La stagione 2020 della MotoGP terminerà a Portimao il 22 novembre, ma il governo portoghese si dice molto preoccupato per i nuovi sviluppi dell’emergenza Coronavirus. L’IRTA intanto rimprovera team e piloti chiedendo più attenzione e un ultimo sforzo per i tre Gran Premi conclusivi della stagione. Il Covid-19 continua a dilagare mentre la MotoGP corre ai ripari per assicurare il completo svolgimento della Mondiale 2020.
Portimao a porte chiuse, GP del Portogallo a rischio?
Il campionato MotoGP 2020 è ai giri finali. Mancano solamente tre Gran Premi prima di scoprire chi sarà il nuovo campione della classe regina. Ma la travagliata stagione del Motomondiale potrebbe subire un nuovo arresto a causa della tragica emergenza sanitaria portata dal Covid-19. Se il doppio appuntamento di Valencia è infatti confermato, aleggiano nell’aria seri dubbi sulla tappa di Portogallo a Portimao. Le dichiarazioni di Diogo Serras Lopez, Segretario di Stato della Salute in Portogallo, hanno suscitato incertezza sullo svolgimento dell’ultimo appuntamento stagionale:
“L’evoluzione della pandemia comporta che tutte le misure e ogni evento debbano essere valutati costantemente. Le decisioni verranno prese basandosi su come evolverà la situazione in questi giorni”.
Ad aggravare la precaria situazione di Portimao è il recente Gran Premio della Formula 1 nel quale sono stati registrati quattordici nuovi positivi durante il weekend di gara. La decisione del governo portoghese, al momento, è quella di svolgere l’ultimo GP del motomondiale rigorosamente a porte chiuse. Come riportato dal Premier Antonio Costa:
“Quello che è successo nel Gran Premio di Formula1 è inaccettabile e non può essere ripetuto. Lo abbiamo già detto agli organizzatori: la gara della MotoGP sarà senza pubblico perché si è rivelata la nostra incapacità di organizzare eventi di questa portata con gli spettatori”.
Con oltre 3mila nuovi positivi e un totale di 147mila casi, l’ipotesi che l’atteso GP di Portogallo venga annullato è tutt’altro che remota, anche se siamo certi che Dorna cercherebbe più di una soluzione per confermare l’ultimo appuntamento del Mondiale.
MotoGP 2020, Irta: “Non pregiudicate la stagione”
La seconda ondata di contagi mette a rischio anche la “bolla” del Motomondiale. E sebbene i piloti, i team e tutti gli addetti ai lavori debbano seguire un rigido protocollo per accedere al paddock e alla pista, qualcosa sembra essere sfuggito ai controlli. Il mondo delle due ruote è riuscito a proteggersi fino a settembre. Ma negli ultimi mesi, a causa di negligenze e con il nuovo aumento dei contagi in tutta Europa, l’efficacia di questa “soluzione” inizia a vacillare. L’IRTA, associazione che rappresenta tutte le squadre nei processi decisionali della MotoGP, ha deciso di rilasciare un comunicato indirizzato a piloti e team, condannando i comportamenti pericolosi e causa della diffusione del Coronavirus. Questo il comunicato rilasciato dall’amministratore delegato dell’Irta, Mike Trimby:
“Siamo realmente molto arrabbiati. Diversi piloti hanno scelto di loro spontanea volontà di tornare nelle loro case, addirittura in complessi alberghieri, tra le due gare in Aragona. Nel protocollo che riguardava due gare consecutive vi avevamo chiesto di restare nella bolla del circuito. Il paddock presenta il minimo rischio di contagio, rispetto a quello che c’è fuori dalla bolla. Ci è impossibile sapere dove i positivi del paddock abbiano contratto il virus, ma ci sono tutti i presupposti perché il contagio sia avvenuto all’esterno della bolla. Per i prossimi eventi di Valencia, e anche per quello di Portimao, vi chiediamo di restare con i membri del vostro team, senza tornare a casa. Per favore, non mettete a repentaglio il finale di stagione“.
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