I tempi del lusso, sopratutto negli ultimi anni, sono mutati con l’aumento di collezioni presentate annualmente, ed una programmazione continua di eventi dedicati all’innovazione estetica. In questo programma il lusso si muove agevolmente anche grazie ad alcune pratiche strutturali creative che permettono ai brand di presentare sei collezioni ogni anno. Una di queste è il ‘’mirroring’’, da poco riportata all’attenzione del pubblico da Gucci che nell’ultima collezione uomo ha presentato nuovamente il primo capitolo di ‘’Ancora’’ ma in veste maschile.

Mirroring: il lusso unico

Gucci mirroring - Photo Credits vogue.it

La produzione aumenta il suo carico per soddisfare il consumatore che vuole poter innovare regolarmente il suo guardaroba, rimane il fondamento della crescita di un brand. Sapersi avvicinare al consumatore con un capo nuovo, rappresenta la possibilità di crescita di ogni maison, che non vuole rinunciare al corposo guadagno ed investe sul prodotto e la sua distribuzione. Ma anche la creatività, quella che poi compare in show, si serve di alcune pratiche di costruzione della collezione, come il mirroring. Il termine che richiama la capacità di un concept precedentemente ideato per la collezione femminile, come nel caso dell’ultima di Gucci, di venir usato nuovamente per quella maschile. I capi sembrano dialogare tra loro servendosi di due corpi diversi, utili per completare il genere ed il contesto d’uso dell’abito. Una pratica di progettazione che è ricomparsa ultimamente con Gucci che ha presentato gli stessi 20look womenswear anche per l’uomo. Questo ricorda un progetto estetico 90s che contribuì a rendere le collezioni ‘’più aperte ad entrambi i generi’’.

Il modello di Gucci

Un mutamento estetico che non riguarda solo lui se no lei, ma anche la struttura della sua storia. Una storia che vive nella collezione ‘’grazie’’ al mirroring, aggiunto da Sabato De Sarno alla complessa identità del brand. A tal riguardo, il direttore creativo dice:

‘’le collezioni devono essere ideate per completare un percorso di avvicinamento tra brand e consumer. Quest’ultimo è il vero protagonista della ricerca. Ogni abito nasce dalla profonda conoscenza del suo consumatore’

ribadendo quanto serva al brand conoscere il suo pubblico. Un pubblico che si identifica in entrambe le collezioni donna ed uomo.

Il prodotto

Questo dualismo continua anche nella distribuzione del prodotto. Il mirroring non termina con la fase creativa ma continua con il posizionamento dell’abito tra i due generi di consumer. Rimane così fondamentale per il lusso riconoscersi profondamente diverso ma al contempo simile nella sua struttura. E se la diversità è unicità, il lusso è il simbolo di quel ‘’uno e uno solo’’.

Luca Cioffi

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