La “scoperta” è sconvolgente, i laziali hanno attaccato in Curva Sud (casa del tifo giallorosso) degli adesivi raffiguranti Anna Frank con la maglietta dell’A.S Roma. Un gesto quanto stupido tanto inevitabile nel momento in cui Lotito decide di spostare il tifo laziale dalla nord alla sud per aggirare una squalifica. Lo stesso presidente (noto latinista) che ora si affretta a rimediare con dichiarazioni fantozziane “porterò duecento tifosi laziali in visita nei campi di concentramento”.
L’adesivo incriminato per le strade Romane (foto dal web)
In realtà l’esistenza di questi adesivi è una “finta notizia” nel senso che chi roma la frequenta sa che quelle immagini già tappezzavano la città da anni. Ma comunque il fatto e la conseguente giusta e ovvia condanna del gesto sono serviti come spunto per riportare a galla un problema che, forse a ragione, sembrava risolto, la violenza fisica e non di matrice fascista all’interno degli ambienti Ultras. La repressione delle forze dell’ordine negli ultimi anni ha di fatto quasi annullato la capacità operativa dei vari gruppi. Il daspo, i biglietti nominativi, le varie tessere e tesserine per seguire le squadre in trasferta. Si è deciso di cambiare strategia, non più un uso massiccio (e spesso sconsiderato) della Celere, bensì una certosina analisi delle telecamere e l’allontanamento dagli impianti degli individui ritenuti dannosi.
(foto dal webMa perchè allora l’argomento violenza negli stadi viene ancora trattato all’occorrenza come un emergenza quando di fatto non lo è più? La matrice di estrema destra è senza dubbio una spiegazione. In Italia per ovvi motivi storici siamo particolarmente sensibili quando si parla di fascismo. Ovviamente ci sono gruppi Ultras orientati a sinistra o addirittura apolitici ma lo spauracchio nero fa più notizia semplicemente perchè è più diffuso. Dei 328 gruppi attivi censiti dal Ministero dell’Interno, ben 85 sono orientati attivamente a destra. In molti casi questa militanza politica non si limita esclusivamente allo sventolio di bandiere o alle mani tese ma sfocia nella vera e propria politica. Emblematico è il caso di Verona, già nel 2012 il Fatto Quotidiano scriveva riguardo l’importanza del bacino elettorale costituito dalla Curva Sud dell’Hellas. Luca Castellini, esponente di spicco dei “Butei”(come si fanno chiamare gli Ultras dell’Hellas) è anche il candidato sindaco di Forza Nuova. Il fenomeno attraversa anche i confini nazionali con sodalizi e gemellaggi che uniscono diverse Curve europee. La Nor laziale vanta numerosi contatti nel vecchio continente, in particolar modo con gli Ultras Sur di Madrid e il Levky di Sofia. In passato (Fine anni ’90 inizio 2000) la politica ha anche unito, se così si può dire, opposte fazioni. A Roma la storica rivalità tra le due Curve Capitoline si era affievolita convergendo in alcuni frangenti in un comune sentimento politico e di avversione alle forze dell’ordine, ciò ormai non è più attualità visti i cambiamenti avvenuti sponda Curva Sud e vista la durissima repressione dell’ex questore Gabrielli.
Striscione della curva Sud in una partita contro il Livorno (foto dal web)Bisogna fare attenzione a non fare di tutta l’erba un fascio, definizione che cade a pennello. Gli stadi e in particolar modo le Curve, rimangono tra gli ultimi luoghi di aggregazione giovanile e anche perchè no, di pulsioni politiche e idealiste. Data la forte diminuzione degli episodi violenti a cui ci eravamo abituati negli anni ’80, ’90 e inizi 2000, non ci dovrebbe essere una demonizzazione di un ambiente nel suo insieme. Gli adesivi sono un espressione grave di antisemitismo ma, forse è ancora più grave una F.i.g.c che risponde con minuti di silenzio per Anna Frank o un Lotito che organizza visite guidate ad Aushwitz.
Lotito in visita alla Sinagoga di Roma dopo i fatti (foto dal web)Queste risposte non rendono giustizia a questi simboli, ma semplicemente perchè forse degli adesivi messi sul vetro di una curva, per quanto molto sgradevoli, non hanno bisogno di tutta questa risonanza mediatica. Negli anni passati abbiamo visto proprio all’olimpico striscioni come “Lazio Livorno stessa iniziale stesso forno” e li si che occorre lo sdegno e la dura risposta del mondo politico e calcistico. Questi sono adesivi, esposti probabilmente da chi non si rende neanche bene conto di cosa voglia dire fare ciò nell’epoca di Instagram e Facebook, strumenti senza i quali questo stupido gesto non sarebbe mai uscito fuori.