Non si placano le tensioni in Asia. La Corea del Nord ha lanciato un nuovo missile balistico, che ha sorvolato il Giappone.
Kim Jong-un dimostra ogni giorno che passa la sua volontà di mettere alla prova la resistenza dei nervi degli Stati Uniti e della comunità internazionale più in generale. È notizia di stanotte, infatti, il nuovo lancio di un missile che ha sorvolato l’isola di Hokkaido, nel Giappone Settentrionale.
Il missile in questione (della famiglia Hwasong-12) sarebbe progettato appositamente per trasportare una testata nucleare, ed avrebbe una gittata compresa tra i 3.700 ed i 6.000 km.
Appena individuato il missile, tramite il sistema di sorveglianza satellitare J-alert, milioni di messaggi sono stati inviati ad altrettanti cittadini giapponesi, invitandoli a recarsi nei seminterrati o in edifici più solidi. Contemporaneamente, sono state temporaneamente interrotte le corse di tutti i treni (compresi gli shinkansen, i treni ad alta velocità), mentre le televisioni e le radio hanno sospeso la normale programmazione.
«Azioni che minacciano e destabilizzano aumentano solo l’isolamento del regime nord coreano. Tutte le opzioni sono sul tavolo». Così ha dichiarato il presidente americano Donald Trump, che ha avuto anche un lungo colloquio con il premier giapponese Shinzo Abe.
«Il mondo ha ricevuto l’ennesimo messaggio della Corea del Nord forte e chiaro: questo regime ha segnalato il suo disprezzo per i paesi vicini, per tutti i membri delle Nazioni Unite e per gli standard minimi di comportamento accettabile a livello internazionale» ha rincarato la dose Trump.
Intanto, dopo il lancio del missile, la Corea del Sud ha effettuato un’esercitazione militare aerea per mostrare i muscoli a Pyongyang. Nel mentre, anche la Cina ha condannato la provocazione nordcoreana, sia pur invitando tutti i contendenti a riprendere il dialogo. Anche la Russia si accorda alla Cina, invitando le Nazioni Unite ad emettere una risoluzione che escluda l’opzione militare e riporti le sanzioni contro Pyongyang nel solco di quelle già decise dal Palazzo di Vetro (eliminando quindi quelle unilaterali imposte dagli USA, ad esempio).
Se si arrivasse ad un risultato simile, sarebbe il capolavoro di Kim Jong-un: riuscire ad alleggerire la pressione internazionale sulla propria nazione con il semplice lancio di qualche missile. Ma non ci si illuda: al momento la situazione è in stallo, e, nonostante l’opzione militare non verrà scatenata, lo stato di tensione che attanaglia la penisola coreana ed il mar del Giappone è destinato a rimanere alto ancora a lungo.
Lorenzo Spizzirri