenne afroamericano

E’ stata accusata di “omicidio di secondo grado” la donna, poliziotta bianca e 48enne, per aver sparato contro un ragazzo 20enne afroamericano, Daunte Wright, durante un controllo. In realtà si è parlato di errore, in quanto la poliziotta ha estratto la pistola anziché il taser, ovvero l’arma elettrica in dotazione ai tutori dell’ordine, e ha sparato. Il tutto è successo l’11 aprile a Brooklyn Center, un sobborgo di Minneapolis.

La versione ufficiale dei fatti

Secondo la versione ufficiale, dopo aver fermato l’auto, gli agenti verificano che la registrazione della targa è scaduta. Inoltre notano qualcosa di sospetto appeso allo specchietto retrovisore. Si è poi scoperto che era un deodorante a forma di alberello. I poliziotti fanno scendere Wright e stanno per ammanettarlo. A quel punto il ragazzo si divincola, risale in auto, tentando la fuga. E qui interviene l’agente Potter, puntando la pistola e gridando tre volte: «Taser», cioè l’arma elettrica in dotazione ai tutori dell’ordine. Il filmato mostra le ultime fasi concitate. Si sente un colpo e poi la voce di Kimberly che dice: «Gli ho appena sparato». Daunte riesce comunque a rimettere in moto e a ripartire a tutta velocità. Ma si schianta contro un’altra auto, un centinaio di metri più in là. I soccorritori lo trovano morto nell’abitacolo.

Le proteste

In un clima già molto teso a casa dell’attesa del verdetto per Derek Chauvin, il poliziotto accusato di aver ucciso George Floyd, la notizia ha comunque scatenato proteste. Infatti ci sono state tre notti di manifestazioni a Minneapolis. Sembra di essere tornati indietro di un anno, alla fine di maggio del 2020, con il movimento Black Lives Matter in piazza ovunque. Da Minneapolis a Washington, da Seattle a New York.

Giulia Di Maio

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