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Home MetroNerd Games

MLB The Show 23 recensione: fuori campo da paura

Angelo Roberto Di Mauro by Angelo Roberto Di Mauro
21 Aprile 2023
in Games
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Il baseball in Italia non è particolarmente seguito, ma tutti abbiamo sognato una volta tanto di fare un fuori campo. Gli appassionati non potranno fare a meno di praticarlo nella sua versione videoludica! Oggi parleremo di MLB The Show 23, nuovo capitolo del popolare franchise dedicato allo sport nato in Nord America nel XVIII secolo e sviluppato da San Diego Studio.

Uno studio che ascolta la propria community

Diciamo da subito che rispetto alla precedente edizione non vi sono stravolgimenti di sorta, bensì tanti piccoli cambiamenti che saranno sicuramente apprezzati dalla community. In fin dei conti titoli molto simulativi come quelli della serie MLB The Show difficilmente possono essere modificati integralmente di anno in anno. Perciò è normale che la struttura di base venga mantenuta stabile nel tempo. Ciò detto degli elementi che andrebbero svecchiati o comunque cambiati ci sono. Rispetto al predecessore non c’era granché da cambiare e questo gli sviluppatori di San Diego Studio lo sapevano bene. Un caposaldo della serie rimane la personalizzazione dei comandi, che si traduce anche in una modulazione della difficoltà di gioco. Saremo noi stessi infatti a decidere come essere messi alla prova durante il lancio della palla, durante la battuta, come impartire i comandi per rubare le basi e via discorrendo.

Tre modalità di controllo su MLB The Show 23

Il gioco permette, come il suo predecessore, di scegliere tra diversi livelli di difficoltà, che permettono di giocare e divertirsi sia a chi cerca un’esperienza più arcade e accessibile, sia a chi cerca invece un’esperienza più simulativa e profonda. Ad esempio potremmo selezionare la modalità di battuta della palla in 3 modi: Timing, Ad area ampia o a cercare con un mirino la palla.

Come questa, altre modalità (Battitore, runner etc) saranno modificabili in base al nostro stile. La difficoltà del gioco vanta di una novità, ovvero l’introduzione della “difficoltà variabile”. Ciò implica che mentre giocheremo il livello di sfida si alzerà o abbasserà in modo dinamico, a seconda delle nostre prestazioni. La scelta di inserire una meccanica del genere risulta doppiamente efficace visto che da un lato ci spingerà a migliorare per poter avanzare di livello, mentre dall’altro eviterà situazioni frustranti dettate da una mancanza di bilanciamento. 

Modalità varie, da leghe a gioco veloce

Partiamo da Diamond Dynasty, che è la versione MLB The Show dell’ormai celeberrimo FUT (Fifa ultimate team)  e di tutti gli equivalenti diffusi in altri titoli.

La proposta del team era stata già buona negli scorsi anni: a differenza di altri concorrenti, in MLB The Show la componente microtransazioni è ridotta al minimo, il che permette di sbloccare tutto (o quasi) semplicemente tramite il gioco stesso.

Ad esempio, completare la modalità Storylines con ciascuno dei protagonisti vi permetterà di sbloccare una sua versione per Diamond Dynasty, partendo così con carte davvero potenti fin dall’inizio. La modalità grazie all’introduzione delle stagioni, viene rivista, mettendo fuori gioco alcune carte con il passare del tempo; l’accesso viene facilitato da carte molto potenti, che potrete ottenere fin dalle prime battute di gioco.

Road to the show, March to october e Franchise si presentano prive di sostanziali novità, riproponendo quanto di buono fatto nelle passate edizioni. Una maggiore profondità della fase di talent scouting: quando dovrete reclutare nuovi talenti, infatti, avrete a disposizione molte più giovani leve.

Si tratta di una piccola aggiunta, certo, ma contribuisce a ricreare la sensazione che prova chi ha il compito di selezionare i nuovi talenti, con tutti i rischi che questa fase comporta. Non mancano, ovviamente, le modalità più “veloci”, per organizzare partite da affrontare in solitaria o con gli amici, contorno immancabile di qualsiasi titolo sportivo.

Un’omaggio speciale alle Negro Leagues

La modalità Storylines di MLB The Show 23 è dedicata alla Negro League. Per chi non lo sapesse, la Negro League erano un campionato di baseball alternativo rispetto al classico MLB, dove le squadre erano costituite quasi esclusivamente da giocatori afroamericani. Questo campionato aveva una cadenza annuale e si tenne fino al 1966, anno in cui gli afroamericani furono integrati nel campionato principale.

In MLB The Show 23, gli sviluppatori hanno deciso di inserire la Negro League come una specie di modalità storia per giocatore singolo. Potremo vestire i panni di alcuni dei giocatori più famosi di quest’epoca, rivivendo momenti che hanno scritto la storia delle Negro League. I racconti di Bob Kendrick, presidente del Museo della Negro League, intervallano i momenti di gioco, riuscendo con abilità a raccontare le peculiarità di ogni giocatore e di ogni momento storico.

In conclusione MLB The Show 23, ne vale la pena?

Come da tradizione per i titoli sportivi, si tratta di un lavoro che affonda le sue radici nelle edizioni precedenti, senza stravolgere le carte in tavola e senza regalare sorprese eclatanti.

Tuttavia, vogliamo sottolineare come questa edizione riesca comunque a staccare di una spanna le precedenti, soprattutto grazie all’aggiunta della modalità Storylines e ad un lavoro di limatura per la modalità Diamond Dynasty.

Mentre tutto il resto rimane uguale (anche troppo, compreso il comparto tecnico), queste aggiunte potrebbero valere da sole il prezzo del biglietto per chi è appassionato di baseball, che d’altronde è il target principale (se non unico) a cui MLB The Show intende rivolgersi.

Ci auguriamo anche che il puntuale MLB The Show 24 riesca a portare finalmente la serie nella nona generazione: sarebbe anche l’ora.

MLB THE SHOW 23, PROVATO SU PS5

  • L’aggiunta delle modalità Storylines
  • La revisione di Diamon Dinasty
  • Formula di gioco profonda ma accessibile e divertente
  • Ancora un titolo della scorsa generazione
  • Mancano novità per le altre modalità

VOTO: 7.5

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Angelo Roberto Di Mauro

Angelo Roberto Di Mauro

Angelo Roberto Di Mauro

Catanese classe '97, amante di Videogiochi, Fumetti, Cibo, Film e Serie tv e Viaggi. Va avanti a birra (rigorosamente artigianale) e Goleador, cercando di trovare tempo per fare ciò che vuole. Non ce la fa ma lotta lo stesso per farlo, d'altronde servirebbero più copie per fare ciò che vorrebbe.

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