Benvenuti nell’universo cinematografico di Movie Award. Riprendiamo il nostro aereo per andare dalla Francia all’Italia. Vogliamo parlare di una divertente commedia indiana che racconta il difficile scontro tra tradizione e modernità. Abbiamo deciso di dedicare questa puntata ad un film che vinse il Leone d’oro nell’anno di due Coppe Volpi italiane. Stiamo per parlarvi di “Monsoon Wedding” di Mira Nair.
Monsoon Wedding, il matrimonio indiano seconda Mira Nair
“Monsoon Wedding” rispecchia pieno l’idea di fare un film totalmente moderno sulla cultura indiana. Al centro della storia un matrimonio punjabi a Delhi. Un evento che viene raccontato non tralasciando lo schema standard bollywodiano innovato però da un forte senso di modernità. Accanto ai valori tradizionali la regista Mira Nair ci regala una visione moderna della società indiana raccontata attraverso tematiche forti come la sessualità, l’ipocrisia e la pedofilia. Questo è l’occasione per un confronto tra generazioni, classi sociali e perfino sessi diversi mantenendo colori e musicalità gioiosi proprio del cinema indiano.
L’idea di modernità di Mira Nair la possiamo ritrovare anche nella regia. La regista indiana aveva inizialmente deciso di girare in digitale pensando di distribuire il suo film via internet. Tuttavia per meglio catturare i sontuosi colori dei matrimoni indiani di cui molti eventi si svolgono di notte, fu scelta successivamente una pellicola in 16mm. È stata però usata una macchina da presa portatile che da al film un tono quasi documentaristico come se gli eventi fossero ripresi in diretta e e non ricostruiti sul set.
Il compromesso il Leone d’oro
Il tono di commedia divertente che nascondeva però importanti riflessioni e il fascino delle musiche della vecchia Bollywood conquistarono la giuria presieduta da Nanni Moretti. Per questo “Monsoon Wedding” conquistò il Leone d’oro all’edizione del 2001 della Mostra del Cinema di Venezia. Questo non senza qualche contraddizione generata da una vittoria quanto mai inaspettata. Alcuni detrattori videro questo film come uno dei più deboli della regista indiana soprattutto se paragonato ad altre pellicole in concorso.
In quell’anno c’erano, tra gli altri, in lista per il Leone d’oro l’horror di successo “The Others” di Amenàbar e “Anche tua madre” di Alfonso Cuaròn considerati espressione di un cinema più nuovo e vitale. Per questo la scelta di Nanni Moretti e della sua giuria fu vista anche come un compromesso per due vittorie italiane. In quell’anno Luigi Lo Cascio e Sandra Ceccarelli infatti vinsero entrambi la Coppa Volpi per il film “Luce dei miei occhi”.
Stefano Delle Cave