James McAvoy è senza dubbio uno degli attori di più grande talento nel panorama contemporaneo e lo dimostrerà ancora una volta in My Son. Insieme a Claire Foy (The Crown) è stato infatti scelto come protagonista del film sperimentale di Christian Carion, nel suo adattamento anglostatunitense. La particolarità dell’opera originale dello stesso Carion (Mon garçon, in francese) è la totale assenza di una sceneggiatura per la parte del protagonista. È un ruolo volutamente improvvisato, dal primo all’ultimo minuto.
Genesi e sviluppo di “My Son”
Dopo aver quindi conquistato il pubblico con le personalità multiple di Split, McAvoy si cimenterà in una recitazione propriamente teatrale. L’improvvisazione a partire da un semplice canovaccio non è certo da tutti, richiede esercizio, prontezza e ottima capacità di cogliere gli spunti che arrivano dal contesto e dalla relazione con gli altri personaggi.
La stessa cosa prima di lui, naturalmente, l’ha fatta anche Guillaume Canet nella versione originale, per una scelta precisa nella costruzione della psicologia del personaggio. Il protagonista è un uomo in cerca del figlio scomparso. L’idea di Carion è che proprio perché l’uomo non ha idea di come muoversi e come agire per ritrovarlo, non può seguire una sceneggiatura definita. Deve muoversi a tentoni e improvvisare. Il resto del cast, invece, riceve la sceneggiatura completa e recita seguendone le direttive.
In questo senso è un film assolutamente sperimentale perché costringe l’attore protagonista a lavorare in modo diverso dal resto del cast e fuori dalla sua zona di comfort. Per certi versi sembra più un’esercitazione attoriale che un prodotto finito e definitivo. My Son incuriosisce già dall’idea che vi è alla base, ma probabilmente si dovrà aspettare ancora a lungo prima di vederlo in sala.
Considerando che il regista sarà sempre lo stesso, non dovrebbe comunque differire troppo dall’originale francese, di cui riportiamo il trailer.
Articolo di Valeria Verbaro
Continua a seguire MMI anche su Facebook