Monleale chiama Peruzzi risponde

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Di Redazione Metropolitan

Il portiere aretino Marco “Pera” Peruzzi torna a vestire dopo tre stagioni la maglia del Monleale, la squadra che lo rilanciò in serie A.

“Occorre sempre seminare dietro un pretesto per tornare, quando si parte.”

È innegabile che ciò che facciamo e dove siamo stati siano fattori che rimangono indelebili dentro di noi. Rimane un filo che ci tiene uniti alle nostre esperienze, ai luoghi che abbiamo vissuto e alle persone con le quali siamo stati in contatto. D’altronde l’uomo è nato per evolversi, per scoprire partendo per nuove esperienze, ma nonostante questo conserva in sé un desiderio: tornare nei posti a lui cari.

Alessandro Baricco, scrittore e saggista italiano, consiglia però di seminare qualcosa durante il nostro passaggio, un qualcosa che molto probabilmente Marco Peruzzi ha fatto – e anche nel migliore dei modi.
Sì, oggi parliamo proprio di lui: del portiere aretino che dopo qualche stagione di lontananza passata tra Verona e Milano, quest’anno vestirà nuovamente la maglia biancoarancio del Monleale.

Il ritorno a Monleale

Il periodo trascorso nella cittadina piemontese ha regalato grandi soddisfazioni sia al portiere, grande protagonista in quel periodo giocato al massimo contro formazioni più blasonate, ma anche alla società. Un legame forte tra le due parti che sembrava essersi dissolto al momento della partenza di “Pera” alla volta di Verona. Invece non è così: quando si lascia qualcosa di professionale e di personale, il ritorno non è mai cosa impossibile, come lui stesso ci ha raccontato.
Uno sguardo al futuro ed un piccolo ricordo del recente passato:

Dopo l’esperiena a Verona e lo scudetto a Milano torni a Monleale. Scelta razionale o di cuore?

Lasciare Milano non è stato facile, visto la grande stagione dello scorso anno e visto il rapporto splendido che avevo creato sia con i compagni che anche con la dirigenza e le tante persone che ruotano intorno alla squadra. È stato un anno intenso sotto tutti i punti di vista, sia personale che sopratutto umano. Monleale la considero come la mia seconda casa, torno molto positivo dopo due esperienze importanti. La squadra è una delle più giovani del campionato e se riusciamo ad aggiustare due o tre cosette potremmo dare fastidio a molte avversarie.

Marco “Pera” Peruzzi tre stagioni fa con la maglia del Monleale

Monleale è stata una parentesi importante per te, che aspettative hai tornandoci?

Monleale tre stagioni fa è stato fondamentale, visto che venivo da due stagioni in Serie A2 dove nonostante avessi fatto benissimo (con due coppe italia e un campionato vinto) probabilmente ero considerato già finito. Invece quella stagione finì con la convocazione in nazionale e un po’ di amaro in bocca per l’uscita in semifinale. Quest’anno è totalmente diverso, c’è stato un ricambio generazionale importante, sono cambiati gli obiettivi. Dovró mettere a disposizione di questi ragazzi giovani e dalle grandi potenzialità tutta la mia esperienza.

Purtroppo un mese fa è venuto a mancare il Presidente Umberto Quintavalle, persona di spicco nel mondo dell’hockey e del Milano Quanta. Hai un pensiero nel ricordarlo?

E’ stata e sarà una grande perdita sia personale che per tutto il movimento. Il mio rapporto con il Dottore era già stretto da avversario e poi molto più intimo nella stagione passata insieme. C’era molta stima da parte sua nei miei confronti, più volte me l’ha dimostrata sia pubblicamente che in privato e così per me era la stesso. L’episodio che più mi è rimasto impresso è stato il discorso con i complimenti fatto ai francesi del Garges dopo la sconfitta terribile in finale. Un esempio di lealtà sportiva e signorilità che racchiude l’uomo di sport che era. Sono convinto che comunque suo figlio Illo seguirà le orme di suo padre.

Partire è la cosa che ci emoziona, ci fa vibrare al pensiero di scoprire cose nuove, ma è il ritorno da chi aspetta e ci accoglie a braccia aperte che ci scalda l’anima e ci fa capire che in fondo in fondo abbiamo seminato un pretesto che chiamiamo casa.