Apriamo l’appuntamento di oggi facendo gli auguri a Claudio Baglioni, Laura Pausini Niccolò Fabi, Dolcenera e Fiorello. Ricordiamo anche la rockstar Ronnie James Dio e il grande Mario Monicelli, oltre agli eventi storici del giorno.

Oggi è il compleanno di una pop star che ha unito molte generazioni con le sue canzoni. Si tratta di Claudio Baglioni, cantautore e conduttore televisivo romano, che oggi compie sessantotto anni.

La sua storia come artista comincia a quattordici anni, quando vince un concorso per voci nuove nel suo quartiere natio, Centocelle. Deve però aspettare due anni per guadagnare le sue prime mille lire, in un varietà di periferia.

Un giovanissimo Claudio Baglioni
Un giovanissimo Claudio Baglioni, fonte: WikiMedia Commons

Tra il 1967 e il 1968 comincia a comporre e scrivere, dando vita ad una suite teatrale su un testo di Edgar Allan Poe, e ai suoi primi brani come Signora Lia e Interludio.

Claudio Baglioni: sessantotto anni di passione e musica

Un anno più tardi, Claudio Baglioni firma il suo primo contratto discografico, aprendo così una lunga carriera musicale, ancora in piena attività.

Dal 1970 si occupa anche di cinema, elaborando la colonna sonora di Fratello Sole, Sorella Luna, di Zeffirelli.

Tra i brani più iconici di Claudio Baglioni ricordiamo Questo piccolo grande amore (1972), Porta Portese (1972), Strada Facendo (1981) e Avrai (1982), questi ultimi dedicati al figlio.

Oggi Claudio Baglioni raduna un fandom di moltissime generazioni, con brani che toccano corde romantiche, sociali e generazionali.

Altri auguri “musicali”: Laura Pausini, Niccolò Fabi e Dolcenera

Il 16 maggio dev’essere una data di nascita che ispira a dedicarsi alla musica, poiché molti altri artisti condividono il compleanno con Claudio Baglioni.

A cominciare da un’altra big del panorama musicale italiano, ossia Laura Pausini.

Nata a Solarolo, vicino Ravenna, canta le prime note nel coro della Chiesa ed affianca il papà, Fabrizio, nelle sue serate al piano bar. Il suo esordio vero e proprio avviene nel 1991, quando partecipa con successo al festival di Castrocaro. Nel 1993 consegna a Sanremo uno dei suoi brani più iconici, La Solitudine, inaugurando così una carriera senza battute d’arresto.

Presto arrivano i duetti con Ramazzotti e Zucchero, seguiti da diverse traduzioni in spagnolo dei suoi brani, ascoltati anche all’estero.

Nel 1995 vince il World Music Awards per i dischi venduti e oggi vanta collaborazioni con Madonna, Vasco Rossi, Biagio Antonacci.

Laura Pausini, in abito nero, tiene il microfono durante un concerto. E' nata lo stesso giorno di Claudio Baglioni
Laura Pausini – WikiMedia Commons

Cinquantun anni fa nasceva anche Niccolò Fabi, cantautore dalle note tra il folk e il melodico, che con i suoi brani racconta storie intime, a volte usando immagini buffe, come nel brano Capelli (1996).

Figlio d’arte di un discografico, Claudio Fabi, Niccolò scopre molto presto la musica e inizia la sua gavetta a diciotto anni, quando segue come chitarrista il tour di Alberto Fortis nel 1986. Prosegue poi suonando nei “Fall Out”, una cover band di Sting e dei Police.

Il suo debutto da solista avviene nel 1996, con il brano Dica, che gli apre le porte di San Remo. Suoi contemporanei, amici e collaboratori occasionali sono Max Gazzé, Daniele Silvestri e Samuele Bersani.

Niccolò Fabi oggi, ben visibili i riccioli sale e pepe che lo contraddistinguono
Niccolò Fabi – fonte: Biografieonline

Ma il 16 maggio non si ferma qui: oltre a Claudio Baglioni, Laura Pausini e Niccolò Fabi, dà i natali ad un’altra cantante, Dolcenera.

