Vincere in MotoGP per Ducati non è mai stato facile. Insieme a Dovizioso sono stati gli antagonisti principali di Marquez negli ultimi tre anni, ma il titolo manca ormai dal 2007 quando in sella c’era Casey Stoner. Scontrarsi con colossi mondiali quali Honda e Yamaha mette a dura prova tutto il reparto corse italiano. Sul fronte dell’innovazione però, la casa di Borgo Panigale non ha nulla da invidiare alle colleghe giapponesi e nel prossimo futuro potrebbe arrivare un’ulteriore innovazione: l’intelligenza artificiale.
Ducati vola verso una nuova frontiera della MotoGP
Con l’arrivo di Gigi Dall’Igna, Ducati è diventata la casa che ha dettato la strada dello sviluppo, portando alla luce varie idee innovative. Alcune naturalmente hanno funzionato meno, ma altre sono state da esempio per le case rivali. Tra tutte le appendici alari, per passare poi al “cucchiaio” del forcellone ed infine al dispositivo Holeshot da usare in partenza. Ducati si è spinta ancora oltre, evolvendo questo ultimo dispositivo nell’Holeshot 2.0. Esso può essere utilizzato anche durante le fasi di guida, bloccando la sospensione in uscita di curva e sbloccandola in ingresso, ottenendo benefici in accelerazione, staccata e sulla vita della gomma.
Ma la grande innovazione che stanno studiando i tecnici Ducati è l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per garantire un migliore sviluppo e una più precisa messa a punto della moto. Un lavoro quindi destinato soprattutto agli ingegneri elettronici, evidenziando sempre di più come l’elettronica sia un fattore determinante per eccellere nella MotoGP moderna.
Le prime dichiarazioni di Ducati MotoGP su questa nuova frontiera
I motivi che stanno spingendo Ducati a sviluppare questa nuova tecnologia trovano riscontro nelle parole di Gabriele Conti, il capo dell’elettronica nonché responsabile software e strategie, che si è espresso così:
“Il punto non è più solamente raccogliere dati, ma analizzarli quanto più possibile nel dettaglio e in profondità. Il futuro sarà l’intelligenza artificiale, perché ci serve qualcosa che pensi più velocemente di un uomo. Utilizziamo già learning machines in grado di fornirci parametri ricavati da una mole incredibile di dati che non sarebbe possibile processare solamente con l’intelligenza umana. Tutto ciò permetterebbe di ricavare parametri in tempo reale. Il prossimo passo sarà intensificarne l’uso, per supportare i tecnici in pista e nel reparto corse a sviluppare la moto. Direi che il futuro sia questo.”
Tutto ciò va di pari passo con la riduzione delle sessioni di test a discapito di campionati sempre più lunghi. Sarebbe quindi un valido modo di ottimizzare anche il più semplice turno di prove libere, permettendo a ingegneri e piloti di trovare un assetto adatto il più velocemente possibile. Inoltre sarebbe un’ulteriore conferma dell’eccellenza italiana che è Ducati, dettando ancora una volta la via ad una MotoGP sempre più estrema e competitiva.
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