Il 6 aprile 2009, esattamente 10 anni fa, un violento terremoto devasta L’Aquila e molte province abruzzesi. Centinaia di morti, migliaia di feriti e sfollati, opere d’arte e centri storici distrutti per sempre.
Da quella scossa di magnitudo 6,3 nella notte del 6 aprile 2009, c’è ancora molto da ricostruire e molte sono le ferite da risanare, i cui punti sono stati riaperti dai terremoti del Centro Italia avvenuti nel 2016 e nel 2017 e definiti dall’INGV sequenza sismica Amatrice-Norcia-Visso. “Amatrice is no more” le prime parole del sindaco di Amatrice tradotte dalla BBC in un servizio speciale a poche ore dal sisma e che ancora fa gelare il sangue.
“Dove sarò domani?” se lo chiedono ancora gli sfollati nelle tendopoli e nei prefabbricati che continuano a crollare (solo un mese fa il crollo di tre balconi a Cese Di Preturo), perciò commuove ed é ancora attuale la canzone Domani 21/04.2009 cantata da alcuni dei più grandi artisti italiani e dedicata ai terremotati d‘Abruzzo e i cui proventi sono andati in beneficenza per la ricostruzione del conservatorio Alfredo Casella e del teatro stabile d‘Abruzzo dell’Aquila.
A distanza di dieci anni dal terremoto d’Abruzzo e di tre anni dal terremoto del Centro Italia, molte persone vivono ancora nelle tendopoli o in prefabbricati costruiti velocemente mangiati dal freddo e dalle muffe.
L’emergenza, com’è successo e succede spesso in Italia, ha portato fuori imbrogli e corruzioni che hanno aperto lunghi processi come quello sul crollo della Casa dello Studente dell’Aquila.
Sono veramente troppe le promesse non mantenute dai governi che si sono succeduti, troppi gli anni di vita passati a ricordare solamente e non a vivere i luoghi che si sono amati. E nel frattempo, intere generazioni crescono perse in un limbo tra le macerie e ciò che é stato e che poteva essere.
Consapevoli che un minuto di silenzio non basterà mai, sul sito dedicato alla memoria delle vittime del 6 aprile 2009 si trovano tutti gli eventi commemorativi per i 10 anni dal tragico evento.
Martina Antonini
P.S. Non ho voluto inserire le immagini del sisma all’interno dell’articolo per rispetto alla sensibilità di chi ha vissuto quei momenti terribili e perché credo che siano incise indelebilmente nella memoria di tutti.