Al secolo Emanuela Trane, sceglie il nome d’arte in omaggio a De André. Nativa del Salento, si forma studiando con diligenza pianoforte e canto. Durante il periodo universitario a Firenze, dove studia ingegneria meccanica, forma con i suoi amici il gruppo “I codici zero”, con la quale arriva ad affiancare gli Articolo 31.

Dolcenera canta al piano durante un concerto. Un cappello marrone le copre in parte i corti capelli neri, al collo porta un ciondolo elaborato e al braccio una fascia bianca che risalta contro il suo vestito nero
Dolcenera – fonte: WikiMedia Commons

Nel 2002 Solo Tu dà inizio alla sua carriera solista, che prosegue fino a portarla ad affiancare artisti di grandissimo calibro, tra cui Loredana Berté e Claudio Baglioni.

E i compleanni non sono finiti!

Potremmo forse dimenticarci di augurare buon compleanno al grande Rosario Fiorello? Anche lo showman siculo spegne le candeline oggi, benché per tutti rimanga un eterno ragazzo.

Dopo gli inizi come animatore turistico, il suo talento nel canto, nelle imitazioni e la sua verve comica, attirano l’attenzione di Claudio Cecchetto, che nel 1981 lo assume a Radio Deejay. Dopo un suo disco, che vende 150 000 copie, esordisce sul piccolo schermo nel 1988 su Dee Jay Tv. E’ solo l’inizio: presto affianca Gerry Scotti e Mara Venier in diversi programmi e negli Anni Novanta conduce “Il Karaoke”, programma che gli vale un Telegatto e lo consacra come intrattenitore a tutto tondo.

Rosario Fiorello con le cuffie ed il microfono di Radio 2. E' nato lo stesso giorno di Claudio Baglioni
Fiorello – fonte: WikiMedia Commons

Dopo una battuta d’arresto a causa della cocaina, Fiorello riesce a rimettersi in piedi e torna alla carica, sia in tv che alla Radio. Poliedrico e di una simpatia irresistibile, rimane tra i mostri sacri del mondo dello spettacolo italiano.

Nasceva oggi anche l’attore irlandese Pierce Brosnan, divenuto famoso in tutto il mondo grazie alla sua interpretazione di James Bond, l’agente 007, durante gli Anni Novanta. Di recente lo abbiamo visto in vesti più comiche e frizzanti accanto a Meryl Streep nel musical Mamma mia! (2008).

L'attrice è ritratta in posa durante la promozione di Transformers, ne vediamo la bellezza caratterizzata dai capelli neri e gli occhi verdi.
Megan Fox- Fonte WikiMedia Commons

Compie trentatré anni la bellissima attrice Megan Fox, esordita sugli schermi con la serie Hope&Faith e portata al successo dai primi due film della saga dei Transformers di Michael Bay.

Infine, gli appassionati di calcio faranno gli auguri a Massimo Moratti, presidente dell’Inter.

Ricordando Mario Monicelli

Avrebbe centoquattro anni il maestro Mario Monicelli, che nasceva il 16 maggio del 1915 nel quartiere Prati di Roma. Figlio del giornalista Tomaso Monicelli, la sua è una famiglia di artisti e letterati, che include i fratelli Furio, scrittore, e Giorgio, editore e traduttore. Non stupisce la sua amicizia con Giorgio e Alberto Mondadori.

Dopo un periodo passato a Viareggio, Monicelli raggiunge Milano e fonda il giornale Camminare, dedicato al cinema. Il giornale ha vita breve, poiché il Ministero per la Cultura Popolare fascista lo considera di sinistra e lo fa chiudere.

Il suo primo cortometraggio Cuore rivelatore è del 1934, il primo di una serie di lavori cinematografici in cui l’artista si forma.

Il successo vero e proprio avviene dopo la guerra, quando co-dirige Il Testimone (1945) con Pietro Germi e scrive come sceneggiatore al fianco di Stefano “Steno” Vanzina in Aquila Nera (1946) e Come persi la guerra (1946).

Un giovane Monicelli in camicia e cappello bianco guarda dall'obiettivo di una cinepresa in uno scatto in bianco e nero
Mario Monicelli con una cinepresa – fonte: Ludovision

Collabora in varie occasioni con il grande Totò, in Guardie e ladri (1952) e I soliti ignoti (1958), che inaugura il genere della commedia all’italiana.

