Si allunga la lista delle dive hollywoodiane molestate da Weinstein, il famoso produttore. Intanto il procuratore Vance, con il suo occhio di riguardo verso i “potenti”, si diverte ad insabbiare le prove. E rischia grosso. https://www.agi.it/estero/harvey_weinstein_attrici_hollywood_molestie_sessuali_cyrus_vance-2241930/news/2017-10-11/#1
le due attrici che hanno raccontato le violenze di Weinstein (photo credit: salone.com)
Se è tanto evidente la tendenza di Harvey Weinstein ad abusare di donne, specie se attrici affascinanti e di talento, non è da meno quella del procuratore distrettuale di Manhattan Cyrus Vance Jr. (secondo Vox), a “proteggere” i magnati, probabili finanziatori, della sua campagna elettorale.
il produttore Weinstein(photo credit:businessinsider.com)
Le prove sono evidenti: Evidente è la documentazione e gli innumerevoli scoop portati dal New York times e New Yorker, tanto da palesare l’omertà di Vance sul caso. Il procuratore ha ignorato le prove indiscutibili davanti i suoi occhi per non allontanare da sé pezzi grossi.
Per quanto riguarda il caso Weinstein, dichiara:
“Dopo aver analizzato le prove disponibili, tra cui molteplici colloqui con le parti, si è giunti alla conclusione che un’inchiesta penale non fosse fondata”.
Per il caso di frode che accusa Ivanka Trump e Donald Jr, invece, dichiara davanti un team investigativo di New Yorker, ProPublica e WNYC:
“Non riteniamo oltre ogni ragionevole dubbio che un reato fosse stato commesso”.
Chi è Vance?
il procuratore di Manhattan Cyrus Vance jr.Cyrus Vance è un ex viceprocuratore distrettuale di solido background democratico, che in un ambiente liberal come Manhattan, ha facilmente vinto le elezioni, in quanto, in America, i magistrati si eleggono esattamente come qualunque carica politica.
A parlarne bene e a proporre la sua elezione è stato il predecessore, il rispettabile Robert Morgenthau, che nel 2009, a 90 anni e dopo 36 anni alla procura, rifiuta la ricandidatura. Non solo. Anche la grande stampa, come il New York Times, il Daily News e il New York Post, e figure politiche importanti come l’ex sindaco David Dinkins vedono Cyrus all’altezza di una carica simile.
in questo caso, Vance, non dimostra la stima che hanno riservato in lui i veterani della politica che gli hanno dato fiducia.
Il reticente Vance punta alla terza elezione, ed è pronto a tutto. Anche a negare l’evidenza se necessario.
Ignorate le prove evidenti della polizia:
“Avevamo prove evidenti per perseguirlo per aver aggredito la modella italo-filippina di 22 anni Ambra Battilana Gutierrez nel marzo del 2015”.
Così dichiara una fonte della polizia di New York per quanto riguarda il caso Weinstein.
La polizia, dopo la denuncia della modella, si è messa subito all’opera: frasi evidenti di weinsten che dichiara palesemente di essere un “abitudinario molestatore”, sono state registrate grazie a un microfono messo addosso alla Gutierrez.
Ciò non è bastato.
Il Business Times International rivela che mesi dopo l’irrevocabile decisione di Vance di non incriminare il potente produttore, il suo avvocato, David Boies, ha donato 10 mila dollari alla campagna di rielezione.
Non a caso.
Ma i rappresentanti di Vance e Boies hanno negato, sottolineando che Boies ha donato 55 mila dollari al procuratore nel corso degli anni e che l’avvocato non rappresentava Weinstein nelle accuse di molestie alla modella italo-filippina.
Fortunatamente le denunce contro il folle Weinstein non si arrestano:
Sempre più dive, attrici, nonché donne di grande spessore e influenza mondiale smascherano il produttore hollywoodiano.
Oltre all’Italiana Asia Argento, che ha raccontato la sua atroce esperienza al New Yorker, i nomi che più ci risaltano all’occhio sono quelli di Angelina Jolie e Gwyneth Paltrow.
La Jolie ha raccontato al New York Times di essere stata molestata da giovane. E da lì di essersi imposta di non aver mai più lavorato con lui, oltre a mettere altre donne in guardia dalle sue “gentilezze”.
La Paltrow invece ha un ricordo indelebile e la sua vicenda può definirsi più difficile. Un pò come quelle di Asia Argento. Infatti le due donne subirono lo stesso modus operandi di Harvey.
“Ero all’inizio della mia carriera, ero terrorizzata dall’idea che potesse distruggerla, ma scappai via lo stesso, poi dissi cosa era successo al mio ragazzo di allora (Brad Pitt, mica uno qualunque, ndr) che si infuriò, affrontò Weinstein e gli disse di tenersi alla larga da me. Per tutta risposta Weinstein mi richiamò furibondo e mi fece una piazzata così violenta che temetti che non avrei lavorato mai più”.
Così dichiara l’attrice.
fil Shakespeare in Love, prodotta da Weinstein con il quale la Paltrow vinse l’Oscar nel 1999(foto dal web)
In realtà i suoi contatti con Weinstein non finiscono così. Ha continuato ad avere rapporti lavorativi con il produttore, tanto da vincere un Oscar, nel 1999, con “Shakespeare in Love”, grande produzione del folle Harvey.
il suo modus operandi, però, non finiva con i suoi cosiddetti “massaggi”.
Una volta stanco dei suoi “giocattoli” magicamente le carriere delle star abusate iniziavano un lento declino. Proprio da perfetta e completa mente malvagia e perversa.
Tutto ciò non basta a convincere il procuratore Vance della colpevolezza di Weinstein. Serve ben altro.
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di Martina Onorati