Come ogni martedì torna Motorland, ovvero l’approfondimento settimanale di Metropolitan riguardante il mondo dei motori. In questo numero ci sarà spazio per la Formula 1, Formula 2, Indycar per quanto concerne le quattro ruote, mentre per le 2 si parlerà di SBK. Buona lettura!
Formula 1 (a cura di Ruggiero Dambra)
Il weekend perfetto di ogni pilota di Formula 1 l’ha vissuto Daniel Ricciardo, rimanendo in testa a ogni sessione di prove libere, prendendosi la pole position il sabato e vincendo la gara più prestigiosa del campionato (valida anche per la celebre -Triple Crown-), questo è semplicemente Daniel Ricciardo, il dominatore del Gran Premio di Monaco con la sua Red Bull.
Si spegne il semaforo, parte il gran premio di Monaco, Sebastian Vettel con la sua Ferrari rimane alle spalle di Ricciardo ma tiene dietro di se Lewis Hamilton, mentre nelle retrovie non accade nulla di eccezionale. Al giro 4 Daniel Ricciardo detta il ritmo facendo segnare il primo giro record della gara (1:17.810), al giro successivo, sarà Sebastian Vettel a farlo segnare (1:17.488).
Tutto regolare fino al giro 6 dove Sirotkin va sotto investigazione e nel giro seguente gli viene assegnata una penalità di 10 secondi da scontare come –stop and go– ai box che sconterà immediatamente nel giro 8. Stroll sfortunato che buca al decimo giro dall’inizio e quindi, è il primo a fermarsi ai box e a montare le Super Soft e quindi sarà un punto di riferimento per i top team.
Al Giro 23 arriva un team radio preoccupante per Daniel Ricciardo che viene informato di avere un problema al motore e subito se ne rende anche lui all’uscita del tunnel, quando si ritrova quasi attaccato il ferrarista Sebastian Vettel che guadagna mezzo secondo in un frangente piccolissimo, da qui in poi il pilota australiano dovrà lottare oltre che per la vittoria anche “contro” la sua monoposto che da problemi, ma alla fine avrà la meglio.
Dal trentesimo giro in poi inizia il vero spettacolo del gran premio, iniziando dalla lotta per il terzo posto tra Hamilton, Raikkonen e Bottas che sono tutti li a fare il “trenino” e pronti ad approfittare al primo errore di qualcun altro.
A metà gara c’è una strana situazione, i piloti di testa hanno gli stessi tempi dei piloti di coda, questo perchè è Daniel Ricciardo che nonostante i suoi problemi con il motore, detta il passo gara, complice anche le difficoltà di sorpasso sul circuito di Monte Carlo, mentre i piloti di centro vanno molto più “forte”.
Al Giro 52 si crea azione a metà classifica, con Alonso in P7 e Gasly sulla Toro Rosso che vuole provare l’azzardo e il sorpasso, ma al giro 53, l’incubo di Alonso diventa realtà, il cambio non funziona più, non riesce a inserire nessuna marcia ed è costretto al ritiro e si vede prendere anche la posizione da una monoposto motorizzata Honda.
Al giro 55 c’è una bellissima lotta per la P8 tra Sainz, Hulkenberg (che ha le Hyper Soft appena montate) e Verstappen che sono in lotta, ma Sainz cede la posizione in sicurezza al compagno di squadra lasciando alle spalle Verstappen, che poi qualche giro più tardi lo supera di potenza.
Accade l’incredibile al giro 72 Leclerc il pilota di casa ha un problema al disco frenante anteriore destro che “scoppia” e lo fa andare prima contro le barriere e successivamente lo porta a tamponare la Toro Rosso di Hartley, mettendo così fuori gioco entrambi.
Virtual Safety Car, velocità ridotte, Alonso va ai box ed esce in mezzo a Ricciardo e Vettel, facendo perdere 5 secondi a quest’ultimo e consegnando così la vittoria a Daniel Ricciardo.
Formula 2 (a cura di Raffaello Caruso)
GARA 1
E’ proprio sul circuito cittadino più difficile al mondo che Artem Markelov su Russian Time conquista la sua seconda vittoria! Parte terzo, alle spalle di Albon e De Vries ma per una scaramuccia tra i due, dovuto ad un contatto all’ingresso dei box, il giovane russo ne approfitto e punta alla vittoria, qui in un circuito dove la conquista della prima posizione conta molto! Il russo ha preceduto Sean Gelael e RobertoMerhi per un podio fuori da ogni pronostico.
Gara salvata all’ultimo dal leader del mondiale Lando Norris, anche lui costretto al drive through per aver colpito la vettura dello svizzero Boschung all’ultima curva. Concluderà la gara in sesta posizione!
Dopo la gara di oggi, la classifica è ancora tutta aperta e Norris, è stato baciato dalla fortuna per il ritiro del tailandese Albon.
GARA 2
Un Antonio Fuoco on fire, lui che il fuoco ce l’ha nel nome e nel sangue, è stato il vincitore indiscusso oggi nella Gara 2 del GP di Monaco! Trenta i giri che lo hanno visto leader indiscusso, riuscendo a tenere alle spalle il rivale Lando Norris, senza problemi di troppo, creando anche un certo vantaggio di ben 4 secondi!
Spettacolare invece è stata la lotta per il terzo posto tra il russo Markelov – vincitore della Gara 1 di ieri – e lo svizzero Deletraiz, che hanno visto quest’ultimo vincitore di questo scontro durato per buona parte della gara. Un Markelov agguerrito, ci ha regalato scontri da panico e staccate da urlo nel principato, cercando di arrivare a podio, lui che oggi è partito ottavo! Impeccabile invece, la difesa dello svizzero Deletraiz che, nonostante la forte pressione creata dal rivale russo, ha resistito e l’ha saputa gestire al meglio, portandosi a casa il gradino più basso del podio!
