Il tabloid britannico Sun ha stilato una classifica delle dieci città più pericolose del pianeta. Accanto a Raqqa, Mogadiscio, Caracas e Kiev compare, a sorpresa, anche Napoli.

La città partenopea finisce in questa surreale classifica per il tasso di omicidi e per il traffico di droga, entrambi appannaggio dei potenti clan della camorra cittadina. A farle compagnia troviamo luoghi come Manila, Caracas, Kiev, Raqqa, St. Louis, Perth, Grozny, Karachi e San Pedro Sula. 

La prima anomalia che salta all’occhio è che i dieci “most dangerous corners of Earth” diventano undici proprio con Napoli, evidentemente inserita a pari merito con qualcun’altra delle città della lista. Tra i risibili criteri di selezione vi è anche la scelta di prendere una sola città per area continentale. Questo spiega la mancanza, per esempio, di Detroit o Chicago per gli Usa, o di Città del Messico, o di Kinshasa o di Rio de Janeiro, luoghi ben più pericolosi di Napoli.

L’articolo poi prosegue parlando della Camorra, consesso criminale “known as O’Sistema, The System” orizzontale e senza un sistema di vertice, mentre – sempre per l’articolista –  le baby gang di dodicenni sembrerebbero tenere in ostaggio la città e in scacco le forze dell’ordine.

Risparmiamo qui di citare le varie dichiarazioni di risposta a questo articolo, da quelle del sindaco De Magistris a quelle di attori, studiosi e parroci di periferia che ne hanno già messo a nudo i vari punti deboli.

Premettendo che nessuno qui vuole nascondere i problemi di Napoli (che ci sono, e sono tanti), tuttavia è necessario porre alcuni punti fermi: la microcriminalità esiste in tutte le città medie e grandi del mondo, lo spaccio di droga anche e il crimine organizzato sta mettendo saldamente radici in tutti i continenti. Niente di nuovo è stato aggiunto dal tabloid britannico, che ha preso semplicemente delle vecchie notizie e qualche luogo comune e li ha riscritti in chiave sensazionalistica per montare il caso e vendere più copie.

Perché lo sanno tutti che a Napoli si può finire al centro di un attentato di Al – Shabaab contro i talebani, in una faida che vede contrapposti i kebabbari contro i venditori di falafel e hummus, oppure sbagliare strada e trovarsi in mezzo ad un corteo di protesta contro Nicolas Maduro o, ancora,  che allo stadio prima della partita di Serie A si lapidino un paio di donne secondo i dettami della Shari’a come a Raqqa.

Noi abbiamo riportato questa notizia per dovere di cronaca, ma è chiaro che nessuna persona dotata di buon senso possa ritenere attendibile un giornale come il Sun, buono solo per incartarci le uova. 

Lorenzo Spizzirri