In tempi moderni dove il nuovo è spesso associato al diverso, la storia cinematografica di Bella Baxter passa per la creatività di Holly Waddington, la costumista più candidata di quest’anno che ha costruito tra abiti di scena e macro accessori l’immagine di un personaggio così comune. ‘’Sono abiti di una tempo ma dalla grande attualità’’ dice la Waddington, perché Bella ha un volto temporale ma un carattere innovativo, proprio dei tempi correnti. Un’innovatrice che ha saputo lavorare sul carachter più complesso del movie per restituire al suo pubblico un ritratto fedele della donna contemporanea, come? Grazie a quel costume che parla del presente di ogni donna.
Nel guardaroba di Bella Baxter: il lavoro sul personaggio
Un abito ordinario, storico, appartenente ad un’epoca lontana ma dal significato moderno, è questo l’obiettivo ultimo della costumista del movie Povere Creature, Holly Waddington, che vuole costruire sul personaggio protagonista un costume caratteriale complesso. ‘’Le donne sono complesse’’ dice la costumista inglese, che in più di 20 anni di lavoro nel backstage delle grandi produzioni, ha vestito quasi solo donne, in opere come The Great e Lady Macbeth, dove il costume era di per se il personaggio. La sua formazione giovanile è stata proprio quella, l’opera classica, il costume di scena studiato al corso di Belle Arti a Londra, e la passione per l’abito degli ultimi anni del 1800, tutte parti che contribuirono a realizzare l’immagine di Bella Baxter. Ma chi è Bella Baxter per la Waddington? La giovane costumista londinese dice ‘’nessun’altro se non quella donna che spesso dimentichiamo dentro di noi’’.
La collaborazione artistica
Il riferimento, l’unico dietro il lavoro sulla Baxter, viene dato da Lanthimos: un pantalone in latex progettato da un giovane designer inglese due anni fa. Da lì, da quel pantalone nasce il costume di Bella, al quale hanno lavorato non solo la Waddington e Lanthimos, ma anche la production designer, Shona Heath, che con la sua selezione di spazi e scenografie ha contestualizzato il personaggio in un ambiente storico preciso. La costumista, parlando di questa collaborazione tra le parti, dice:
‘’tutti hanno contribuito. Dagli spazi ai costumi, Bella Baxter nasce dal concetto di collaborazione, quella stessa che dovrebbe esserci tra ogni donna, tra uomo e donna’’
ribadendo quel tema a lungo dibattito dell’interazione artistica senza genere. Tra i capi iconici del personaggio c’è una ‘’blouse’’ che Holly Waddington definisce ‘’il capo principale’’, perché? ‘’È come Bella, un’essere senza genere ne forma, proprio come quelli di Georgia O’Keeffe’’.
I riferimenti
Nello studio estetico del personaggio si ritrovano anche alcuni riferimenti contemporanei, ed è proprio la Waddington a svelarli: Louis Vuitton e Nicolas Ghesquière. Sembra quasi di dire una sola parola, essendo quest’ultimo il direttore creativo del brand citato per prima, ma secondo la costumista, con Louis Vuitton si parla di anni di mutamenti creativi, che hanno visto l’abito divenire immagine dei tempi, e nei quali si ritrova la sua storia. Con Ghesquiere si parla di un’identità creativa precisa, della quale la costumista condivide la formazione artistica. Sono quaranta gli abiti che formano il guardaroba della Baxter ed in quasi tutti si possono intravedere richiami a questo duo creativo. E se il costume appartiene ad un tempo specifico, narra di una società che l’ha vissuto, l’abito narra di ogni donna.
Luca Cioffi
Seguici su Google News