Chi invece deve tornare a casa col volto coperto è il tailandese Albon che, dopo una gara disastrosa di ieri, in cui partiva dalla pole, è stato costretto al ritiro. Oggi, dopo una leggera rimonta, è stato vittima di un incidente dopo il tunnel, che lo hanno costretto al ritiro. Un weekend da dimenticare per lui.
Indycar (a cura di Alessandro Patanè)
L’avevamo detto fin dalle prime battute che il Team Penske era uno dei candidati alla vittoria…e così è stato. Will Power è il primo australiano a scrivere il suo nome nell’albo d’oro dei vincitori.
Will Power è il 72esimo pilota a vincere la 500miglia, riportando alla vittoria la Penske dopo due anni di dominio Andretti Autosport. Il campione 2014 della Indycar si è imposto in una gara che ha visto diversi tra i protagonisti più attesi finire a muro e che si è giocata tutta sulla strategia nel finale.
Power, infatti, è tra quelli che hanno effettuato l’ultimo pit stop poco dopo la sesta e penultima Caution. In occasione dell’ultimo restart, avvenuto quando mancavano solamente sei tornate al termine, era in quarta posizione, primo tra quelli che sicuramente non avrebbero più dovuto fare soste.
Davanti a lui c’erano Oriol Servia, Stefan Wilson e Jack Harvey, con questi due che alla ripartenza sono riusciti proprio a scavalcare lo spagnolo.
Nello spazio di un paio di giri però Power è riuscito a sbarazzarsi sia di Servia che di Harvey, con Wilson che però nel frattempo aveva costruito un piccolo margine. Tuttavia a causa dei pit stop, Power si è ritrovato davanti seguito da Carpenter che ha comandato per tanti giri ma non è riuscito a far nulla. Per il Team Penske si tratta della 17esima vittoria ad Indianapolis.
In terza posizione c’è Scott Dixon con la prima Dallara-Honda. Il portacolori della Ganassi Racing ha provato una strategia alternativa, fermandosi per l’ultimo pit stop in occasione della penultima caution, ma questo gli ha imposto una strategia di “fuel saving” che gli avrebbe lasciato delle chance di vittoria solo con un’ultima bandiera gialla più lunga.
Quarto posto per Alexander Rossi, autore di una rimonta strepitosa dal 32esimo posto in griglia, con una serie di sorpassi all’esterno davvero da urlo, che lo hanno reso il migliore tra i piloti della Andretti Autosport, davanti al compagno di squadra Ryan Hunter-Reay. Chissà se la qualifica fosse andata diversamente cosa sarebbe successo…Solamente ottavo invece il campione in carica Josef Newgarden, che ha chiuso alle spalle anche di Simon Pagenaud e di Carlos Munoz.
7 caution hanno animato la corsa e praticamente tutte hanno avuto per protagonisti dei big: il primo è stato Takuma Sato che al 48esimo giro ha tamponato il doppiato James Davison alla curva 3. Poi è stata la volta di Ed Jones al giro 58, con un testacoda ed un impatto a muro alla curva 2. Stessa dinamica dell’incidente che ha chiuso in maniera ingloriosa la carriera di Danica Patrick 10 giri più tardi.
La sequenza poi è proseguita con altri due nomi pesanti, quelli dei veterani Sebastien Bourdais ed Helio Castroneves, finiti entrambi a muro alla curva 4, rispettivamente al giro 139 ed al giro 147. Nello stesso punto ha regalato momenti di apprensione l’incidente di Sage Karam al 155esimo giro, perché dalla sua vettura si è staccata la ruota posteriore destra, che ha attraversato la pista, fortunatamente senza colpire nessuna delle vetture che transitavano.
L’ultima, a soli 11 giri dal termine, ha avuto per protagonista il veterano Tony Kanaan alla curva 2. Un peccato per il brasiliano della AJ Foyt Racing, che nelle prime fasi aveva battagliato al vertice prima di perdere colpi a causa di una foratura. Da sottolineare la 9°posizione di Robert Wickens alla sua prima 500miglia.
Con questa vittoria Will Power si porta primo in classifica davanti a Rossi e Newgarden, con il pilota di Andretti che è staccato di 2 punti. Tre piloti in soli 10 punti….e questo weekend si ritorna in pista a Detroit.
SBK (a cura di Matteo Carpenzano)
La tappa di Donington regala un sorriso al team Yamaha, che torna al successo dopo quasi 7 anni di astinenza grazie alla superba doppietta di Van Der Mark, capace di regolare tutti gli avversari con una grandissima prestazione.
Rea torna a casa senza strafare, consapevole che non era il caso di esagerare e rischiare: in un weekend dove i diretti avversarsi si perdono ai limiti della top ten, il campione del mondo in carica si “accontenta” di due podi.
Altra grande sorpresa della domenica è il primo podio di Razgatlioglu su Kawasaki Puccetti. Il giovane pilota turco sta crescendo tanto, e nonostante sia alla sua prima stagione in SBK inizia già a raccogliere ottimi risultati. Buon weekend anche per Savadori con un quinto e settimo posto.
Grande invece il disappunto in casa Ducati, con Chaz Davies che prova a salvare il salvabile con un settimo e un quinto posto. Melandri in gara 1 finisce anche a terra e chiude fuori dalla zona punti, mentre Rinaldi taglia il traguardo in posizione 12.
Fantastico il ritorno di Camier: ancora convalescente, riesce a piazzare la sua Honda in entrambe le gare in top ten. Buon esordio in top class anche per il giovane Ray su Suzuki.