Musica

Mitch Mitchell, il batterista blues che influenzò le sorti del rock

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Fu il batterista dei Jimi Hendrix Experience, ma aldilà della collaborazione con uno dei chitarristi più celebrati al mondo, Mitch Mitchell fu un formidabile artista la cui strada si presentò improvvisamente in discesa grazie a… una moneta.

Mitch Mitchell rese unica l’Experience

Secondo la Rock And Roll Hall Of Fame i tre album pubblicati dai Jimi Hendrix Experience sono punti di riferimento per il genere rock. Are You Experienced? del 1967, Axis: Bold as Love dello stesso anno e infine Electric Ladyland del 1968 sono stati la base su cui Hendrix, il talento di Seattle, sviluppò poi tutto il suo estro creativo nei pochi anni di vita successivi. Il gruppo si sciolse per le divergenze artistiche soprattutto tra Hendrix e il bassista Noel Redding, mentre Mitchell continuò a collaborare con Jimi anche dopo l’Experience.

I Jimi Hendrix Experience sulla copertina del loro primo album, “Are You Experienced?”.

L’ingrediente che rese tanto unico e fondamentale il sound del trio fu proprio la batteria di John Graham “Mitch” Mitchell. Nato a Ealing, un distretto di West London, il 9 Luglio 1946, ebbe una vita contraddistinta dall’amore per l’arte. Fin da bambino, infatti, prese parte a programmi televisivi e a fiction radiofoniche come attore, per poi apprendere la batteria da autodidatta. Mitch fece i primi esperimenti sul palco grazie ad alcune cover band di R&B in cui militò come turnista, dividendosi tra prove, palchi e lavoro nel fine settimana in un negozio di dischi.

Nel 1965 decise di fare il batterista in pianta stabile con la band R&B Georgie Fame and the Blue Flames, che arrivò al capolinea l’1 Ottobre 1966, consegnando a Mitchell l’opportunità di fare un’audizione come batterista dell’astro nascente Jimi Hendrix, appena arrivato in Inghilterra, solo cinque giorni dopo. Pare che la scelta finale da parte del manager di Jimi, Chas Chandler, ricadde su Mitch per pura fortuna: indeciso tra lui e Aynsley Dunbar, Chandler affidò l’esito dell’audizione al lancio di una moneta. Lo stile di Mitchell regalò unicità al sound dell’Experience, portando un sentore di fresco jazz in un impianto sonoro che invece era rock.

La copertina di “Axis:Bold as Love”, che si è guadagnata la censura dal governo della Malesia nel 2014 per oltraggio religioso.

Le notevoli collaborazioni di Mitchell

Dopo gli ultimi concerti dei Jimi Hendrix Experience nel 1969, Mitchell risultò essere diventato un nome molto richiesto. Difficile tener conto di tutti i progetti musicali a cui prese parte, per la loro numerosità. Partecipò con i Dirty Mac, formazione che comprendeva gli illustri Lennon, Clapton e Richards, all’ambizioso album live dei Rolling Stones Rock and Roll Circus. Nel 1969 apparve in Music from Free Creek, un concept album che coinvolse vari artisti, tra cui Clapton e Beck, e in Friends and Angels, l’album per cui Martha Velez si avvalse della collaborazione con i migliori musicisti della scena blues-rock britannica.

Nel 1970 si unì ai Jack Bruce and Friends, una band jazz-rock poco seguita e amata, con cui collaborò fino all’anno successivo con l’intermezzo di un tour, di nuovo con Jimi Hendrix, per Cry of Love. Solo cinque mesi dopo, Hendrix sarebbe morto. Mitch in seguitò sostituì Cozy Powell nel Jeff Beck Group, per poi fondare i Ramatam nel 1972: con loro partecipò solo al primo, omonimo, album. Successivamente suonò con gli Hinkley’s Heroes, con la Dave Morrison Band e apparve in Midnight Daydream, il disco di Bruce Cameron del 1999.

Mitch Mitchell fu trovato morto nella sua stanza d’albergo in Oregon il 12 Novembre 2008, durante un tour alla memoria di Jimi Hendrix. La morte avvenne per cause naturali dovute a problemi cardiaci conseguenti all’alcolismo, dipendenza di cui il batterista soffriva. Mitchell rimane un talento che molti, ma non tutti, non hanno riconosciuto fino in fondo perché offuscato dai virtuosismi di Hendrix. Dice di lui Stewart Copeland: “Jimi Hendrix era il chitarrista di Mitch Mitchell”.


Francesca Staropoli

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