Gli Anni Sessanta vedono l’uscita dei suoi capolavori, tra cui L’Armata Brancaleone (1966) e Capriccio all’Italiana (1968). Nel 1977 dà voce agli Anni di Piombo con il suo unico film interamente tragico, Un borghese piccolo piccolo, per poi tornare alla commedia nel 1981 con l’intramontabile Il marchese del Grillo. Parenti serpenti del 1991 recupera la vena caustica e con Cari fottutissimi amici, del 1994 apparentemente si ritira dalle scene.

Torna nel 2006 con il suo ultimo lungometraggio Le rose del deserto, cui segue una serie di corti, documentaristici e satirici, che si interrompono solo nel 2010, quando muore a novantacinque anni.

Chi ricordiamo oggi

Il 16 maggio del 2010 si spegneva Ronnie James Dio, icona dell’heavy metal statunitense. Di origini italoamericane, Ronald James Padavona (questo il suo vero nome), esordisce come trombettiere in un gruppo rockabilly.

Il suo nome d’arte non ha connotazioni religiose, ma riprende in modo provocatorio il cognome di un gangster, Johnny Dio. Nel 1957 passa al rock n’ roll con i “Vegas Kings” e con loro realizza un disco negli anni Sessanta.

Sarà solo nel decennio successivo che Ronnie James Dio troverà la sua strada insieme con il suo nuovo gruppo, gli “Electic Elves”, poi “Elf”. Con loro infatti approda, nel 1972, in Gran Bretagna, dove entra in contatto con l’hard rock.

Ronnie James Dio, vestito di nero, con i lunghi capelli scompigliai, canta in un concerto. Alle sue spalle un faro proietta una luce spettrale
Ronny James Dio – fonte: WikiMedia Commons

Qui gli “Elf” strappano ai “Deep Purple” il chitarrista Ritichie Blackmore e cambiano nome in “Rainbow”. Dopo circa sei anni e diversi album, il sodalizio si rompe e Dio decide di lasciare la band per entrare nei “Black Sabbath”, dove sostituisce Ozzy Osbourne.

Negli anni Ottanta gli attrito con il gruppo lo portano a formare una nuova band, i “Dio”, marcatamente heavy metal, con testi che trattano di mitologia o di fantasy. Dal 1984 l’album “The Last Line”, ne consacra il successo, che prosegue con alti e bassi negli Anni Novanta e nei primi del 2000.

Muore nel 2010, a sessantotto anni, per un cancro allo stomaco.

Accadeva oggi

Il 16 maggio del 1929 venivano consegnati ad Hollywood, in California, i primi Academy Awards, anche noti come premi Oscar. Ha così inizio l'”era hollywoodiana”.

In un’era ben più cupa, questa data diviene associata a due rivolte contro gli orrori del nazismo.

Nel 1943 infatti, il Ghetto di Varsavia è teatro di una rivolta degli ebrei contro i persecutori nazisti. Stanchi delle deportazioni e delle morti per la fame, i prigionieri riescono in un primo momento a respingere le truppe naziste e resistono per mesi, fino a quel fatidico 16 maggio, in cui il quartiere viene raso completamente al suolo.

Un anno più tardi un gruppo di Rom e Sinti detenuti ad Auschwitz, si ribella alle SS in un coraggioso tentativo di rovesciare il comando del lager, purtroppo inefficace.

Superati gli orrori della guerra, giungiamo all’era delle esplorazioni spaziali, in cui il 16 maggio 1969 è il giorno dell’atterraggio della prima sonda sovietica su Venere. Rimanendo in tema di esplorazioni il 16 maggio 1975 Junko Tabei diviene la prima donna a raggiungere la vetta dell’Everest.

Venere ci appare come un globo di colore rossastro, attraversato da grandi nubi
Pianeta Venere – fonte: WikiMedia Commons

Nella nostra era tecnologica, infine, il 16 maggio 2006 è il giorno di debutto del MacBook, primo notebook della Apple rivolto al grande pubblico.