Saranno le indagini preliminari a fornire le prime risposte a questi interrogativi, consentendo poi agli inquirenti di vagliare eventuali responsabilità e decidere se agire in giudizio per fare chiarezza sulla morte del giovane nuotatore Mattia Dall’Aglio
Ci sarebbero uno o più indagati per la morte di Mattia Dall’Aglio, il ventiquattrenne emiliano morto domenica scorsa in circostanze ancora da chiarire.
Mattia è stato trovato da un vigile del fuoco che passando davanti alla palestra dove il ragazzo si stava allenando ha trovato la porta aperta ed è entrato per vedere se fosse tutto a posto, trovandosi davanti il giovante giacente senza vita a terra.
Mattia Dall’Aglio era apparentemente in salute, infatti aveva avuto un lungo trascorso di successi nel nuoto agonistico, arrivando a partecipare anche a gare con la maglia nazionale, via via abbandonata per laurearsi in economia e cominciare a lavorare. Mattia non aveva però lasciato l’attività sportiva e il nuoto continuava a far parte della sua vita, tanto che domenica si stava allenando nella palestra della Caserma dei Vigili del Fuoco di Modena per cui era tesserato.
Poi la morte, una tragica fatalità o qualcuno è responsabile?
A dispette delle ipotesi iniziali, che propendevano per la morte di Mattia Dall’Aglio a causa di una patologia cardiaca, quale un infarto (qualcosa che è già successo anche a sportivi molto allenati e costantemente sotto controllo a casua di forme congenite e spesso difficili da trovare negli esami medici), la procura di Modena, che ha aperto un’inchiesta, starebbe ora indagando per omicidio colposo.
«La procura ha aperto un fascicolo a seguito della morte del nuotatore, l’ipotesi per cui si lavora è l’omicidio colposo e daremo anche degli avvisi di garanzia ad uno o più indagati» – spiega il procuratore capo di Modana, Lucia Musti.
Il fascicolo, ora nelle mani del sostituto procuratore Katia Marino, è ancora vuoto ma presto si riempirà di documenti finalizzati a sostenere l’ipotesi, per ora senza alcun riscontro, di omicidio colposo avanzata dalla magistratura.
Le indagini, come spiega il procuratore capo Musti, andranno in due direzioni: da una parte l’analisi del corpo (attraverso l’autopsia) del giovane Mattia Dall’Aglio, per scovare la causa della sua morte, per chiarire se si tratta di una patologia congenita, oppure se abbia assunto sostanze dopanti o simili, o ancora se effettivamente, come si era pensato, sia caduto, anche accidentalmente, e abbia sbattuto la testa, morendo. Dall’altra parte, nel mirino degli inquirenti vi è la palestra dove mattia si stava allenando: il luogo, una stanza adiacente alla piscina che si trova nella Caserma dei Vigili del Fuoco, che da una prima analisi non sarebbe in regola. Si tratta, infatti, di una piccola stanza attrezzata con macchinari ma esente delle apposite autorizzazioni necessarie per utilizzarla come palestra, inoltre carente dei sistemi di sicurezza (a partire dalla mancanza di un defibrillatore).
«Quel luogo – afferma il procuratore generale – che viene chiamato palestra. Ma non è una palestra. Una palestra, come sappiamo, deve avere varie autorizzazioni quindi sono diverse autorità che interferiscono quando si apre una palestra. Non si tratta di una palestra ma di una stanza attrezzata alla buona con macchine, diciamo così, per fare palestra. Questa stanza attrezzata – entra nel dettaglio il procuratore aprendo così il secondo ambito di indagine – è priva di docce ed aria condizionata. Infatti il ragazzo è stato trovato da un signore che passava e che ha visto la porta aperta. Il ragazzo è entrato lì in assoluta solitudine. Questo luogo attrezzato a ‘sala macchine’ è in uso ad un numero limitato di persone che accedono attraverso una chiave detenuta dal bar».
Da ciò, dalla possibilità che qualcuno possa aver dato qualche sostanza a Mattia, o aver svolto gli esami medici in modo sbagliato, o ancora consentito di svolgere l’attività sportiva in un luogo non adeguato, nasce l’ipotesi di omicidio colposo, in quanto, chicchessia sarebbe responsabile per la morte del ragazzo non avendo rispettato le regole imposte dalla legge, o agendo in maniera negligente/imprudente/imperita.
La procura, per poter continuare con le indagini, invierà alcuni avvisi di garanzia (ndr “informazione di garanzia”), necessari (è la legge a richiederli) quando devono essere compiuti determinati atti di indagine definiti “garantiti”, ai quali quindi il difensore ha il diritto o l’oblligo di assistere.
Di quale atto si tratta? «Sarà fatto un atto garantito, ossia un’autopsia con tutti i crismi, con ogni accertamento possibile, anche sui liquidi biologici, non solo per accertare lo stato di salute del ragazzo, prima appunto della morte, ma anche qualora il giovane avesse assunto dei farmaci di qualunque natura che potrebbero, chissà, aver cagionato una situazione di pericolo, che può aver provocato, insieme ad altri fattori, ma ripeto, parlo di ipotesi, la morte – spiega il procuratore capo Lucia Musti – Quindi ai fini poi di opporre i risultati di questa autopsia agli indagati che potrebbero contestare anche l’esito dell’autopsia stessa, daremo avvisi di garanzia, a garanzia degli indagati. Lavoriamo su ipotesi a 360 gradi. In primo luogo c’è lo stato di salute del ragazzo, che anche se sportivo e giovane potrebbe aver avuto, parlo sempre di ipotesi, anomalie congenite delle quali non si è a conoscenza e, come accaduto in altri fatti analoghi, anomalie che a un certo punto saltano fuori e possono contribuire a cagionare l’evento mortale. In primo luogo lavoreremo sul corpo del povero ragazzo e lo analizzeremo in ogni dettaglio».
E’ delle ultime ore la notizia che gli indagati, iscritti nel registro delle informazioni di reato, serebbero due e precisamente il presidente dell’associazione “Amici del nuoto” che ha in gestione la struttura natatoria e un tecnico della struttura. Nulla si sa ancora, invece, sul perchè Mattia Dall’Aglio, un giovane ragazzo fino a quel tragico momento in salute, sia morto e se la morte, forse, si sarebbe potuta evitare. Saranno le indagini preliminari a dare le prime risposte ma la strada per la verità sarà lunga.
Intanto, però, l’Università di Modena e Reggio Emilia, che Mattia frequentava, ha deciso di ricordare il ragazzo mettendo in atto le procedure per conferirgli la Laurea alla Memoria in Marketing ed Organizzazione di Impresa, ciò che, lasciando parzialmente il nuoto, aveva scelto di intraprendere.
Lorenzo Maria Lucarelli