Dell’ultimo imperatore della dinastia giulio-claudia, molto è stato detto. Sicuramente la storiografia non è stata clemente nei suoi confronti, consegnandoci la figura di un matricida, un assassino, un incendiario, un persecutore dei Cristiani. Eppure Nerone (37 – 68 d.C.) è stato molto altro. Ve lo raccontiamo in questo articolo.
Nerone, l’imperatore maltrattato dalla storia amante dell’arte e della bellezza
Sulle rovine dell’incendio che, nel 64 d.C., distrugge gran parte del centro urbano, Nerone edifica la più grande residenza privata della Roma antica, la Domus Aurea. Dopo la sua morte, i suoi successori seppelliscono la villa sotto nuove costruzioni, celandola per secoli allo sguardo del mondo. Paradossalmente, ciò ha preservato dall’umidità parte delle splendide pitture murali che tanto hanno influenzato gli artisti rinascimentali, basti osservare le decorazioni di Raffaello nelle Logge Vaticane. Animali fantastici, esseri ibridi, mostri e chimere, hanno rivisto la luce in queste grotte sotterranee – da cui il termine grottesche -, esplorate nel tempo da artisti come Pinturicchio, Ghirlandaio e lo stesso Raffaello.
Nerone, l’Anticristo
La numerazione ebraica antica prevedeva l’assegnazione di un valore numerico ad ogni lettera dell’alfabeto. In questo modo, l’espressione Neron Qesar (Nerone Cesare) viene trasposta nel numero 666 che, secondo la Bibbia, corrisponde al numero del diavolo. Anche questo ha contribuito a forgiare l’immagine di un imperatore-mostro, colpevole di aver perseguitato i cristiani e di essere stato il mandante dell’uccisione degli apostoli Pietro e Paolo.
I mariti di Nerone
Secondo alcuni storici dell’epoca, fra cui Tacito e Svetonio, l’imperatore sarebbe convolato a nozze con due uomini, Sporo e Pitagora. Il primo, un liberto eunuco, sarebbe stato scelto dall’imperatore per i suoi lineamenti delicati, che gli ricordavano il volto di Poppea, sua seconda moglie. Il secondo, invece, lo avrebbe sposato durante una cerimonia pubblica, vestendo i panni di moglie.
Fra dipinti surrealisti e canzoni d’autore
E oggi? Nerone fa capolino nei testi di Antonello Venditti (Brucia Roma, 1973) e in quelli di Edoardo Bennato (Meno male che adesso non c’è Nerone, 1975). Persino Salvador Dalì sembra essere rimasto affascinato dalla figura dell’imperatore romano, tanto da citarlo nella sua Dematerializzazione vicino al naso di Nerone, del 1947.
Silvia Staccone