Preciso come il calendario dell’avvento, come un addobbo trash a dicembre, arriva il cinepanettone. “Ci sono persone che nascono col bernoccolo della matematica, altre che sono dotatissime per lo sport… Io sono nato con una spada di Damocle sulla testa: i film di Natale“. Neri Parenti spiega così il suo talento naturale, per i vacanzieri più attesi dell’anno che irrompono al cinema. E lo ha fatto in un libro intitolato “Due palle di Natale“. Gli aneddoti e i retroscena che non troverete mai su Wikipedia.
Nei titoli di coda di tutte le commedie all’italiana, tra fannulloni, flirt selvaggi, ma soprattutto villeggiante in grande stile, Neri Parenti è il regista più famoso dello svago fatto a pellicola. Il viaggiatore stile anni ’80, protagonista dei film, che porta il suo fardello di ‘burinità’ in località esotiche e sognanti, è la trama che si ripete con rassicurante esibizionismo. Sulle nevi di Cortina, per skipass il ‘facciamoci riconoscere’, o spiaggiati in Sardegna, dove è una chimera trovare un pattino a due remi. Siamo abituati ai personaggi e i loro vizi; eccentricità che si fanno perdonare con una risata.
Neri Parenti, a cavallo del millennio
I film di Natale, con una risata molto più chic e patinata, hanno rubato la scena ai vari Fantozzi, di cui Neri Parenti era stato regista. Paolo Villaggio fu un amico, prima che attore della sua saga, anche un’appassionato della bella vita e dei lussi. Con ironia e leggerezza, in canottiera come in completo da ufficio, era un simbolo italiano. Ed è ancora Neri Parenti a svelare cosa si cela dietro la risata fragorosa e esilarante, che scaturisce i suoi film: nessuno poteva immaginare, ad esempio, che Aurelio De Laurentiis, suo produttore, chiede nel contratto, che siano garantiti almeno tre ‘boati’ di acclamazione durante la proiezione. Guai a non provocarli. Ma per Neri, è un gioco da ragazzi, abile intrattenitore di ‘cinedipendenti’, amanti di cialtronerie, ‘de cafonate’ come direbbe Christian De Sica.
Neri Parenti è l’uomo che non ti aspetti. Figlio di un noto statista ed ex Rettore dell’Università di Firenze, inizia a fare recensioni di film come aspirante giornalista. Su un set di Patroni Griffi, con Charlotte Rampling e Fabio Testi, negli anni ’70, venne folgorato dal cinema. Gli storici Massimo Boldi e Christian De Sica, sono i giullari, i comici seriamente impegnati nei Cinepanettoni. “Con Christian si può parlare anche di Goethe. Per altri invece la filosofia e la letteratura è un argomento impraticabile“. Così Neri Parenti esalta anche la preparazione culturale del figlio di Vittorio De Sica. E non risente della critica verso i suoi film, quando li etichettano come buffoni, privi di valori morali. Anzi, questi, hanno passato anche la scomunica della chiesa. Forse, si sono soltanto rinvigoriti.
Ingredienti al cinema
“La satira si spegne per assenza di pensiero”. Diceva Aldo Grasso sulla fenomenologia del cinepanettone. In quale dizionario semi serio troveremo presto, il linguaggio spicciolo e brillante del ‘cumenda’ milanese Boldi? “Mi sto cagando addosooo“, con le tante ‘o’ a quantificare la materia; o “Mammamiacommestò“, di “er cipolla” Enzo Salvi, deviato dozzinale, per ogni tic un capriccio. Un lessico da podio, riassumibile in ‘me la ciulano‘, che fa eco dall’Egitto a Cortina. Dal laboratorio più farcito del cinema, si sfornerà presto un altro classico con tormentoni. Senza dimenticare “cipollino” e “deligatissimo“.
Federica De Candia. Seguici su MMI e Metropolitan Cinema.