L’adunanza degli alpini, che per tre giorni ha riempito con oltre 400mila persone la città di Rimini e la riviera romagnola, è stata accolta a braccia aperte dalla zona per aver riportato un grande evento dopo la pandemia.

Il vistoso evento si lascia però dietro dei retroscena raccapriccianti: numerose sembrano essere state le molestie sessuali ricevute, delle quali sta cercando di occuparsi il gruppo riminese Non Una di Meno, che da sei anni si batte contro la violenza di genere e che invita a denunciare gli abusi subiti.

La prima denuncia per molestie

La prima denuncia ai Carabinieri sembrerebbe esser stata quella di una ragazza di 26 anni. In compagnia di una cara amica e del proprio avvocato, la ragazza ha raccontato ai militari di turno di essere stata circondata e aggredita da tre persone. A questo primo racconto se ne sono però aggiunti centinaia di altri, soprattutto da parte di giovani donne che hanno denunciato fischi, urla, proposte oscene e atti fisici gravi.

“Abbiamo iniziato a raccogliere e condividere le loro testimonianze e la risposta è stata altissima tanto quanto sconvolgente per il numero e l’intensità delle molestie ricevute” scrive Non Una di Meno. Molestie mascherate da goliardia e tradizione che in realtà sono figlie di una cultura patriarcale che vuole donne, persone trans e gender non conforming assoggettate al potere e alla paura, al ricatto e alle minacce in caso di rifiuto”.

La risposta dell’Associazione nazionale alpini

L’Associazione nazionale alpini ha diffuso una nota nella quale ha condannato e stigmatizzato i gravi episodi avvenuti negli scorsi giorni. Ha però aggiunto alle sue dichiarazioni che “dopo gli opportuni accertamenti, risulta che alle Forze dell’ordine non sia stata presentata alcuna denuncia. Quando si concentrano in una sola località centinaia di migliaia di persone per festeggiare è quasi fisiologico che possano verificarsi episodi di maleducazione, che però non possono certo inficiare il valore dei messaggi di pace, fratellanza, solidarietà e amore per la Patria che sono veicolati da oltre un secolo proprio dall’Adunata”.

La posizione dell’Associazione rimarcata più e più volte è motivo di ulteriore rabbia nelle vittime delle molestie, molte delle quali sembrano cercare una soluzione nell’alcol alla mancata presa di posizione da parte di molti esponenti istituzionali, che anzi hanno serenamente preso parte all’adunata degli alpini.

Non Una di Meno conferma la quantità disarmante di testimonianze raccolte nei giorni scorsi e rende noto quanto sia complicato formalizzarle in una denuncia da presentare alle autorità competenti proprio per la natura stessa dei racconti. Un esempio può essere quello di una barista, il cui racconto sostiene che “fra ieri e oggi quello che ho subito dagli alpini è svilente per ogni donna. Un alpino ha provato a leccarmi sulla bocca mentre prendevo un ordine al tavolo. Uno mimava un atto sessuale mentre mi giravo per sparecchiare”.

Le parole del Ministro della Difesa Guerini

“I comportamenti raccontati da alcune donne sono gravissimi. Episodi che certamente andranno accertati dagli organi competenti, ma che non possono e non devono essere sottovalutati. Episodi, voglio ribadirlo con forza, che sarebbero all’opposto dei valori degli Alpini e di una manifestazione che è celebrazione di solidarietà, principi e bellissime tradizioni”. Queste le dichiarazioni del Ministro della Difesa Lorenzo Guerini. “È sbagliato – aggiunge – fare generalizzazioni, ma allo stesso tempo non ci deve essere nessuna tolleranza: le molestie e le violenze non devono mai e in nessun caso trovare alcuna giustificazione e vanno condannate senza esitazioni”. 

Ginevra Mattei

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