Mur, l’esordio alla regia di Kasia Smutniak al Toronto Film Festival

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Di Giulia Simonetti

L’attrice Kasia Smutniak debutta alla regia con un viaggio intimo e inaspettato al confine tra Polonia e Bielorussia. Il documentario verrà presentato al Toronto Film Festival, dal 7 al 17 settembre. Nella selezione ufficiale anche Frederick Wiseman con “Menus-Plaisirs Les Troisgros” (anteprima mondiale a Venezia) e Errol Morris con “The Pigeon Tunnel su John Le Carrè”.

Kasia Smutniak alla regia del documentario “Mur”

Il nuovo documentario di Kasia Smutniak- Photo Credits Ciak Magazine
Il nuovo documentario di Kasia Smutniak- Photo Credits Ciak Magazine

Il Toronto International Film Festival (in programma dal 7 al 17 settembre) annuncia i ventidue documentari della selezione ufficiale. Tra i titoli in programma c’è anche “Mur” di Kasia Smutniak, il suo esordio alla regia. Scritto da Kasia Smutniak e Marella Bombini, prodotto da Domenico Procacci, Laura Paolucci e della stessa Smutniak per Fandango in associazione con Luce Cinecittà, prossimamente nelle sale con Luce Cinecittà. 

La storia di “Mur”

Il documentario, girato nel marzo 2022 a pochi giorni dell’aggressione russa all’Ucraina, racconta la difficile situazione al confine tra Polonia e Bielorussia, dove il governo polacco, dopo aver dato asilo ai rifugiati, sta costruendo il muro più costoso d’Europa per impedire l’entrata di altre persone in fuga dalla guerra. Un viaggio intimo e inaspettato, a metà tra il diario e la denuncia, in zone inaccessibili ai media per testimoniare una situazione drammatica. Con l’aiuto di un’attrezzatura leggerissima e qualche supporto locale, la regista raggiunge il confine e filma ciò che non si vuole raccontare.

Kasia: “Sono felice e onorata”

Kasia Smutniak alla notizia della partecipazione del proprio esordio alla regia al più importante Festival nordamericano del cinema, si è detta “felice e onorata che questo film venga presentato nella Selezione Ufficiale del Festival di Toronto. “Mur” è nato dalla necessità di comunicare la difficile situazione al confine Polonia-Bielorussia ma alla fine si è rivelato essere un viaggio intimo e inaspettato”. Ha raccontato “Un anno fa ho deciso di prendermi del tempo, per me stessa, con tutte le conseguenze che avrebbe potuto avere questa decisione per il mio futuro artistico e non solo. La verità è che da tempo sentivo che quello che mi circondava era più interessante di quello che raccontavo interpretando vari personaggi. Non mi apparteneva più quella voglia di sfida, di esplorare le emozioni sullo schermo. Non nella misura in cui conoscevo il modo di raccontare le storie fino ad adesso. Ero arrivata a fine corsa e stavo per cominciare un altro viaggio, eccitante perché ignoto”.

Giulia Simonetti

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