Il contratto di mutuo è un tipo di accordo intercorrente fra una banca e un privato che permette al secondo di ottenere una certa somma di liquidità, impegnandosi poi a restituirla gradualmente con delle rate mensili, maggiorate di tassi di interesse, secondo un piano di ammortamento. Il contratto di mutuo ha una lunga durata che, nei casi più importanti, può arrivare anche a 30 o 40 anni, soprattutto nei casi particolari (come quelli con finanziamento all 100%). All’interno della macro categoria dei mutui, questi si differenziano per il tipo di tasso di interesse che deve essere corrisposto alle banche.
La presenza di un’ipoteca sul mutuo e di un tasso di interesse fisso o variabile fanno sì che l’intero contratto, per la stessa cifra, possa essere più o meno costoso. Di seguito trovi una guida precisa su cosa sono i mutui a tasso fisso e variabile e le loro differenze in termini economici, oltre che delle indicazioni più specifiche su quando conviene l’uno piuttosto che l’altro.
Mutui a tasso fisso e variabile: cosa sono
Il tasso di interesse applicato dalla banca per l’accensione del mutuo può rimanere fisso nel corso del tempo, fino all’estinzione del contratto, oppure variare nel tempo a seconda delle oscillazioni del mercato, calcolate in baso alla funzione dell’andamento del tasso EURIBOR, un particolare meccanismo economico che indica il tasso interbancario di riferimento calcolato su base giornaliera e il tasso medio delle transazioni finanziarie.
A seconda del tasso di interesse e dal piano di ammortamento scelto per l’intera cifra del prestito la rata mensile potrà essere più o meno grande. In linea generale è possibile affermare che esistono delle rate fisse con alcuni tassi variabili, altre che sono costanti e alcune crescenti o decrescenti, ma con un tasso fisso. Le possibilità sono molto varie e dipendono anche da vari istituti di credito bancario.
Per quanto riguarda i mutui a tasso fisso, gli istituti di credito bancario si basano sul valore dell’Euris, il cui valore dipende dall’andamento dei derivati sui tassi e che sono utilizzati dalle banche per proteggersi dalle perdite. E’ possibile fare riferimento al sito Telemutuo, uno dei siti storici italiani specializzato nel settore dei mutui online.
Che differenza c’è tra mutuo a tasso fisso e variabile?
La differenza che intercorre fra le due tipologie di tasso di interesse è molto marcata. Il mutuo a tasso fisso è quello che non varia nel tempo il tasso di riferimento a cui è ispirato. Questo significa che la rata è costante, anche se il costo del denaro cresce o diminuisce. In linea generale, questo tipo di tasso è quello che garantisce nel tempo da svalutazioni, perché il fatto che sia fisso permette, specialmente dopo la stipula del contratto, di non subire un aumento generalizzato dei tassi di interesse. Per calcolare il tasso fisso, le banche ricorrono ad un particolare meccanismo di calcolo: sommano il valore IRS (Interest Rate Swap) al valore dello spread annuo.
Il mutuo a tasso variabile è quello per cui il calcolo degli interessi varia nel tempo a seconda del costo effettivo del denaro. Per questo motivo, è molto più speculativo e può esporre ad alcuni rischi stante, invece, alcuni suoi vantaggi. Per calcolare il tasso variabile, le banche utilizzano un particolare meccanismo: sommano al valore Euribor dell’anno di riferimento lo spread annuo. La procedura, in alcuni casi, può esporre al rischio che alcune banche pratichino tassi usurai e per questo motivo il Ministero dell’Economia e delle Finanze ogni 3 mesi individua un tasso soglia oltre il quale scatta il relativo reato.
Per via della sua aleatorietà, il mutuo a tasso variabile viene utilizzato per contratti che hanno scadenze lunghe. In linea generale, all’inizio di un contratto di mutuo il tasso variabile è molto basso rispetto a quello fisso perché la tendenza degli indici economici è quella al rialzo e quindi, nel corso del tempo, la rata è destinata a salire inesorabilmente.
Quando conviene il mutuo a tasso variabile?
Date le possibili fluttuazioni nel valore degli interessi nel mutuo a tasso variabile, questo conviene in alcuni casi ben specifici. Per i mutui di breve durata, vista anche la minore onerosità iniziale di questo tipo di tassi di interesse, il tasso variabile è sicuramente un’ottima scelta. Anche se, in futuro, dovesse presentarsi un aumento dei tassi, c’è un’altra probabilità che questi non superino comunque il valore totale di un tasso fisso.
Scegliere il tasso variabile, inoltre, conviene anche nel caso in cui si prospetti nello scenario economico recente una svalutazione del costo del denaro, soprattutto se nell’immediato futuro il mutuario prevede la possibilità di incrementare il suo reddito, oppure una buona propensione al risparmio in grado di metterlo al sicuro da fluttuazioni economiche esagerate. In un certo senso è possibile dire che il tasso variabile è molto simile a quello che succede nell’acquistare titoli di borsa, con la possibilità di rimetterci una parte dell’investimento eseguito.
Quando conviene il mutuo a tasso fisso?
In linea generale, scegliere un mutuo a tasso fisso conviene per via del fatto che la rata, nel corso del tempo, rimane costante e permette di fatto una migliore gestione del proprio denaro, pianificando nello specifico le proprie spese e i versamenti che è necessario fare, in modo da non rischiare di saltare una rata e subire delle penalizzazioni economiche. Per questo motivo, scegliere il mutuo a tasso fisso conviene a tutte quelle persone che non vogliono preoccuparsi degli indici del mercato e della loro fluttuazione nel tempo. Naturalmente, in presenza di un mutuo a tasso variabile è sempre possibile la surroga, in modo da poter cambiare istituto di credito bancario se, nel corso del tempo, una banca è riuscita ad offrire un tasso di interesse fisso più vantaggioso.
Di contro, rispetto al tasso variabile, il mutuo a tasso fisso è più costoso nel tempo, perché la cifra da versare a titolo di interesse è più alta già dal momento della stipula. Per questo motivo, stipulare un contratto del genere è consigliato a coloro che hanno un reddito stabile nel tempo, oppure una rendita.